2019-02-03
Il M5s sbrocca e dal No Tav passa agli insulti
È muro contro muro con la Lega sull'Alta velocità. Luigi Di Maio tiene il punto: «Con noi al governo non si fa». Ma Alessandro Di Battista perde il controllo: «È un buco inutile, Salvini non rompa i co...». Il leghista indica la via d'uscita nei risparmi possibili: «Ci accorderemo».Se è poco realistico che il governo cada sulla Tav, certo è che che la trivella di polemiche azionatasi in queste ore non fa bene alla tenuta dell'impalcatura gialloblù. Per questo ieri hanno gettato acqua sul fuoco delle polemiche sia Matteo Salvini che Danilo Toninelli, due ministri che sulla lotta all'immigrazione clandestina stanno lavorando in piena armonia, e che invece sulla Tav hanno due posizione completamente diverse: il vicepremier della Lega è favorevole al completamento dell'opera, il ministro delle Infrastrutture del M5s contrario.Un fatto è, però, che il livello delle tensioni, complice anche la campagna per le europee agli esordi, si sia pericolosamente alzato: l'altro ieri Matteo Salvini, visitando il cantiere di Chiomonte e pronunciandosi per il sì alla Tav, ha accontentato i suoi elettori. Dopo 24 ore, è arrivata la durissima presa di posizione di Luigi Di Maio, il vicepremier e capo politico del M5s, che ha invece ribadito la contrarietà del suo partito alla Torino-Lione. Due posizioni opposte, come detto, che possono però incontrarsi: il punto di equilibrio, al quale stanno lavorando sottotraccia gli sherpa, potrebbe essere la versione «low-cost» della Tav, che verrà poi, probabilmente, benedetta da un referendum. Nell'attesa, la dialettica sul tema tra Lega e M5s diventa incandescente, così da monopolizzare i titoli dei giornali e marginalizzare le opposizioni, mantenendo sia gli elettori favorevoli che quelli contrari all'opera all'interno del perimetro della maggioranza. «Fino a quando ci sarà il M5s al governo», ha detto ieri Luigi Di Maio, da Penne, dove si trovava per sostenere la candidata a presidente dell'Abruzzo Sara Marcozzi, in vista delle elezioni regionali del prossimo 10 febbraio, «per quanto mi riguarda, la Tav Torino-Lione non ha storia e non ha futuro. Le peggiori lobby di questo Paese vogliono che si inizi a fare la Tav, che sta a zero come cantiere. Quando tutti quei signori che hanno sostenuto l'opera ,come Renzi e Berlusconi, stanno da una parte, il M5s sta dall'altra, ovvero dalla parte delle opere utili, come quella di una nuova metropolitana a Torino, una linea Roma-Pescara, una linea Roma-Matera, una linea Tav Palermo-Catania. Cioè dalla parte delle opere da fare. Quando quei signori dei grandi potentati economici che hanno ridotto questo Paese in queste condizioni», ha aggiunto il vicepremier, «cominciano a tifare per un'opera inutile come la Torino-Lione, il M5s sta dalla parte opposta. Noi finché saremo al governo ci opporremo a spendere 20 miliardi per la Tav», ha proseguito Di Maio, «quando con 20 miliardi costruisci 2.500 scuole antisismiche e 150.000 aule per due milioni e mezzo di alunni». Insieme a Di Maio e alla Marcozzi, c'era anche Alessandro Di Battista, che si è abbandonato al turpiloquio: «Nei prossimi mesi», ha attaccato il custode dell'ortodossia grillina dopo Beppe Grillo, «diranno che siamo contrari alle infrastrutture e alle grandi opere. Non è vero, ma si parla solo di buchi ridicoli, Tav e stronzate del genere. Se la Lega intende andare avanti su un buco inutile che costa 20 miliardi di euro e non serve ai cittadini, tornasse da Berlusconi e non rompesse i coglioni».Molto più diplomatico il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli: «Sappiamo», ha detto Toninelli intervistato sul tema dalla Stampa, «che su questo dovremo trovare un punto di caduta con la Lega, esattamente come prevede il contratto di governo. Sono convinto che troveremo la quadratura del cerchio, come abbiamo sempre fatto. E sono certo che il governo non è assolutamente a rischio. Prometto tempi stretti e, aggiungo, anche nessun soldo perso o sprecato. L'analisi costi-benefici? Nessuno sta tergiversando», ha aggiunto Toninelli, «la renderemo nota dopo aver condiviso i risultati con la Francia e la Ue. Stiamo parlando di pochissime settimane, e faremo piena trasparenza». Sempre alla Stampa ha detto la sua Matteo Salvini: «Non mi farete mai litigare con il M5s. La stabilità di governo», ha ribadito Salvini, «non è messa in discussione. Sono fiducioso che la Tav si faccia. Ragioneremo con pacatezza e, come facciamo sempre, troveremo un compromesso. Nessuno di noi è un ultrà che rimane fermo sulle sue posizioni, bisogna andare a vedere per capire di cosa sto parlando. Una cosa è parlarne in via teorica e guardare in televisione quello che è stato fatto, un'altra cosa è vedere di persona come ho fatto io. Si tratta di una grande opera ingegneristica, un miracolo italiano. Ci dovrebbero andare anche le scolaresche in quelle gallerie. Poi possiamo metterci attorno a un tavolo», ha aggiunto Salvini, «e discutere perché il M5s ha ragione nel dire che il progetto originario è stato sovrastimato. Possiamo, anzi dobbiamo rivederlo».Dunque, il progetto verrà rivisto nella direzione di ridurre sia i costi che l'impatto ambientale. Una Tav versione light, con il drastico ridimensionamento della megastazione di Susa, (risparmio previsto circa 200 milioni di euro); l'eliminazione o il rinvio a data da destinarsi della realizzazione della tratta nazionale, che da Bussoleno va verso Torino con una galleria che attraversa la collina morenica (risparmio previsto 1,4 miliardi di euro). L'Italia, lo ricordiamo, deve contribuire alla realizzazione della Tav, secondo il progetto originario, con circa 4 miliardi di euro: risparmiarne 1,6 sarebbe già un grosso risultato. «Sulla Tav», ha precisato nella serata di ieri Matteo Salvini, «si trova un accordo, come sempre, e si fa. C'è già una ipotesi di accordo, gli italiani hanno bisogno di viaggiare».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)