2019-02-05
Il giallo dei paletti sugli impegni sanitari che limiterebbero l’accesso al reddito
Nel decreto una frase tira in ballo il ruolo dei medici «controllori» Dal Mise: «I vaccini non c'entrano». Serve fare chiarezza in Aula.Opportunità per gli under 45: oltre a «ricomprare» il tempo degli studi a prezzo fisso (5.240 euro per ogni anno) potranno anche incrementare l'assegno. Ma l'ente alza le barricate per un presunto rischio incostituzionalità.Luigi Di Maio presenta misura e card. Per l'esecutivo ne usufruiranno in 4,9 milioni, l'istituto li riduce a 2,7 milioni.Lo speciale contiene tre articoliNon solo la messa online del sito www.redditodicittadinanza.gov.it e la presentazione della prima card. Due altri temi (solo apparentemente più tecnici) sono sul tappeto dopo il recente varo del decretone sul sussidio e su quota 100, in attesa del percorso di conversione parlamentare. Vediamo subito il primo. In Rete (e in Parlamento) si è creata una certa fibrillazione a seguito della lettura dell'articolo 7 comma 9 del decretone. Com'è noto, il provvedimento prevede sanzioni e penalizzazioni (fino alla perdita del sussidio) per chi abbia una serie di comportamenti che non testimonino serietà di impegno: rifiuto delle tre offerte di lavoro, assenze reiterate ai corsi di formazione, e così via. Ma c'è di più: si evoca anche il «mancato rispetto di impegni di prevenzione e cura della salute, individuati da professionisti sanitari». Molto dettagliata la casistica delle sanzioni: «decurtazione di due mensilità dopo un primo richiamo formale al rispetto degli impegni»; «decurtazione di tre mensilità al secondo richiamo formale»; «decurtazione di sei mensilità al terzo richiamo formale»; e infine «decadenza dal beneficio in caso di ulteriore richiamo». Il fatto che poi, nello stesso comma 9, sia citato (sia pure a proposito dei corsi di istruzione) «un componente minorenne» della famiglia del titolare del reddito di cittadinanza, ha indotto alcuni osservatori all'associazione di idee con l'obbligo vaccinale, e quindi a concludere che vi sia una sorta di «scambio»: se vuoi il reddito di cittadinanza, dev'essere tutto a posto con gli obblighi vaccinali nella tua famiglia. In effetti, comunque la si pensi in materia di vaccini, a prima vista la norma desta qualche interrogativo. Da un lato, si può sostenere che in ogni caso esiste la legge Lorenzin, cioè l'obbligo vaccinale, e quindi il nuovo decreto non introduce alcuno sconvolgimento particolare. Dall'altro, si può obiettare che un conto è il comportamento di un individuo rispetto all'obbligo vaccinale, altro conto è il suo stato di povertà, e che dunque è improprio sovrapporre sia pur indirettamente questi due piani, o - più in generale - dare l'impressione che lo Stato «etico» possa decidere di escludere da un sussidio in base all'aderenza o meno a indirizzi medico-scientifici.Dal ministero, fonti tecniche di primo piano smentiscono però in modo assoluto ogni ricostruzione di questo tipo e tengono a rassicurare. «Con il reddito di cittadinanza», si fa sapere , «non è previsto e non sarà aggiunto in futuro alcun obbligo ulteriore. Il quadro, pertanto, può dirsi immutato non soltanto in riferimento alla precedente misura del reddito di inclusione, ma anche con riferimento all'ancora più risalente Sia (sostegno per l'inclusione attiva). Questo è confermato non solo dalle disposizioni, ma chiarito, in aggiunta, anche dalle relazioni allegate». E questo è a maggior ragione vero con riferimento ai vaccini, secondo il ministero: si precisa che «il reddito di cittadinanza non introduce né obblighi ulteriori né disposizioni differenziate per i suoi percettori. Con la sottoscrizione del patto, il cittadino percettore si impegna a tutelare la salute dei suoi familiari per cui lo Stato prevede una misura differenziata e calibrata sulle relative esigenze. Con ciò si fa riferimento alla necessità che il richiedente si prenda cura dei soggetti del proprio nucleo, affinché siano oggetto di specifici bisogni. L'obbligo vaccinale persiste oggi secondo le normative attualmente previste, e secondo i relativi limiti. Tali limiti e tali obblighi permangono pertanto anche in capo ai percettori del reddito di cittadinanza, che saranno tenuti a rispettarli, né più né meno come tutti gli altri cittadini». Così le fonti ministeriali direttamente interpellate dalla Verità. Ma un chiarimento in questo senso in sede di conversione parlamentare sarà probabilmente utile.Veniamo al secondo punto. Su un altro piano, è necessario ricordare che entrambe le parti qualificanti del decreto (quota 100 e reddito di cittadinanza) richiederanno un congruo numero di ulteriori decreti attuativi. Secondo quanto La Verità ha appreso da fonte diretta governativa, non si tratterebbe di 24 (come si è letto nei giorni scorsi) ma di una quindicina di provvedimenti, il 60% dei quali riguarderà quota 100, mentre il restante 40% avrà ad oggetto il reddito di cittadinanza. Nell'80% dei casi, si tratterà di provvedimenti congiunti tra Mef e Ministero del Lavoro, nel restante 20% di atti del solo Mef. Sul fronte pensionistico, il più importante è forse il punto relativo all'intesa tra Abi e ministeri interessati per l'erogazione anticipata della liquidazione. Sul versante del reddito di cittadinanza, serviranno diverse puntualizzazioni normative e procedurali, relative a svariati aspetti: il modello per la richiesta, l'accesso ai benefici per le imprese che assumeranno, i meccanismi di controllo delle spese effettuate attraverso la card, e così via. