2018-09-21
Il governo frena l’Ocse ma non le accise
L'organizzazione abbassa le stime del Pil, accusa l'Italia di destabilizzare l'Ue e chiede di non toccare la Fornero: il solito refrain Giuseppe Conte: «Attacchi senza fondamento». Intanto Giovanni Tria non conferma il taglio delle imposte sulla benzina e ricorda: «Nel 2019 saliranno».L'Ocse sollecita l'Italia a non «disfare la riforma Fornero», uno dei punti principali del contratto tra 5 stelle e Lega, e fa così infuriare il governo, che invita l'organizzazione, in sostanza, a non impicciarsi dei fatti di casa nostra.Lo scontro prende le mosse dalle previsioni intermedie dell'Organismo per lo sviluppo e la cooperazione economica, che taglia la crescita e avverte: la Brexit e l'Italia sono tra i «rischi» che potrebbero impedire all'Europa di prosperare. Secondo le stime Ocse il Pil italiano dovrebbe calare all'1,2% nel 2018, contro la stima di maggio dell'1,4%. Per il 2019 la crescita rimane invece invariata all'1,1%. Alla domanda su quali fossero i «rischi politici» che potrebbero «impedire all'Europa di prosperare», Laurence Boone, la capoeconomista ha risposto così: «il primo è la Brexit. È molto importante arrivare a un accordo che consenta di mantenere le relazioni più strette possibili tra Gran Bretagna e il resto dell'Ue. Poi», ha aggiunto, «c'è quanto sta accadendo in Italia, dove la crescita è debole e il debito elevato. Bisogna assolutamente continuare le riforme lanciate dal governo precedente. E la spesa pubblica non deve servire a sostenere artificialmente la crescita con i consumi, ma puntare agli investimenti produttivi». Ma il punto che ha innescato la rabbia di Roma riguarda in particolare le pensioni: in conferenza stampa, la responsabile dell'Ocse ha invitato l'Italia a «non disfare le riforme» del precedente governo, in particolare, la «riforma Fornero», spiegando che è «vitale per la crescita». «Se si tratta di ridurre l'età pensionabile», ha puntualizzato, «sappiamo che questo non crea occupazione, non sono i giovani che rimpiazzano gli anziani». Per lei, cambiarla sarebbe anche «ingiusto da un punto di vista di equità intergenerazionale», un «fardello che si farà pesare sui giovani». Quindi, anche in vista della prossima legge di bilancio, l'appello a «preservare la fiducia». Quella degli «imprenditori», ma anche quella relativa alla sostenibilità del debito. «L'Italia», ha osservato citando l'avanzo primario del nostro Paese», ha fatto sforzi straordinari costanti e persistenti. È importante che continui e che rispetti le regole dell'Unione europea». La sua ricetta: «dirigere la spesa verso gli investimenti produttivi che fanno la crescita di domani: istruzione, digitale, infrastrutture...».A stretto giro è arrivata la reazione del vicepremier Luigi Di Maio, che su Facebook ha avvertito: «L'Ocse non deve intromettersi nelle scelte di un Paese sovrano che il governo democraticamente legittimato sta portando avanti. Quasi due terzi degli italiani sono con noi. I burocrati se ne facciano una ragione. Siamo stati eletti anche per questo e manterremo l'impegno preso». Meno aggressiva, ma pur sempre contraria, la replica del premier Giuseppe Conte, che senza voler «raccogliere polemiche», sostiene che si tratta di «valutazioni che non possono essere supportate da fatti. Io so che stiamo facendo una riforma strutturale e una manovra seria: noi vogliamo essere credibili, innanzitutto per i nostri cittadini e poi lo saremo anche per i mercati. Ciò che più rammarica dell'analisi dell'Ocse è che anche stavolta sembra non aver capito granchè di quanto sta accadendo a Roma. Ci chiediamo che senso abbia una tale organizzazione se come spesso succede si limita a osservazioni superficiali. Ci sarebbe piaciuto invece un'analisi dettagliata della contraddizione alla quale il governo sta andando incontro. Da un lato progetta quota 100, un sistema che con un costo relativamente basso, consente di anticipare l'età pensionistica e dall'altro lato il governo sembra ancora voler confermare il taglio delle cosiddette pensioni d'oro. Un intervento lineare sul sistema retributivo che in realtà rafforza la stessa legge Fornero. Per quanto riguarda le stime sul Pil bisognerà aspettare lunedì prossimo quando anche l'Istat metterà nero su bianco la propria posizione. A quel punto il governo sarà pronto per inviare (entro il 27 settembre) la manovra a Bruxelles. Inutile dire che l'Ocse nulla scrive su tutti i vincoli che sono frutto delle eredità precedenti. Le clausole di salvaguardia risalgono all'epoca del governo Berlusconi. Mentre sono di estrema attualità le accise. Nel contratto di governo, un comma prevede il taglio dell'imposta sulla benzina. Il ministero dell'economia, in risposta a un'interpellanza di Forza Italia, ricorda che le accise si possono tagliare in modo lineare e che non si possono eliminare secondo gli strati che negli anni si sono sovrapposti. Soprattutto ricorda che l'anno prossimo le accise aumenteranno. Un regalo del governo Letta e di quello di Matteo Renzi. Il primo ha innescato la bomba e il secondo l'ha spostata al 2019. Si tratta di 400 milioni. Adesso però il governo di Giuseppe Conte dovrà darsi da fare per trovare almeno 600 milioni se vuole tagliare e disinnescare il prossimo aumento. La risposta al Parlamento del Mef è molto sibillina e lascia intendere che l'aumento si avvicinerà. Al contrario, sempre ieri, sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio e Giuseppe Conte hanno fatto eco a Giovanni Tria. Hanno garantito che l'Iva non aumenterà. Nessuno ha però escluso che alcune aliquote possano essere rimodulate per alzare il gettito. La strada si stringe sempre più e l'ipotesi del deficit appare sempre più verosimile. Se la barra è il 2%, non si esclude che si possa invece arrivare al 2,8%. Tanto Renzi aveva aperto il solco chiedendo il 2,9%.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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