2019-05-08
I vertici di Forza Italia in Lombardia decimati da un’inchiesta per tangenti
Una vera e propria retata a Milano, con 43 misure cautelari su 95 indagati. L'accusa parla di giro di appalti e affari con la 'ndrangheta. Arrestati gli azzurri Pietro Tatarella, Fabio Altitonante e Angelo Palumbo.Tangenti, malavita e appalti pilotati. Il triangolo della morte è iscritto in un cerchio in cui si muovono amministratori pubblici, politici e faccendieri secondo «uno schema feudale» da cui derivano benefici e «investiture». Milano, la grande retata: 16 ai domiciliari, 12 in carcere, 12 con obbligo di firma, 3 con obbligo di dimora per un totale di 43 misure cautelari su 95 indagati. Trenta capi d'imputazione tra cui associazione per delinquere aggravata dall'aver favorito un'associazione di tipo mafioso, corruzione, finanziamento illecito ai partiti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazioni per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abuso d'ufficio. Gli appalti manipolati sono due: il primo è il servizio di pulizia dalla neve del Comune di Milano e comuni limitrofi per il quinquennio 2017-2021, un «appalto grosso a cui hanno partecipato molte aziende», ha spiegato il pm della Dda milanese Adriano Scudieri. E finito nelle fauci di una ventina di società che «sono riuscite a spartirsi i lotti». Il secondo è il bando per il teleriscaldamento dell'A2a. Un accordo «fallito» perché - spiega ancora Scudieri - uno degli imprenditori si è tirato indietro e «ognuno è andato per i fatti propri». Storie di ordinario malaffare se non fosse per i nomi di chi è stato risucchiato nel vortice dell'indagine della Dda milanese. Il gip Raffaella Mascarino ha infatti disposto l'arresto del consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella, candidato di FI alle Europee, del sottosegretario azzurro della Regione Lombardia Fabio Altitonante, e del consigliere regionale azzurro Angelo Palumbo. Mentre una richiesta di autorizzazione è stata inviata alla Camera dei deputati per l'arresto per finanziamento illecito del parlamentare di Forza Italia Diego Sozzari.Dalle carte, spunta anche il nome del governatore lombardo Attilio Fontana. In un caso, il presidente leghista della Regione è vittima di un episodio di «istigazione alla corruzione» ad opera dell'ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese, Gioacchino Caianiello, e del dg dell'ente Afol Metropolitana, Giuseppe Zingale. I due avrebbero proposto nell'aprile 2018 al governatore «consulenze onerose in favore dell'avv. Luca Marsico, socio dello studio professionale» del politico leghista in cambio della nomina, non avvenuta, di Zingale alla «direzione generale Istruzione Lavoro e Formazione della Regione». Fontana, che non avrebbe denunciato l'episodio, non risulta indagato ed è considerato parte offesa. In un'altra circostanza, invece, il ruolo di Fontana è più sfumato, come ha spiegato il procuratore di Milano Francesco Greco. «Stiamo valutando la sua posizione», ha detto il capo degli inquirenti, anche perché proprio Marsico «ha ottenuto un incarico in Regione» e «stiamo verificando se questa procedura di gara è regolare». Nei prossimi giorni, Fontana sarà sentito dai magistrati. Resta agli atti anche una intercettazione in cui il presidente della Regione manifesta «stima» nei confronti dell'ex dirigente azzurro Caianiello. Nella telefonata il governatore dice: «Hai visto che i tuoi consigli li ho seguiti quasi tutti».Caianiello è personaggio centrale nella ricostruzione accusatoria dei pm. Tant'è che compare anche in relazione alla nomina «pilotata» di Davide Borsani come dirigente della società a totale partecipazione pubblica Alfa di Varese. Rispetto alla quale, il politico forzista avrebbe «reso edotto», scrive il giudice, anche il «coordinatore provinciale della Lega Matteo Bianchi». Caianiello, già condannato definitivamente nel 2017 a 3 anni per concussione e intenzionato a scappare in Islanda per evitare l'arresto, secondo il gip, sarebbe al «centro di un potentissimo network di conoscenze, interessi, legami che avvincono il potere legale a quello illegale, l'economia alla politica». Uomo spregiudicato che il deputato Sozzani aveva soprannominato non a caso «Jurassic Park», «chiaramente alludendo al comportamento predatorio» di lui. Nella voluminosa ordinanza di custodia cautelare, il gip sottolinea anche presunti «finanziamenti illeciti a Fratelli d'Italia» in occasione della «campagna 2018» per le «consultazioni politiche e regionali» per 10.000 euro. Soldi elargiti dall'imprenditore Daniele D'Alfonso che, con la sua Ecol-Service, avrebbe dato lavoro agli uomini della famiglia calabrese dei Molluso di Buccinasco legata alla 'ndrangheta. E sarebbe stato sempre lui a offrire a Tatarella uno «stipendio» di 5.000 euro al mese e l'uso di una carta di credito American Express con possibilità di anticipo contanti in cambio delle sue entrature politiche. «Pietro... ma che cazzo prelevi! Come un toro prelevi!», lo sentono lamentarsi con lui dopo l'ennesimo giro al bancomat, gli investigatori. È ancora lui a pagare «uno dei più importanti dirigenti dell'Amsa», l'azienda milanese per i servizi ambientali, Mauro De Cillis, finito in manette.A Milano, il quartier generale degli incontri per lo scambio di mazzette era un ristorante di lusso del centro, «Da Berti», nel quartiere Isola, soprannominato ironicamente nelle intercettazioni «la mensa dei poveri».
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Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.