2020-11-24
Il business criminale dei migranti finti minori
(Adria Salido Zarco/NurPhoto via Getty Images)
L'allarme lanciato dal procuratore di Trieste e non raccolto dal Viminale: «Alla frontiera un flusso ininterrotto di quasi diciottenni. Pagano a chi gestisce il traffico 3.500 euro per arrivare in Italia. Ottengono subito il permesso di soggiorno. E non si sa di che vivano».C'è un vero e proprio business criminale dietro i flussi migratori dalla rotta balcanica, un fenomeno che non sta risentendo della pandemia e che il governo, ministro Luciana Lamorgese in primis, benché sollecitato non sta facendo nulla per arginare. A denunciare tutto questo, come un fiume in piena, non è qualche invasato sovranista bensì Leonardo Tamborini, Procuratore dei minori del Tribunale di Trieste che in una lunga intervista rilasciata a Gianpaolo Sarti sul Piccolo di domenica, ha delineato un quadro che sarebbe eufemistico definire allarmante. Ripercorriamone gli aspetti più salienti. Tanto per cominciare Tamborini, che ha incontrato la Lamorgese anche lo scorso 8 settembre proprio chiedendo al Viminale miglioramenti in materia di gestione dei minori non accompagnati, evidenzia come, dal suo osservatorio, i flussi continuino tranquillamente come se nulla fosse pure in questo periodo; perché l'immigrazione non conosce zone rosse né arancioni. «I migranti minorenni continuano ad arrivare», ha spiegato al Piccolo, «l'emergenza sanitaria non ha ridotto il flusso sia per gli asiatici, quindi afgani, pachistani e bengalesi, sia per i balcanici». Già qui un dato allarmante in linea con le risultanze più aggiornate, che incoronano il 2020 come anno record per gli arrivi di migranti. Rispetto a questo, Tamborini pone in evidenza due aspetti relativi ai minori. La prima è che non si tratta di giovani che stanno fuggendo da alcuna guerra bensì di migranti economici, peraltro quasi tutti maschi, che per arrivare in Italia arrivano a sborsare la bellezza di 3.500 euro. Il secondo aspetto denunciato dal Procuratore dei minori del Tribunale triestino riguarda il fatto che, a ben vedere, non si tratta neppure di minori; non del tutto, almeno. «Arrivano quando hanno diciassette anni e mezzo», spiega Tamborini, «in modo poi da ottenere il permesso di soggiorno quando ne compiono diciotto. Vengono mandati dalle famiglie e non svolgono alcun programma di integrazione, visto che in pochi mesi è impossibile farlo. E, tra loro, il 30%, ha reati alle spalle, soprattutto furti». Stando così le cose, uno pensa che ad almeno alcuni di costoro il permesso di soggiorno sia negato. Invece no: «Nonostante ciò, al compimento del diciottesimo anno di età, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali dà spesso il parere favorevole per la conversione del permesso di soggiorno».Ricapitolando: facendosi beffe della pandemia, in Italia continua l'arrivo di giovani maschi migranti, minorenni ormai solo sulla carta e pro tempore, i quali, benché qui da pochi mesi e spesso con precedenti delinquenziali, riescono a restare sul territorio nazionale sulla base di un corso di alfabetizzazione («che spesso è poca cosa») e di un'offerta di lavoro che, precisa il Procuratore di Trieste, quasi sempre proviene dal Veneto o dalla Lombardia ma in realtà, puntualmente, da imprese edili con titolari kosovari. Tutto ciò evidentemente non è casuale, anzi. Sa di sistema ben oliato e non privo di ombre; infatti Tamborini parla di «organizzazioni criminali che gestiscono i viaggi dei ragazzi. Come detto, ognuno paga 3.500 euro. Inoltre, ripeto, entrano in Italia persone che non hanno alcun progetto né prospettiva di integrazione e che, quando compiono diciotto anni, escono dalle comunità per minori e non si sa dove vanno. Alcuni rischiano di diventare prede delle criminalità». In effetti, come ha spiegato il mese scorso a La Verità Jacopo Marzetti, Garante dell'infanzia e dell'adolescenza Regione Lazio, la possibilità di integrazione di un giovane straniero poggia su due pilastri: il fatto che gli arrivi non siano infiniti e la permanenza dei minori nell'ambito di un percorso dedicato.Ciò significa che, come denuncia Tamborini, se i flussi migratori sono incessanti e hanno per protagonisti diciassettenni pronti a festeggiare il compleanno, ecco, l'integrazione è impossibile. Col risultato che costoro, una volta qui, da una parte inviano alle famiglie i 3.500 euro prestati loro per il viaggio e, dall'altro, rischiano di finire in un girone criminale del quale spesso, peraltro, hanno già fatto esperienza. Questo il ministro Lamorgese lo sa bene, eppure da Roma, dove la cosa è nota da tempo, sembrano non volersi prendere a cuore la questione. «Sono anni che mi rivolgo al ministero dell'Interno e del Lavoro, mai una risposta», spiega Tamborini, che dopo l'incontro di settembre sperava in una volta. Che però non è arrivata: «Il ministro ha accolto con favore la mia proposta di creare un canale di collegamento, ma poi niente. Ho rimandato tutta la documentazione aggiornata con dati e informazioni sull'intero fenomeno. Ho anche telefonato. Zero risposte. Non si è capito dove vanno a finire le lettere che questa Procura invia».Paradossale: i quasi diciottenni continuano a raggiungere l'Italia, per la gioia del business criminale che organizza i loro arrivi, ma le denunce su questa situazione, quelle, non arrivano mai. Averla, l'efficienza dell'immigrazione.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)
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