2020-11-30
Conte indagato per la scorta
Giuseppe Conte e Olivia Paladino (Ansa)
Dopo lo scoop della «Verità», sul primo ministro è partita un'indagine per l'accusa di abuso d'ufficio. La sicurezza del presidente aveva «salvato» la compagna dalle domande di Filippo Roma delle «Iene».Lo scoop della Verità sulla scorta del premier Giuseppe Conte utilizzata per proteggere dai giornalisti la compagna Olivia Paladino ha portato all'iscrizione del primo ministro sul registro degli indagati con l'accusa di abuso d'ufficio. Infatti dopo l'articolo del nostro giornale, Roberta Angelilli, membro dell'esecutivo nazionale di Fratelli d'Italia, ha presentato un esposto alla Procura di Roma. E questa ha aperto un fascicolo d'inchiesta. Quest'ultimo è finito sul tavolo del pm Carlo Villani, uno dei magistrati del pool per i reati della pubblica amministrazione. La Procura, dopo una verifica preliminare, ha deciso di inviare le carte (dovrebbero partire oggi) al Tribunale dei ministri che ha la competenza a fare le indagini. Tale tribunale dovrà decidere se quello ipotizzato (ma potrà anche riqualificarlo) sia un reato ministeriale o meno, e cioè se sia stato commesso da Conte nell'esercizio delle proprie funzioni. In caso contrario la palla ripasserà alla Procura di Roma. L'inchiesta della Verità è partita da un'altra notizia, la stessa che ha messo in moto Le Iene, e cioè che alcuni dipendenti dell'hotel Plaza, di proprietà di Cesare Paladino, il padre di Olivia, lamentavano mancati pagamenti e si erano rivolti all'ispettorato del lavoro. Una storia particolarmente imbarazzante se si considera che lo stesso Paladino ha patteggiato una condanna a 1 anno e due mesi per peculato per la ritardata restituzione di circa 2 milioni di tassa di soggiorno al Comune di Roma (risarcito su ordine della Procura). Ma il suo avvocato, Stefano Bortone, ha presentato istanza di revisione, dopo che il governo del «genero» Conte ha qualificato la condotta di omesso versamento della tassa di soggiorno come illecito amministrativo e non più come reato penale. Ma i pm romani si sono schierati contro l'ipotesi di una sanatoria retroattiva, considerando non contestabile il reato di peculato solo a partire dell'entrata in vigore del decreto. Alla fine il servizio delle Iene non è andato in onda e le immagini girate dalla troupe non sono state sequestrate perché la Procura non poteva fare indagini. La scorta ha inviato al ministero dell'Interno un'informativa di servizio in cui si spiega che gli uomini del presidente «si trovavano in osservazione e controllo» al di sotto dell'abitazione della compagna del premier, in quanto Conte si trovava nell'appartamento della Paladino e i poliziotti attendevano l'uscita imminente del premier. Nell'esposto della Angelilli si legge: «In data 30 ottobre 2020 il quotidiano La Verità ha pubblicato in prima pagina un articolo (che l'esponente di Fratelli d'Italia ha allegato, ndr) dal titolo “Il suocero di Conte non pagava le tasse e neppure i lavoratori. Un decreto lo salva"». L'articolo ricostruiva il «parapiglia» scoppiato la mattina del 26 ottobre, davanti a un piccolo supermercato di via di Fontanella di Borghese a Roma, tra il giornalista delle Iene Filippo Roma e Olivia Paladino, compagna del premier Giuseppe Conte. Angelilli riporta ampi stralci della ricostruzione della Verità: «Filippo Roma stava cercando di intervistare, sulle presunte agevolazioni ricevute dal padre (come ha confermato una fonte che era presente davanti al supermercato, ndr), Olivia Paladino che nel tentativo di sottrarsi all'intervista si sarebbe rifugiata in un negozio da cui sarebbe successivamente uscita scortata da alcuni soggetti che, da quanto riportato dal quotidiano La Verità avevano tutta l'aria di far parte della scorta del presidente del Consiglio». Roma ha anche riferito che quegli uomini ben vestiti si erano «frapposti» tra lui e la Paladino, impedendogli di avvicinarsi. A questo punto Angelilli tocca il cuore della questione: «Se effettivamente la Paladino avesse usufruito di agenti della scorta del presidente del Consiglio», valuta l'ex consigliera regionale, «si sarebbe verificato un uso improprio di personale con funzioni di sicurezza relative a soggetti che ricoprono funzioni pubbliche». Il punto da chiarire, infatti, è proprio legato al ruolo degli uomini intervenuti.La Angelilli ha chiesto alla Procura di «disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti così come esposti, valutando gli eventuali profili d'illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili soggetti responsabili al fine di procedere nei loro confronti».Il 31 ottobre abbiamo scritto un nuovo articolo, in cui si sottolineava «la denuncia per l'intervento della scorta di Giuseppi contro le Iene», in cui raccoglievamo nuove testimonianze. A supportare la nostra versione, poi, è spuntato un video amatoriale pubblicato il 4 novembre sul sito Dagospia. Nelle immagini si vede Olivia Paladino dentro al negozio con la mascherina sul volto, una borsa da palestra appesa all'avambraccio e una stecca di cioccolata in mano. Olivia vuole lasciare nel minimarket il borsone nero. La donna sembra avere confidenza anche con il proprietario del minimarket, che chiama «Ale». Quindi si rivolge a un uomo brizzolato in giacca blu (al bavero, in bella mostra, ha una spilletta rotonda) che le sta accanto e che probabilmente fa parte della scorta: «Ti lascio la borsa qui da Alessandro». Lui ripete per tre volte «sì». E Olivia aggiunge: «Tanto poi lui te la dà». Il presunto guardaspalle aggiunge: «E io la porto a casa, va bene, perché se al domicilio ci vengono dietro è peggio...». Lei riprende il discorso: «Sì, vado a casa, mi serve domattina...». E lui conclude: «Quello sì, cioè... è solo un discorso che poi riprendono l'ingresso però...». I due escono dal campo. E si sente Olivia dire: «Ale, ti lascio la mia borsa». Un uomo con giubbotto nero (probabilmente Ale) risponde: «Dove ce l'hai?». Poi il negoziante passa davanti alla camera del cellulare con la borsa e va alla cassa: «Vai, la tengo dietro a Carla, eh». Quindi si rivolge a un altro uomo che nel frattempo è entrato nel market (probabilmente Filippo Roma) e lo invita a lasciare il negozio: «Deve uscire, deve andare via!». Ieri pomeriggio la notizia dell'iscrizione di Conte girava in tutte le redazioni, dopo che sabato Filippo Roma, protagonista del servizio, era stato sentito come persona informata dei fatti dal pm Villani.
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