2020-02-22
Il morbo dilaga nelle carceri cinesi. «Emergenza» in Corea: oltre 200 casi
Pechino segnala oltre 500 contagi in diverse prigioni in tutto il Paese: licenziati i funzionari per negligenza Seul attua misure straordinarie in due città e chiede a 9.000 fedeli di una setta di mettersi in quarantena.Continua a far tremare il mondo l'epidemia di coronavirus. L'ultimo bollettino diffuso nella serata di ieri dall'Organizzazione mondiale della sanità non fa ben sperare. Complessivamente, i casi di Covid-19 (questo il nome ufficiale del virus) riscontrati a livello globale sono 75.567 (829 in più rispetto al giorno precedente), e il numero totale dei decessi si attesta a 2.239, con un incremento di 118 morti nelle ultime 24 ore. La notizia che a prima vista potrebbe sembrare positiva è il rallentamento del ritmo dei nuovi casi, sotto la soglia del migliaio al giorno. Tuttavia, ha fatto notare il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, «la diminuzione è parzialmente attribuibile a un ulteriore cambiamento da parte della Cina nella modalità con la quale vengono riportate le cifre». Solo la scorsa settimana, infatti, Pechino «aveva deciso di dichiarare positivi anche i casi basati sulla sintomatologia, in aggiunta a quelli diagnosticati in laboratorio», mentre ora «si è passato a considerare quelli sospetti e quelli confermati da analisi cliniche». Nemmeno la massima autorità mondiale in ambito sanitario, tuttavia, si fida ciecamente di questo ennesimo cambio di rotta. «Ciò potrebbe essere indicativo dal fatto che il sistema sanitario a Wuhan ha riacquistato la capacità di testare tutti i casi sospetti di coronavirus», ha spiegato Tedros, «e di conseguenza, alcuni casi che prima erano stati considerati positivi solo sulla base dei sintomi sono stati sottratti dal totale perché il risultato al test clinico è negativo». La confusione sotto il cielo di Pechino, insomma, continua a regnare sovrana. Sempre parlando della Cina, pur salutando con favore la diminuzione dei casi nella provincia dell'Hubei - epicentro dell'epidemia - il direttore generale dell'Oms si è detto «preoccupato dall'incremento di casi nella provincia dello Shandong». Man mano che passano le ore, diventa sempre più drammatica la condizione nelle prigioni cinesi, dove si contano ormai più di 500 persone infettate in 5 diverse strutture. Degli 889 nuovi casi riportati dalle autorità nella notte tra giovedì e venerdì, ben 200 riguardano ospiti delle carceri. Molto probabilmente, il contagio si è diffuso anche a causa delle scarse condizioni igieniche. Nella prigione femminile di Wuhan si contano 230 casi confermati, e altri 200 (oltre a 10 sospetti) nella struttura di Rencheng, nella provincia dello Shandong. Secondo le ricostruzioni delle autorità locali, una guardia di Rencheng avrebbe iniziato a tossire e mostrare altri sintomi del coronavirus ai primi di febbraio. Solo giovedì, dopo aver finalmente effettuato il test, si è scoperto che delle oltre 2.000 persone tra carcerati e guardie ben il 10% risultava infetto. Pechino ha disposto un'indagine per appurare la responsabilità di questi casi, e nel frattempo Xie Weijun, segretario della sezione locale del Partito comunista dello Shandong e responsabile della giustizia, è stato rimosso dal proprio incarico insieme a una decina di altri funzionari. Desta una certa ansia anche l'andamento dell'epidemia negli altri Paesi. «Nonostante il numero totale dei casi al di fuori della Cina rimanga relativamente basso», ha dichiarato il direttore dell'Oms Tedros, «siamo preoccupati». In cima alla lista delle situazione allarmanti c'è la Corea del sud, che ad oggi rappresenta il secondo Paese per numero di casi: «Stiamo lavorando in collaborazione con il governo per comprendere le dinamiche di trasmissione che hanno portato a questo aumento del numero di casi». Nella giornata di ieri, Seul ha denunciato 100 nuovi casi di coronavirus, raddoppiando il numero totale che è così arrivato a 204. I morti invece sono saliti a 2. Il picco di contagi si è avuto nella regione intorno alle città di Taegu e Cheongdo, dove il governo, che ha dichiarato l'«emergenza», ha annunciato misure speciali di sicurezza. Molti dei casi registrati sono connessi alla setta della chiesa di Gesù Shincheonji, e in particolare a una donna che avrebbe continuato a frequentare le celebrazioni anche dopo avere mostrato i sintomi del virus. Oltre 400 persone che sono venute a contatto con lei, sostengono le autorità locali, mostrano i segni del Covid-19, mentre più di 300 non sono ancora rintracciabili. «Diversamente da altre chiese, quella di Shincheonji fa ammassare i propri membri per terra durante le funzioni», ha dichiarato al New York Times un ex membro della setta, e ciò avrebbe favorito la proliferazione dell'infezione. A 9.000 membri della setta è stato chiesto di mettersi in quarantena e ora si teme che Taegu diventi la nuova Wuhan. Una menzione a parte la merita anche la diffusione del virus in Iran, dove si sono registrati 18 casi e 4 morti nelle ultime 48 ore. Numeri drammatici, che nei prossimi giorni sono destinati senza dubbio a salire.