2021-10-26
Rossano Sasso: «Il Pd ci riprova, ma ci opporremo all’ideologia gender nelle scuole»
Ricomincia la discussione sul ddl Zan in Senato e il sottosegretario leghista all’Istruzione avvisa la sinistra: «Già ora vedo bimbi di 10 anni finire dallo psicologo. Non permetteremo che si faccia propaganda in classe»«Fino a quando sarò sottosegretario farò di tutto per oppormi all’ingresso dell’ideologia di genere nelle scuole. Va bene la lotta alle discriminazioni, ma propagandare la fluidità di genere per ragioni ideologiche o commerciali è inaccettabile: giù le mani dai bambini». Rossano Sasso, sottosegretario leghista all’Istruzione, è determinato. Alla vigilia della riapertura della discussione sul ddl Zan al Senato, Sasso si rivolge a «tutte le persone di buon senso, di destra e di sinistra» perché evitino la deriva ideologica nelle scuole. «Bisogna lasciare in pace i bambini, lo dico da pedagogista. Quando saranno più grandi avranno tutta la libertà di seguire i propri orientamenti. Ma nella scuola la propaganda non deve entrare. Da padre e poi anche da sottosegretario mi opporrò con tutte le mie forze a questo tentativo subdolo di infiltrare le nostre istituzioni scolastiche».Sta per ripartire la discussione sul ddl Zan. Il cui testo prevede proprio attività specifiche per le scuole.«Al Pd e alla sinistra italiana non basta più che ogni giorno i nostri figli vengano bombardati attraverso i social dal pensiero unico sulle teorie di genere. Vip e influencer si fanno quotidianamente paladini di una narrazione che esalta la mancanza di una precisa identità sessuale, il percepirsi a tutti i costi come “fluidi”. È una realtà di cui purtroppo dobbiamo prendere atto. Ora si prova anche l’assalto all’ultimo baluardo che cerca di resistere a questa folle ideologizzazione: la scuola».Per ora, almeno in teoria, la propaganda a scuola non è permessa.«C’è una circolare, la 1972 del 2015, che la vieta esplicitamente. È grazie a quella circolare che, mesi fa, ho potuto intervenire con decisione sulle “linee guida trans” che a un certo punto furono proposte nel Lazio».Forse però quella circolare sta diventando una barriera un po’ fragile.«Purtroppo nelle nostre classi si moltiplicano i tentativi di imporre certe teorie, utilizzando l’alibi dell’autonomia dell’insegnamento e facendosi beffe del consenso informato delle famiglie. Non sono ancora molti, per fortuna, ma vediamo casi di insegnanti o dirigenti scolastici ideologizzati che hanno già cominciato a spingersi oltre».Ad esempio?«Quando vedo Alessandro Zan andare in una scuola a illustrare la sua proposta senza contraddittorio mi sembra che ci sia spinti oltre».Ci sono scuole che hanno introdotto i bagni «gender free».«Se in una scuola c’è uno studente che sta seguendo un percorso di transizione bisogna tutelarlo, senza alcun dubbio. Ma da lì a dare vita a iniziative spot che servono a far parlare di sé e a propagandare la fluidità di genere ce ne passa… Io vorrei che non succedesse mai quel che è accaduto in una scuola americana, dove un ragazzo con la gonna ha stuprato una ragazza in bagno».Nel ddl Zan si parla di istituire una giornata contro l’omotransfobia a scuola. È d’accordo?«Quando sento parlare della celebrazione dell’ideologia Lgbt nelle scuole mi imbestialisco. Quando si fermeranno gli ideologi? Cos’altro vogliono? Hanno praticamente già vinto la battaglia culturale…».In che senso?«È evidente: tutto il sistema mediatico tende dalla stessa parte. Ormai basta esprimere un dubbio sull’ideologia Lgbt per essere tacciati di omofobia. A ogni livello, ovunque, si tenta di incentivare il disorientamento. Vedo ragazzi di 10 anni che finiscono dallo psicologo per questo. Le famiglie sono molto in difficoltà. È molto dura per i genitori competere con il resto del mondo che dà per acquisite certe teorie. È per questo che vorrei che la scuola fosse lasciata in pace, e spero in un’alleanza tra famiglie e educatori».Diranno che lei non vuole che si combattano le discriminazioni.«Io trovo giustissimo combattere le discriminazioni. Ma qui le discriminazioni non c’entrano niente. C’è un’offensiva che è dovuta a motivi ideologici oppure commerciali. Nessuno vuole minimizzare fenomeni odiosi come la discriminazione, il bullismo o gli atti di violenza nei confronti della comunità Lgbt, ma qui stiamo parlando di un’altra cosa. A 10-12 anni non si ha ancora la necessaria consapevolezza per affrontare determinati temi ed è facile rimanere disorientati e acuire il conflitto generazionale con le mamme e i papà. Le famiglie devono trovare nella scuola un alleato e non un amplificatore di queste teorie».Insomma secondo lei non servono altre azioni contro le discriminazioni.«Oggi le scuole hanno già tutti gli strumenti per fermare le discriminazioni. C’è già l’insegnamento dell’educazione civica, ad esempio. E poi, sinceramente, io mi fido molto dei professori e dei maestri e del lavoro quotidiano che fanno proprio per opporsi a ogni violenza e al bullismo».Se il ddl Zan dovesse passare al Senato che farà?«Mi auguro che non accada. In ogni partito ci sono sensibilità diverse e mi auguro prevalga il buonsenso. Non voglio immaginare che venga sdoganata la propaganda istituzionalizzata, sarebbe un punto di non ritorno. E poi questo non è un argomento di cui dovrebbe occuparsi un governo di unità nazionale, non rientra nell’agenda Draghi. Confido che si possano, per lo meno, eliminare dal ddl i punti controversi».E se non avvenisse?«Useremo tutti gli strumenti democratici, costituzionali e parlamentari per impedire prevaricazioni e derive ideologiche».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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