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-giallo-dei-paletti-sugli-impegni-sanitari-che-limiterebbero-laccesso-al-reddito-2627989026.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="riscatto-laurea-pensione-piu-ricca-linps-pero-si-e-gia-messo-di-traverso" data-post-id="2627989026" data-published-at="1764633548" data-use-pagination="False"> Riscatto laurea, pensione più ricca. L’Inps però si è già messo di traverso Il decreto legge numero 4 del 2019, meglio conosciuto come «decretone» perché contiene quota 100 e reddito di cittadinanza, se verrà convertito in legge potrebbe potenzialmente fare felici circa 7 milioni di italiani. Si tratta di tutti i laureati del nostro Paese dal 1996 in poi, circa 300.000 l'anno per 23 anni, che potrebbero avere la possibilità di riscattare la laurea in modo agevolato. Il meccanismo di riscatto è lo stesso previsto per gli inoccupati (coloro che non hanno versato alcun contributo nella loro vita) ed è valido per gli anni di laurea successivi al 1996, quando cioè è entrato in vigore il sistema contributivo di calcolo della pensione, sostituendo dunque (o, per chi già lavorava, affiancando) quello retributivo. In pratica, grazie al decreto (lo stesso che consentirebbe anche di colmare i «buchi» di versamento all'Inps) chi ha fino a 45 anni di età ed ha conseguito interamente a partire dal 1996 o parzialmente un corso di laurea o un dottorato (se non pagato dall'azienda per cui si lavora) potrà riscattare gli studi indipendentemente dal reddito attuale (dunque sia questo elevato o molto basso). L'importo sarà rateizzabile in un massimo di 10 anni, senza interessi e rappresenterà un onere deducibile nell'anno o negli anni di imposta in cui viene materialmente sostenuto. Il riscatto sarà pari al 33% del minimale di reddito della gestione dei lavoratori autonomi, cioè a un prezzo che dovrebbe aggirarsi intorno ai 5.240 euro per ogni anno riscattato. Le buone notizie non finiscono qui: il riscatto agevolato non permetterà solo di aumentare l'anzianità contributiva, ma incrementerà anche il montante versato. In parole povere, la pensione si raggiungerà prima e sarà più alta perché si sarà versato di più. Purtroppo però queste novità valgono solo per gli iscritti all'Inps e non per quelli alle casse professionali. C'è però forse una scappatoia grazie al cumulo contributivo potenziato dal 2017. Per tutti coloro che hanno almeno un contributo accantonato in una gestione Inps, si potrebbe fare affidamento sulla possibilità di riunire le contribuzioni come previsto dalla legge 228/2012. Il problema è che il decreto deve essere ancora convertito in legge è c'è già chi, tra cui il presidente dell'Inps Tito Boeri e alcuni tecnici di Camera e Senato, solleva dubbi di incostituzionalità perché il limite temporale del 1996 non garantirebbe una parità di trattamento tra chi può godere delle agevolazioni e chi no. In particolare, i tecnici invitano a considerare che «secondo il principio costituzionale della parità di trattamento, le ragioni della diversità dei criteri di calcolo a seconda che il soggetto si trovi al di sotto o al di sopra di una certa soglia anagrafica» non sarebbero corrette. Senza tener conto che i vantaggi previdenziali varrebbero solo per le gestioni Inps, e i tecnici hanno evidenziato che nell'ordinamento vigente il riscatto è previsto anche per lavoratori diversi da quelli subordinati. In realtà, però, anche per il sistema previdenziale quota 100 i vantaggi interessano solo gli iscritti all'Inps e non per i lavoratori delle casse professionali, ma non pare che la norma sia stata bloccata in Parlamento per questo motivo. Che la norma passi senza modifiche o meno, viene però da chiedersi quale impatto potrebbe avere il riscatto agevolato sui conti pubblici. Secondo la relazione tecnica del decreto, il riscatto agevolato non dovrebbe avere un peso eccessivo. Nel biennio tra il 2016 e il 2017 sono state 11.000 le persone che hanno fatto domanda per riscattare gli studi a cui si devono aggiungere un centinaio di domande da «inoccupati». Un numero esiguo che, però, potrebbe aumentare visti i benefici di un eventuale riscatto agevolato. Con buona probabilità, però, il riscatto «light» sarebbe un vantaggio per i giovani, particolarmente per coloro che prima dei 45 anni hanno redditi