2025-10-01
Il centrodestra tira la volata a Occhiuto
In Calabria, gli ultimi sondaggi davano l’uscente in vantaggio sullo sfidante Tridico. A Lamezia, dopo il comizio, vertice tra i leader della coalizione per scegliere i candidati mancanti. In Campania i veti incrociati rafforzano il prefetto Di Bari.Il risultato delle regionali nelle Marche si ripercuote anche sulle altre regioni al voto. Nell’ordine, si va alle urne in Calabria domenica e lunedì prossimo; in Toscana il 12 e 13 ottobre e poi in Veneto, Campania e Puglia il 23 e 24 novembre. Le Marche erano considerate l’unica regione davvero «contendibile», ovvero dal risultato incerto: Elly Schlein sognava di vincere e volare verso il famigerato 4-2, con il Veneto e la Calabria al centrodestra e tutte le altre regioni al centrosinistra. Niente da fare: Francesco Acquaroli ha surclassato Matteo Ricci, e così ora il Pd e il resto della coalizione devono giocare in difesa, sperando nel 3-3 finale. In Calabria il presidente uscente Roberto Occhiuto era dato per favorito, dagli ultimi sondaggi che la legge ha consentito di diffondere, nei confronti dello sfidante, Pasquale Tridico del M5s. Ieri a Lamezia Terme c’è stato il comizio dei leader del centrodestra per Occhiuto: sul palco, insieme al presidente uscente, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani, Laura Castelli (Sud chiama Nord), Antonio De Poli (Udc) e Maurizio Lupi (Noi Moderati). Curiosità: la Meloni e Tajani hanno viaggiato sullo stesso aereo di Elly Schlein, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, diretti a loro volta in Calabria per iniziative a sostegno di Tridico. In campo c’è anche Francesco Toscano, candidato a presidente per Democrazia sovrana e popolare. Secondo i bookmakers, dicevamo, Occhiuto dovrebbe riconfermarsi con ampio margine: lunedì sera quindi il parziale sarebbe di 2-0 per il centrodestra. Per accorciare le distanze, il centrosinistra punta sulla Toscana, dove si vota tra 11 giorni, ovvero il 12 e 13 ottobre. Il presidente uscente, Eugenio Giani del centrosinistra, è largamente favorito sullo sfidante di centrodestra, il giovane e agguerrito Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia e esponente di Fratelli d’Italia. In corsa anche Antonella Bundu, sostenuta da Toscana Rossa. Con la vittoria di Giani, il centrodestra sarebbe ancora in vantaggio per 2-1. Curiosità: le due regioni conquistate recentemente dal centrosinistra sono state la Sardegna con Alessandra Todde del M5s e l’Umbria con l’indipendente Stefania Proietti. Lo stesso Giani è un piddino assai anomalo (la Schlein non lo voleva ricandidare). Il 23 e 24 novembre, dicevamo, andranno al voto tre regioni molto grandi: Veneto, Campania e Puglia. Il Veneto è una roccaforte del centrodestra, e fino a ieri Campania e Puglia venivano considerate saldamente in pugno al centrosinistra. Fino a ieri: il risultato delle Marche ha infatti aperto il cuore alla speranza almeno per quello che riguarda la Campania (in Puglia Antonio Decaro viene considerato troppo forte per sognare un clamoroso ribaltamento della situazione). Piccolo problema: in Campania, così come in Puglia e in Veneto, il centrodestra non ha ancora il candidato a presidente. Risultato: il candidato del M5s sostenuto dal centrosinistra, Roberto Fico annaspa tra mille difficoltà, ma l’unica opposizione che si ritrova è tra i suoi alleati, in particolare Vincenzo De Luca e pure Clemente Mastella. Proprio ieri, l’effervescente sindaco di Benevento ha tirato un altro ceffone (in termini politici) a Fico: «L’euforia del centrodestra, derivante dalla vittoria nelle Marche», ha avvertito Mastella, «potrebbe contagiare altri territori e in Campania. O si fa un programma attinente e si recuperano gli elementari della grammatica politica o si rischia davvero di continuare a perdere pezzi e riaprire la partita. Non si può restare ostaggio di logiche massimaliste. No a veti su identità politiche, simboli e nomi. Si rispetti l’autonomia politica di ognuno». Cosa ha fatto innervosire Mastella, che candida al consiglio regionale il figlio Pellegrino? Voci bene informate dicono alla Verità che Fico avrebbe posto il veto sul nome di Mastella nel simbolo della sua lista «Noi di centro». A proposito di figli: mentre babbo Vincenzo continua imperterrito a insultare Roberto Fico (ieri ha parlato di «giovanotti che parlano a capocchia» a proposito di alcune dichiarazioni del candidato sulle aree interne), il figlio Piero è stato eletto segretario regionale del Pd. Ha vinto contro se stesso: era infatti l’unico candidato, altra condizione imposta da babbo Vincenzo a Elly Schlein per sostenere Fico. Se a questo aggiungete che De Luca senior sta pure organizzando una lista, «A Testa Alta», in concorrenza con lo stesso Pd (non si esclude neanche una sua candidatura al consiglio) vi rendete conto dello sbandamento totale in cui si ritrova il centrosinistra in Campania. Eppure, il centrodestra non riesce a mettersi d’accordo sul candidato a presidente. Il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, esponente di punta di Fdi, non scioglie la riserva, e alla fine la coalizione potrebbe ripiegare sul Prefetto di Napoli, Michele Di Bari, candidatura che definire debole, dal punto di vista della popolarità, è un eufemismo. Qualcuno ancora confida in Mara Carfagna, che almeno non avrebbe problemi di riconoscibilità, o in Fulvio Martusciello, recordman di preferenze alle Europee e leader regionale di Forza Italia, ma veti e controveti bloccano tutto. Anche in Veneto, il risultato delle Marche non è passato inosservato: «Per come sono andate le elezioni nelle Marche», dice alla Verità il coordinatore regionale di Fdi nel Veneto, Luca De Carlo, «dove abbiamo triplicato i voti della Lega, lasciare la nostra regione agli amici e alleati del Carroccio non sarebbe più un atto di generosità ma un regalo di Natale anticipato. Anzi cinque regali per cinque Natali, quanti ne contiene una legislatura». De Carlo è uno dei papabili, insieme al leader regionale della Lega Alberto Stefani.
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(Totaleu)
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