2025-03-14
«Il portavoce della Todde riunito con gli indagati distruggeva pizzini»
Il collaboratore dell’allora viceministro era nello studio del legale amico di Giuseppi per discutere la vendita di Termini Imerese.Il 22 settembre 2021 l’avvocato d’affari Luca Di Donna, legato all’ex premier Giuseppe Conte, è sotto intercettazione, essendo sotto indagine per diversi reati. Quel giorno accoglie nel proprio studio Jacopo Gasparetti, portavoce dell’allora viceministro dello Sviluppo economico (Mise) Alessandra Todde, ora presidente sub judice (per la rendicontazione dei rimborsi elettorali) della Regione Sardegna ed esponente di spicco del movimento Cinque stelle. All’incontro è presente anche l’imprenditore Marco Simeon. Gli investigatori, nella loro informativa del giugno 2023, annotano: «Nel corso della riunione, i tre, per rendere meno comprensibili a eventuali ascoltatori (intercettazioni) le loro affermazioni e le persone cui facevano riferimento, usavano allusioni, abbreviativi, scrivendo su dei fogli che, dopo aver visionato, distruggevano con un tritacarte. In particolare, dal tenore dei discorsi fatti durante la riunione, emergeva come i presenti, unitamente a un quarto uomo, allo stato non identificato, di nome Pietro, costituissero un vero e proprio comitato d'affari volto, attraverso le interlocuzioni verosimilmente illecite tenute con esponenti istituzionali, a inserirsi in importanti progetti imprenditoriali attualmente sottoposti ad amministrazione straordinaria e, per tale motivo, soggetti a dinamiche ministeriali gestite dal Mise o dal ministero dell'Agricoltura. Il riferimento, in particolare, è proprio alla società in amministrazione straordinaria Blutec Spa, titolare dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese». Una procedura gestita dal Mise del quale, come detto, la Todde era, all’epoca, viceministro. Il suo portavoce, nell’occasione, avrebbe promesso un intervento sulla donna per consentire la cessione dello stabilimento ex Fiat e Di Donna avrebbe dovuto farsi nominare consulente dai commissari nominati dal ministero. I carabinieri ricostruiscono il dialogo: «Gasparetti, in ordine alle difficoltà per la realizzazione del progetto, afferma: "Guarda in questo momento, Lu’, l’intoppo è semplicemente procedurale perché a livello politico c'è agibilità, hai capito?». Di Donna gli fa eco: «In via subordinata, io perché avevo pensato a quella soluzione là? A Pietro! O anche volendo alla stessa Fincantieri […]». Gasparetti insiste: «Quindi tu fammi capire .... devi fare il mandato come studio legale che supporta alcuni commissari ...». Di Donna approva: «Esatto! Nella cessione!». Gasparetti prosegue: «Così sei legittimato tranquillamente». E Di Donna conferma: «Bravissimo, Esatto!». Il portavoce chiede all’avvocato se avesse «fatto un passaggio con il commissario» e se questi gli avesse spiegato come fosse andato il tavolo e «il piano prospettive», ottenendo una risposta affermativa. Quindi Gasparetti conclude il ragionamento: «Senza che ci spariamo le pippe a vicenda, dimmi quando e facciamo l'incontro! Easy! Ci mettiamo a tavolino con Alessandra e smaltiamo 'sto problema! Con i commissari ... facciamo in 5 minuti, la facciamo in 5 minuti!». Gli investigatori rimarcano che «nel corso della conversazione si sente ripetutamente rumore di carta distrutta in un tritacarte, evidentemente i fogli su cui erano stati scritti i nominativi e le cifre afferenti l'operazione Termini Imerese che non dovevano essere captati da eventuali ascoltatori». Di Donna avrebbe esclamato: «No, no, questo non cosi! Ho il grinder (distruggi documenti, ndr)». E Simeon, «contento», avrebbe risposto: «No, sennò la buttavo nel cesso!». Frasi che, chiosano i carabinieri, sarebbero la prova «di quanto fossero per loro compromettenti le parole scritte su quei fogli distrutti».In conclusione, Gasparetti, che ancora oggi fa il portavoce della Todde, si presenta come uno che ha nella manica la «principale», tanto da far scrivere ai carabinieri: «In particolare, nel corso della conversazione, Gasparetti affermava che, per l'operazione T (Termini), Di Donna avrebbe dovuto interloquire con il C (verosimilmente uno dei tre commissari) e farsi dare il mandato. Poi, lui (Gasparetti) avrebbe parlato con "la sua" (verosimilmente l'allora vice ministro Todde) e l'assessore competente "T" (potrebbe trattarsi di Girolamo Turano, allora assessore delle Attività produttive della Regione Sicilia): alla prima, avrebbe chiesto un incontro, nel corso del quale la stessa vice ministro avrebbe spiegato a Di Donna (legittimato dall'essere in procinto di prendere il mandato) la situazione».Non sappiamo come si sia concluso questo filone d’indagine. Ma è possibile che sia stato archiviato come gli altri simili. Intanto lo stabilimento di Termini Imerese è stato venduto dalla Blutec in amministrazione straordinaria il 12 agosto 2024 alla Pelligra Italia holding srl per 8,5 milioni di euro con atto ufficializzato, per la sua importanza, dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Il polo industriale dovrebbe essere riadattato a baricentro intermodale di porto ed interporto per lo scambio di merci e servizi di food&beverage, prodotti manufatturieri e nuove tecnologie.
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