più alti della media. Secondo le simulazioni realizzate dal Sole 24 Ore, un giovane di 30 anni con un reddito di 17.000 euro l'anno che ha seguito un corso di studi di tre anni, pagherebbe 16.830 con il riscatto ordinario e 15.723 con quello agevolato. Il vantaggio sarebbe del 6,6% in questo caso. Con 4 anni di corso, 43 anni e un reddito di 20.000 euro, il risparmio sarebbe circa del 20,6% da 26.400 a 20.964 euro. Un lavoratore di 44 anni che ha fatto 5 anni di ingegneria e prende 60.000 euro l'anno avrebbe un vantaggio enorme. Con la versione light pagherebbe 26.205 euro, con quella ordinaria 99.645 euro. Il risparmio sarebbe del 73,7%. È chiaro dunque che questa soluzione potrebbe rappresentare l'uovo di colombo per lavorare un po' meno e avere un montante previdenziale maggiore. Si tratta solo di capire se c'è la voglia di mettere in pratica una buona idea o meno. Gianluca Baldini <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-giallo-dei-paletti-sugli-impegni-sanitari-che-limiterebbero-laccesso-al-reddito-2627989026.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="guerra-dei-beneficiari-tra-governo-e-istat" data-post-id="2627989026" data-published-at="1764633548" data-use-pagination="False"> Guerra dei beneficiari tra governo e Istat «Tutti coloro che dicono che è impossibile dovrebbero lasciar stare chi ce la sta facendo». Orgoglioso ed emozionato, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio ha citato Einstein, ieri pomeriggio, alla presentazione della prima card e del sito online del reddito di cittadinanza, nuova misura di sostegno al reddito promossa dal M5s e approvata nel «decretone» dal governo gialloblù che partirà dal 1 aprile 2019. «È stato un grande lavoro di squadra, che continua in queste ore. Oggi teniamo fede a un'altra promessa: fra pochi secondi lancerò online il primo sito internet del reddito di cittadinanza. Da oggi tutti gli italiani con questo sito potranno conoscere quali documenti e adempimenti da compiere per arrivare preparati e accedere al reddito», ha detto il ministro dello Sviluppo e del Lavoro. Il governo ieri ha annunciato che il sostegno andrà a 4,9 milioni di persone, cifra quasi dimezzata per l'Istat (2,7 milioni) e abbassata ulteriormente dall'Inps (2,4 milioni). L'importo annuo medio, per l'Istat, sarà di 5.045 euro, il maggior numero di beneficiari saranno invece le casalinghe, circa 600.000. Il sito servirà per inviare telematicamente la richiesta per beneficiare del sussidio, la card, di colore giallo gestita da Poste italiane, è il mezzo attraverso cui spenderlo. Il sito, www.redditodicittadinanza.gov.it fornisce tutte le informazioni utili ed è il canale diretto per accedere al Rdc. A partire dal 6 marzo, oltre che al canale Web, per le domande ci si potrà rivolgere anche a tutti gli uffici postali, utilizzando l'apposito modulo predisposto dall'Inps, e ai Caf (in questo caso seguendo le istruzioni che nelle prossime settimane verranno rese note). Per poter utilizzare il sito occorre però essere in possesso delle credenziali Spid, ovvero la password che consente l'accesso a tutti i servizi pubblici on line. Per accedere al reddito di cittadinanza, sarà necessario avere un Isee inferiore a 9.360 euro (se si vive in una casa in affitto), un patrimonio immobiliare di non più di 30.000 euro, un patrimonio finanziario inferiore a 6.000 euro, ed essere residenti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in maniera continuativa. Limiti che cambiano se il nucleo familiare è più numeroso. Nessun familiare deve aver lasciato un lavoro volontariamente nei 12 mesi precedenti. Bisognerà avere un Isee aggiornato richiesto al Caf o all'Inps. Per tutte le richieste presentate, l'Inps verificherà l'esistenza dei requisiti. Se sarà accettata la domanda, si verrà contattati dai centri per l'impiego o dal Comune per valutare l'inserimento lavorativo o la formazione. Le domande devono essere presentate entro il 31 marzo per accedere al programma e avere la card ad aprile. Di Maio ha anche sottolineato di aver costruito la misura «intorno alle imprese» che possono arrivare ad avere «fino a 18 mesi di sgravi, pari al reddito che stava prendendo la persona» che viene assunta. «Se le aziende vogliono assumere e vogliono risparmiare potranno farlo proponendo un patto di formazione e di inserimento lavorativo», ha ribadito. La domanda e l'offerta di lavoro «non si sono mai incrociate, noi istituiremo un software unico e un sistema di incentivi che creerà l'incrocio tra domanda e offerta». All'uditorium Enel di Roma è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte, che si è detto orgoglioso per «una riforma molto complessa, complimenti a Di Maio che ha coordinato il gruppo di lavoro. È una misura di equità sociale, fondata su un patto di lavoro, un patto di formazione e un meccanismo di inclusione sociale».Sarina Biraghi
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)