2025-06-17
Il Pd attacca la Lombardia perché non sposa il verde. La replica: «Ecco i dati»
Lucia Lo Palo (Imagoeconomica)
La presidente dell’Arpa regionale è passata sotto la gogna di Majorino & C. per aver detto che con il tycoon alla Casa Bianca l’approccio è meno ideologico.A volte si ha l’impressione che gli esponenti del Pd, che pur di avere un campo largo conquistando i Verdi ammettono che gli asini - in difesa della biodiversità - volano, non sappiano più a che Greta votarsi. La svedesina ha smesso di occuparsi di ambiente e si è specializzata nel gioco dei pacchi cercando di distribuirne a Gaza, ma i militari israeliani non sono così accomodanti come il Parlamento europeo, che si lascia insultare dalla prima che passa, e l’hanno rispedita in Svezia. Per il trauma la poverina si è rifiutata di guardare i video dell’orrore del 7 ottobre. Come si è sempre rifiutata di considerare che le sciagure da lei annunciate non si sono verificate. E con lei si rifiutano di prenderne atto i suoi seguaci come il capogruppo del Pd in Regione Lombardia, Pierfrancesco Majorino, uno che cerca sempre di stare dalla parte giusta. Non devono però averlo avvertito che la Heidi dei fiordiha cancellato il suo primo tweet del 2018 in cui affermava: «Entro il 2023 il mondo scomparirà». Pare sia caduto in prescrizione. La Gretina - nel senso di piccola Greta - affermava: «Un importante scienziato del clima avverte che il cambiamento climatico spazzerà via l’intera umanità se non smetteremo di usare i combustibili fossili nei prossimi cinque anni». Ma pare che non sia più così. Non si capisce allora perché se la piglino tanto con Lucia Lo Palo, che ha un solo torto: essere presidente dell’Arpa Lombardia, l’agenzia regionale che monitora l’ambiente, e parlare chiaro. In una intervista al canale Byoblu - impegnato sul fronte dell’informazione scevra da luogocomunismo - ha detto: «L’Europa, prima, parlando di ambiente e green era totalmente ideologizzata, adesso con l’avvento di Donald Trump stiamo vedendo che certe tematiche vengono affrontate in maniera molto più pragmatica». Ci vuole un bel coraggio di questi tempi a infilare in una frase due concetti che per la sinistra sono come lo smog negli occhi: Donald Trump e ambiente. Così Pierfrancesco Majorino ha emesso la sua scomunica per apostasia dell’ideologia green: Lucia Lo Palo «è una persona palesemente inadeguata. Incredibile che per un banale gioco di poltrone sia in quel posto. Esprimiamo solidarietà ai lavoratori di un ente che viene umiliato». Che Majorino parli di un banale gioco di poltrona fa già ridere così. Da figgicciotto ha cercato in tutti i modi di scalare il Pci, poi si è accasato con Massino D’Alema, ha sostenuto Nicola Zingaretti, da ultimo si è buttato con Elly Schlein e non si contano le volte che è stato trombato. Nel 2019 lo hanno spedito all’Europarlamento per risarcimento, nel 2016 alle primarie per il sindaco (eleggeranno Beppe Sala) era arrivato terzo, si è candidato nel 2023 in Regione: sconfitto; ha fatto perdere le regionali anche al suocero Riccardo Sarfatti, uno della Milano bene col portafoglio pieno e il cuore a sinistra, trombato da Roberto Formigoni nel 2005. A Majorino non è andato giù che la presidente dell’Arpa abbia osato affermare: «Il cambiamento climatico c’è da sempre. Ma è la gestione dell’uomo a fare la differenza, quando vengono puliti gli alvei dei fiumi come si deve, quando i tombini sono puliti l’impatto non è così devastante ove è possibile arginare». E dopo aver rivendicato - lei all’Arpa i dati li ha - che la qualità dell’aria in Lombardia, ma non nella Milano a zero macchine di Beppe Sala, è assai migliorata da «quando c’è il filtro antiparticolato per le Euro 4», ha aggiunto: «Il cambiamento climatico è spesso una scusante, è l’amministrazione dei territori che deve essere maggiormente incisiva». Troppo per chi difende la scelta europea di bloccare le auto Euro 5 dal primo di ottobre mandando a piedi, e molti sul lastrico, un milione di automobilisti in tutta la pianura Padana; troppo per chi come Pierfrancesco Majorino ritiene che Teresa Ribera, ora vicepresidente della Commissione europea con delega al Green deal, già ministro socialista dell’ambiente in Spagna, sia un baluardo contro la fine del mondo. In Spagna hanno scoperto che la Ribera ha messo al tappetto il sistema elettrico. Così il capogruppo del Pd al Pirellone ha rispolverato una vecchia polemica contro la Lo Palo, che in un’intervista all’Italpress disse: «Non credo che il cambiamento climatico sia frutto dell’uomo.» Majorino provò a impallinarla con una mozione che invitava la giunta a licenziarla. Lei ieri ha contrattaccato sostenendo: «Per me è diventato inaccettabile subire attacchi di questo tipo». Continua a ribadire che gli studi confermano sia che l’aria è migliorata sia che gli eventi avversi possono essere mitigati se il territorio è ben curato. E allora viene da pensare che il livore del Pd sia preventivo per evitare di finire nella bufera che disperde i consensi. Può accadere con lo stop agli Euro 5, che il Pd difende a Strasburgo e in Italia sostenendo che il traffico inquina troppo. Quanto all’ambiente, Milano ha subito forti attacchi al patrimonio forestale e il Sindaco Beppe Sala ha incrementato il consumo di suolo; l’affaire Salva-Milano, che dava il via libera ai cantieri, è la spia che di ambiente si parla molto, ma poi si fa poco. Come l’inesistente pulizia dei tombini che ha mandato la Madonnina sott’acqua. Ma non ditelo a Majorino.
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