
Il primo apparecchio durò otto ore. Ha salvato la vita a milioni di persone, tra cui Joseph Ratzinger, Silvio Berlusconi, Elton John e Micheal Douglas.Presto il pacemaker non avrà più bisogno di batterie. A ricaricarlo sarà l'energia sprigionata dal cuore stesso. L'idea è venuta ai ricercatori del Georgia institute of technology che, in collaborazione con l'università Jiao Tong di Shanghai, hanno creato un dispositivo dotato di una cornice in plastica flessibile, che racchiude diversi strati in grado di generare energia quando, a ogni battito, si curvano. In pratica queste sottilissime pellicole sfregando fra loro producono l'energia necessaria al funzionamento del pacemaker. Testato con successo sui maiali i ricercatori hanno potuto notare che il nuovo dispositivo ha corretto le aritmie sinusali di cui soffrivano gli animali. Una volta perfezionata, questa nuova tecnologia permetterà anche di prevenire altre anomalie, come la fibrillazione ventricolare. Le batterie dei pacemaker sono ingombranti e vanno cambiate ogni 5-10 anni con un'operazione che può provocare emorragie e infezioni. E dato che ogni anno ne vengono impiantati più di un milione - 50.000 in Italia - riuscire a evitare questi interventi migliorerebbe notevolmente la vita dei cardiopatici. Il pacemaker fu inventato per sbaglio. L'ingegnere statunitense Wilson Greatbatch, appassionato di onde corte, stava studiando l'uso dei transistor come rivelatori delle aritmie cardiache quando montò un resistore con valore sbagliato e si accorse che venivano create pulsazioni identiche al battito cardiaco normale. Aveva tra le mani un circuito in grado di controllare il battito. Per anni, nel laboratorio di casa sua, Greatbatch si scervellò per migliorare la sua invenzione: «Dovevo risolvere il problema di come ridurre un'apparecchiatura elettronica che aveva le dimensioni di un armadio, in un dispositivo grande come la mano di un bambino», che contenesse anche le batterie. E ci riuscì. Nel 1958 i medici del Veterans Administration Hospital di Buffalo dimostrarono che l'apparecchio, della grandezza di circa 5 centimetri cubici, poteva controllare il ritmo cardiaco nei cani da esperimento e nel 1960 il suo pacemaker regalò a Henry Hennafeld, il primo paziente a cui fu impiantato, altri 18 mesi di vita. In quell'anno il pacemaker venne impiantato in dieci persone, fra cui due bambini. Qualche anno dopo sostituì le vecchie batterie in zinco con quello a litio, più leggere funzionali. Con il pacemaker Greatbatch guadagnò un posto nell'Olimpo dei dieci contributi più importanti dell'ingegneria per la società secondo la National Society of Professional Engineers americana e, nel 1998, fu ammesso nella Hall of Fame ad Akron, Ohio. Greatbatch, morto nel 2011, non fu però né il primo né l'unico ad aver avuto quest'idea. Già nel 1941 l'ingegnere elettrotecnico canadese John Hopps, mentre studiava gli effetti del riscaldamento della radiofrequenza sull'ipotermia, scoprì che se il cuore smetteva di battere quando la sua temperatura scendeva poteva essere riattivato artificialmente mediante l'uso di uno stimolo meccanico o elettrico. Questa ricerca permise lo sviluppo della prima macchina defibrillatrice cardiaca, che Hopps usò per riavviare il battito nel cuore di un cane nel 1949. L'anno successivo, attraverso la ricerca sui cani, inventò anche il primo pacemaker, che però era troppo grande per essere posizionato internamente. Nel 1984 fu poi lo stesso Hopps a farsi impiantare un pacemaker. Morì nel 1998, a 79 anni.In Europa nel 1958 gli svedesi Rune Elmqvist e Ake Senning al Karolinska Institut di Stoccolma impiantarono un pacemaker di loro invenzione nel cuore di Arne Larsson, un 43enne infartuato. Il dispositivo, largo 10 centimetri per 250 grammi di peso venne collocato per via delle sue grandi dimensioni nello stomaco e durò solo otto ore. Larsson nella sua vita ne cambiò ben 25 prima di morire nel 2001 a 86 anni. Nel 1963 sempre in Svezia un altro team di medici impiantò il primo pacemaker capace di innescare le contrazioni sul cuore solo quando si fosse rilevata l'interruzione del normale ritmo cardiaco.Oggi i moderni pacemaker pesano 30 grammi, sono spessi non più di 4 millimetri e vengono impiantati sottopelle in anestesia locale con una piccola sonda che li fissa al miocardio. Da lì, in caso di ritmo rallentato o di arresto cardiaco temporaneo emettono un impulso elettrico che stimola il cuore a battere normalmente. I dispositivi moderni vengono controllati da medici e ingegneri grazie a connessioni wireless o bluetooth. Senza più bisogno di intervenire chirurgicamente sui pazienti. Il primo cuore online fu quello di Carol Kasyjanski, impiegata, mamma e nonna statunitense, che nel 2009, all'epoca sessantunenne, si fece impiantare al Saint Francis Arhythmia and Pacemaker Center di New York il primo