2024-08-30
Il Ppe chiede un ruolo forte per Roma. E i socialisti hanno l’ansia da poltrona
Raffaele Fitto e Giorgia Meloni (Ansa)
Nomine Ue: sostanziali aperture alla Meloni dal leader dei popolari, Manfred Weber (anche se «Repubblica» gli fa dire l’esatto contrario...). Nervosismo nei ranghi di S&D: «Senza portafogli importanti, niente sostegno».Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo renderà ufficiale oggi, durante il Consiglio dei ministri convocato per le 13, ma il nome di Raffaele Fitto come candidato italiano per un posto che conta in Europa, salvo sorprese dell’ultimo secondo, si può considerare una certezza. Come più volte ribadito si tratta della prima scelta per la premier che in Europa vuole un nome di peso per un ruolo di peso. Scade oggi la richiesta di Ursula von der Leyen fatta a tutti i Paesi Ue di comunicare i nomi dei propri candidati per un posto da commissario. Meloni spera di andare oltre la scadenza e di poter trattare ancora di più. Fondamentale quindi in questa fase, l’appoggio ottenuto a Roma da Mafred Weber presidente del partito popolare europeo, anche se i giornali raccontano in modo diverso l’esito dell’incontro avvenuto tra i due. Sul Corriere della Sera, l’intervista al leader del Ppe titola così: «La premier e Antonio Tajani hanno preso più voti di Macron e Scholz, a Roma un ruolo forte». Weber evidenzia come l’Italia sia un Paese centrale in Europa, uno dei padri fondatori. «In Italia c’è una popolazione pro-europea, non c’è nessun partito che vuole uscire dall’euro come invece in altri Paesi. Lavorerò sempre per includere l’Italia nel processo delle decisioni». E ancora: «Rispetto a due anni fa, la percezione che si ha in Europa di Giorgia Meloni è che sia cambiata notevolmente e che Antonio Tajani (vicepremier e vicepresidente Ppe da 22 anni) abbia contribuito molto. Adesso lei è rispettata come primo ministro, il suo governo di centrodestra è visto come pro-Europa, uno governo credibile che sta cercando di risolvere i problemi». Il messaggio insomma sembrerebbe chiaro. Sembra però di parlare di un altro Max Weber se invece si apre La Repubblica. Qui non si tratta di un’intervista ma di un off the records, si dice in gergo giornalistico. Informazioni fornite senza ufficialità, in sostanza un retroscena. Repubblica riporta quindi i virgolettati delle parole pronunciate dal politico tedesco che, ricorda, non è propriamente in ottimi rapporti con Ursula Von der Leyen. «Meloni in questo momento è isolata», avrebbe detto Weber al giornalista di Repubblica, «Lo è perché Scholz e Macron hanno chiesto a von der Leyen di non andare oltre il perimetro di Ppe, socialisti e liberali. Le hanno fatto pressione affinché non parlasse con la premier italiana, tenendo dunque fuori i Conservatori. È la fotografia della dinamica politica che ha portato al bis di Ursula alla guida della Commissione, frutto di un patto tra le tradizionali famiglie europee». «Scholz ha posto il veto su di lei», avrebbe ricordato sempre a porte chiuse il presidente dei popolari europei, «e Macron ha avuto forti tensioni con Meloni». Insomma due versioni leggermente diverse. La tesi di Meloni isolata tuttavia risulta un po’ forzata, quasi un desiderio della sinistra più che un dato oggettivo. Anzi in questo momento sono proprio i socialisti a farsi prendere dall’ansia per le nomine. Politico sostiene che abbiano timore di non ottenere posizioni in grado di influenzare la commissione Von der Leyen. «È importante che la nostra famiglia politica e il gruppo S&D al Parlamento europeo siano ben rappresentati nella prossima Commissione europea», ha detto a Politico Victor Negrescu, commissario nominato e capo della delegazione socialista rumena al Parlamento. I socialisti di centrosinistra hanno perso la guida dei governi che avevano negli ultimi anni, passando dai sette del 2022 ai quattro attuali (Danimarca, Germania, Malta e Spagna). In Romania i socialisti governano in coalizione con il centrodestra. Nel frattempo, il Ppe ha aggiunto un primo ministro dopo l’altro e ora controlla 11 seggi nel Consiglio. Lo squilibrio c’è e si vede. Anche se i socialisti sono arrivati secondi alle elezioni europee di quest’anno dietro al Partito popolare europeo, potrebbero ritrovarsi con solo quattro commissari su 27. D’altro canto il Ppe rischia di ottenerne ben 15 se si conta anche la presidenza già rinnovata a Ursula Von der Leyen. Ciò che resta verrà spartito tra la destra e Renew. Il nervosismo dei socialisti si traduce in piccole minacce. «Senza il pieno sostegno (dei socialisti, ndr) è difficile raggiungere una maggioranza forte in Parlamento», ha spiegato Negrescu ricordando che a settembre, i commissari, ad eccezione di von der Leyen, saranno interrogati dai membri del Parlamento europeo, che hanno la possibilità di respingere i candidati commissari europei. Anche René Repasi, altro europarlamentare socialista, ha avvertito che gli eurodeputati socialisti chiederanno ai commissari del Ppe di spiegare durante le prossime udienze come implementeranno le priorità socialiste nel loro mandato, minacciando di farli cadere se non riusciranno ad essere convincenti. Repasi si aspetta inoltre che i portafogli che si occupano di alloggi, affari sociali, concorrenza, commercio, clima ed energia siano nelle mani di commissari socialisti, mentre Negrescu spera di vedere temi economici e sociali con un forte potere normativo e finanziario. «Meno rilevanti saranno i portafogli dei commissari S&D, più difficile diventerà ottenere il sostegno dei S&D durante le udienze dei commissari e successivamente», ha aggiunto Repasi.In piena fase di trattative è dunque impossibile stabilire chi sia isolato e chi no a priori. La partita è ancora tutta da giocare e ad apparire in difficoltà sono invece i socialisti che appunto soffrono lo strapotere ottenuto dal Ppe e le buone, in alcuni casi ottime relazioni con i conservatori di Giorgia Meloni.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.