2021-06-16
Berlusconi non si ferma e rilancia la sfida: «Partito unico con Fdi»
Silvio Berlusconi lancia un appello agli alleati, Giorgia Meloni inclusa. Oggi il vertice su MilanoNon solo una federazione tra Lega e Forza Italia, ma un vero e proprio partito unico del centrodestra. È questo il progetto che Silvio Berlusconi ha fatto filtrare ai suoi, partecipando a distanza alla riunione del gruppo parlamentare europeo, parlando di una «forte spinta» all'interno degli azzurri. Due i modelli in mente: «Il partito laburista inglese e i Repubblicani francesi». Più che un secondo predellino, qualche azzurro si è spinto addirittura a parlare di «manifesto», con toni degni del famoso discorso che nel 1994 accompagnò la discesa in campo del Cavaliere. La road map dovrebbe prevedere comunque un accordo da raggiungere prima con la Lega di Matteo Salvini, per poi provare a coinvolgere anche Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Senza negare che il diverso approccio nei confronti del governo Draghi, con Fdi all'opposizione e Lega e Fi nella maggioranza, non è un piccolo ostacolo da superare.Dal canto suo, il leader del Carroccio ieri dispensava serenità di fronte ai cronisti, a cui aveva dato appuntamento attorno a mezzogiorno davanti al Senato: «L'unico sondaggio che mi interessa è il voto degli italiani». Chi lo segue da tempo è pronto a scommettere che la reazione apparentemente distaccata alle domande sul presunto sorpasso della Meloni ai danni della Lega, celasse in realtà una preoccupazione tangibile. Soprattutto nella giornata in cui la leader di Fdi gli ha assestato un «colpaccio», portando via al Carroccio il sindaco di Verona, Federico Sboarina, eletto quattro anni fa alla guida della città veneta in una lista civica (quindi non strettamente organico alla Lega) ma di riconosciuta lealtà e vicinanza a Salvini, tanto che quest'ultimo non aveva mancato già di indicarlo come candidato ideale del suo partito per la rielezione. Un annuncio arrivato per bocca della stessa Meloni (salita di persona a Verona), maturato dopo la scomparsa, avvenuta un anno fa, del senatore veronese Stefano Bertacco, colonna del partito della Meloni nel Nordest e grande amico di Sboarina. La leader di Fdi ha immediatamente rivendicato quanto avvenuto come conseguenza del fatto che ormai il suo partito esprime «la miglior classe dirigente rispetto a tutti gli altri partiti», e non c'è dubbio che ciò aggiunga mordente al rush finale (o presunto tale) delle trattative al tavolo del centrodestra per la definizione delle candidature che mancano per completare il quadro delle amministrative. L'urgenza, come è noto, è trovare la quadra su Milano, che Salvini pronostica entro fine settimana. Al momento, però, c'è da registrare uno stallo dovuto anche al fatto che che l'ex sindaco Gabriele Albertini, ponendo un veto sull'ipotesi di Maurizio Lupi a causa di un'antica incompatibilità, si è ritrovato a fare l'ago della bilancia. Nel vertice di oggi dovrebbero essere vagliati, dunque, i profili di alcuni candidati «civici» con in pole position Oscar de Montigny, ma si fanno anche i nomi del manager Fabio Minoli e del bocconiano Maurizio Dallocchio, mentre sarebbero in calo le quotazioni di Annarosa Racca.