pacemaker in grado di comunicare con computer, smartphone e altri dispositivi in rete. Con la connessione wireless i dottori sono in grado di cogliere in tempo reale qualunque tipo di anomalia e di intervenire prima che causi danni.Nella serie televisiva Homeland i terroristi riescono ad uccidere il vicepresidente americano manomettendo da remoto il suo pacemaker. Finora nessun hacker nella vita reale è mai arrivato a tanto ma i ricercatori della Purdue University dell'Indiana stanno mettendo a punto una nuova tecnologia in grado di proteggere i dispositivi biomedicali da accessi non autorizzati. In pratica anziché trasmettere dati attraverso il wireless o il bluetooth i segnali elettromagnetici passerebbero attraverso la pelle e i tessuti adiposi rendendo così impossibile l'acceso da remoto: per trasmettere i dati a uno smartphone, ad esempio, questo dovrà essere fisicamente in contatto con la pelle del paziente. Ormai gran parte dei pacemaker resiste ai campi magnetici, ma è sempre bene evitare i metal detector degli aeroporti e tenere il cellulare nel taschino della giacca. Al mare è meglio non fare immersioni o esporsi troppo al sole: alcuni pacemaker potrebbero surriscaldarsi. A metà degli anni Sessanta Louis F. Janeira, elettrofisiologo cardiaco a Terre Haute, Indiana, vide arrivare in pronto soccorso la sua paziente Mary a testa in giù. A tenerla per le caviglie il marito Jason. Questi sosteneva che solo così la moglie, a cui il giorno prima era stato impiantato un pacemaker, riusciva a rimanere sveglia e cosciente. Se la metteva giù sveniva. Janeira capì che a seguito di un pesante attacco di tosse la punta di piombo che veniva avvitata direttamente nel muscolo cardiaco s'era spostata. Per minimizzare i rischi rimandò Mary in sala operatoria a testa in giù. Il giorno seguente fu dimessa.Il pacemaker più piccolo del mondo pesa 2 grammi, misura poco più di 2 centimetri e dura circa 12 anni. Viene impiantato direttamente nella cavità cardiaca attraverso la vena femorale e non prevede l'utilizzo di elettrodi di stimolazione. A emettere gli impulsi pensano gli stessi ganci che lo ancorano al cuore. Una procedura che dura meno di 5 minuti e riduce notevolmente i rischi per il paziente. Da ultimo un sacchetto impregnato di antibiotici a rilascio graduale che avvolge il pacemaker è stato testato in quattro continenti su 7.000 pazienti con problemi cardiaci. Ha ridotto del 90% le infezioni nei malati cardiaci ad alto rischio.Irama sul pacemaker ha scritto una canzone per Sanremo. La ragazza con il cuore di latta la incontrò una notte in Salento: «Ero un po' disperso in giro con il mio musicista e ho conosciuto questa ragazza di 20 anni con il pacemaker. Aveva quindi un cuore di latta e un cuore vero strappato al battito naturale». La ragazza però non si chiama Linda come dice la canzone, né ha subito abusi dal padre. Il suo vero nome è Martina Nasoni, e ora è nella casa del Grande Fratello. Il papa emerito Benedetto XVI porta un pacemaker. Nel 2013 per sostituire le batterie si affidò al cardiochirurgo Luigi Chiariello, direttore della cattedra dell'università di Tor Vergata, che curava i battiti e le frequenze cardiache del papa da dieci anni, quando, sempre a Roma, gli impiantò il suo primo pacemaker. L'intervento andò benissimo ma ci fu chi ipotizzò che si dimise proprio per il suo cuore affaticato. Baby Taylor è stata la prima neonata al mondo, nel 2009, a cui è stato impiantato un pacemaker. Tra le altre personalità che hanno il pacemaker il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi (se lo fece impiantare a Cleveland nel 2006), il presidente di Israele Reuven Rivlin, l'ex vicepresidente Usa Dick Cheney, sir Elton John e Kirk Douglas che oggi ha 102 anni. Lo hanno avuto anche Madre Teresa di Calcutta, Roger Moore e Alfred Hitchcock.
Christine Lagarde (Ansa)
I tassi restano fermi. Forse se ne parlerà a dicembre. Occhi sulla Francia: «Pronti a intervenire per calmare i mercati».
Peter Mandelson, amico di Jeffrey Epstein, e Keir Starmer (Getty)
Il primo ministro: «Rimosso per rispetto delle vittime». Pochi giorni fa lo difendeva.
Il problema non sono i conti pubblici, ma il deficit della bilancia commerciale. Dovuto a una moneta troppo forte, che ha permesso acquisti all’estero illimitati. Ora per tornare competitivi serve rigore, ma senza poter smorzare le tensioni sociali con la svalutazione.
2025-09-12
Migranti, Meloni: «Il governo non si rassegna. Combattiamo il traffico di esseri umani»
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Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
Il premier al Forum della Guardia Costiera: «Il Calo degli sbarchi è incoraggiante. Il nostro approccio va oltre le inutili ideologie».
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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