2018-09-20
Il consulente di Toninelli ha lasciato una scia di aziende fallite dietro di sé
L'esperto nominato al ministero dei Trasporti ha gestito compagnie aeree, il Cosenza Calcio e persino una ditta di formaggi. Tutte le società amministrate da Gaetano Francesco Intrieri, con il tempo, si sono ritrovate nei guai. Per ora resiste. L'esperto scelto dal ministro Danilo Toninelli non pare intenzionato ad abbandonare la sua postazione nella struttura di missione del dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti, anche se ieri, al Corriere della Sera, ha dichiarato: «Sto pensando di dimettermi, per tornare a essere una persona normale». Però troppo «normale» non deve sentirsi, visto il prosieguo del suo ragionamento: «Io non sono un attivista del Movimento, sono solo un tecnico e sto lavorando per il Paese, al di là delle ideologie. Io sono il guru dell'aviazione e invece mi stanno trattando da delinquente (…) E se devo dirla tutta, dopo due mesi al ministero, avrei già dei sassolini da togliermi dalle scarpe...». Chi deve intendere, intenda.Quello che Intrieri non dice è che quasi nessuna delle sue passate iniziative professionali ha avuto particolare fortuna. A partire dal crac della compagnia aerea Gandalf, di cui è stato amministratore per 5 mesi. A causa di quell'esperienza ha subìto una condanna a 2 anni e 4 mesi per bancarotta fraudolenta patrimoniale per aver distratto quasi mezzo milione di euro a fini personali.In Calabria, sua terra d'origine, lo ricordano impegnato nella pallavolo e nel calcio. Avventure sportive finite senza gloria. Anzi con denunce e accuse. Intrieri atterrò nel mondo del pallone sponsorizzato dal sindaco dei Ds Eva Catizzone. In fondo era cugino di uno dei fondatori dei Democratici di sinistra, quella Marilina Intrieri che nel 2006 approderà in Parlamento sotto le insegne dell'Ulivo. Mentre era presidente Intrieri denunciò un agguato: «Stavo facendo ritorno a Cosenza, quando sono stato affiancato da un'auto che mi ha costretto a fermarmi. Alcune persone sono scese dalla vettura e mi hanno minacciato. Uno di loro aveva una pistola. Dopo avermi strattonato e strappato la camicia mi hanno detto che se non cedo il Cosenza a costo zero, mi faranno fuori. Questa è mafia. Ci sono poteri forti che stanno cercando di mandarmi via. C'è gente che ha interessi sul Cosenza ma non vuole comprarlo: pretenderebbe che glielo regalassi». Alla fine cedette le quote all'imprenditore Mauro Nucaro e questi poi ne restituì il 50% a Intrieri. «Lo feci perché nei bilanci trovai cose poco chiare», ci spiega al telefono l'allora acquirente. Il quale, però, precisa: «Intrieri è una persona perbene». Eppure i due all'epoca si scambiarono accuse e i magistrati misero sotto intercettazione Nucaro, scoperchiando un giro di presunte mazzette legate all'energia eolica che coinvolgeva alcuni papaveri dei Ds. Il pm che istruì il procedimento, Eugenio Facciolla, oggi procuratore a Castrovillari, ricorda: «Tra Nucaro e Intrieri non so chi fosse il migliore o il meno peggio. All'epoca né l'uno né l'altro avevano grandi disponibilità economiche. Erano soggetti che facevano muovere altri soggetti, erano molto legati alla politica locale. Tanto è vero che la stessa ascesa di Intrieri fu dettata da indicazioni politiche dell'allora sindaco di Cosenza». L'esperto del ministero, su Internet, ammette solo di essersi avvicinato al Cosenza «per pura amicizia verso chi mi ha chiesto di farlo e per amore verso la mia terra di origine (…) giocando anche contro la criminalità organizzata che ci perseguitava».Il suo vecchio avvocato Giancarlo Pittelli lo difende: «Intrieri è una persona onesta e preparata che conosce bene il suo mestiere. Certo ha un ego un po' ipertrofico». Che potrebbe averlo fatto scivolare sul curriculum. Secondo Il Foglio il cv conterrebbe diverse imprecisioni. Il professor Riccardo Puglisi, economista all'università di Pavia e «cacciatore di titoli accademici gonfiati», avrebbe cercato di verificare il conseguimento di un master al Mit di Boston da parte di Intrieri, scoprendo che il nome del manager «non risulta nei registri» dell'ateneo statunitense, anche se, va detto, stiamo parlando di quasi 30 anni fa. In ogni caso pure il cursus honorum da salvatore di compagnie aeree avrebbe più di una lacuna. Dopo l'esperienza in Alitalia e nella statunitense North West, il consulente del ministero ha amministrato solo piccole aerolinee: Club Air, Italia Tour Airlines (sorta dalle ceneri di Club Air, ndr), It Ali Airlines ed Eagles Airlines. «Tutte fallite» sottolinea il sito specializzato Aeropolis.it. Con la Club Air Intrieri si candidò persino per il salvataggio di Alitalia. Quindi passò all'It Ali, a cui l'Enac sospese la licenza di trasporto aereo, e da lì si trasferì all'Eagles, che verrà ribattezzata «Prima aerotrasporti italiani» alla vigilia della chiusura dei battenti. Per il predecessore di Intrieri, Mauro Calvano, non c'erano margini per salvare la Eagles: «Mancavano i capitali per garantire lo sviluppo (…) e anche i soldi per pagare i fornitori (…) ero stanco di avere i creditori che continuavano a chiedermi ragione dei ritardi». Intrieri ci provò lo stesso. Senza risultati. Ma a chi gli fa notare questi insuccessi professionali, l'esperto di Toninelli replica piccato: «Al mio arrivo la Gandalf aveva 61.000.0000 di euro debiti, alle mie dimissioni ne aveva 42.500.000». E per quanto riguarda Club Air, il commissario scelto dal Tribunale fallimentare avrebbe riconosciuto a Intrieri «di aver risanato per quanto possibile l'azienda agendo secondo i criteri del buon padre di famiglia, attribuendo alle precedenti gestioni le cause del dissesto». C'è chi gli rinfaccia persino la chiusura di un «mozzarellificio» a Catanzaro e lui, pure in questo frangente, non lascia invendicata l'onta: «Ho avuto, in partecipazione con alcuni miei familiari, un piccolo caseificio per hobby che abbiamo venduto nel 2006, fra l'altro rimettendoci i nostri pochi soldini». Quindi il fallimento del caseificio, avvenuto nel 2008, non sarebbe colpa del suo casato. Rimane il dato statistico: le aziende per cui ha operato Intrieri, nella quasi totalità dei casi, non hanno fatto una bella fine.