2018-08-01
I giudici regalano ai gay pure la reversibilità
A una vedova di Nassirya lo stesso diritto fu negato. Adesso invece la Corte di appello di Milano concede a un uomo di ereditare la pensione del partner defunto nel 2015, quando i due non potevano ancora unirsi civilmente. L'Inps si prepari a subire l'assalto.Dal codice Rocco al codice Ricchio. Dai diritti degli omosessuali al diritto omosessuale. Rassegnatevi alla giustizia gay friendly. Nei tribunali, infatti, tutte le volte che si tocca l'argomento, la sentenza è già pronta: vuoi mica passare per omofobo? Dall'iscrizione anagrafica del mammo all'utero in affitto, dall'azione dei bimbi alle denunce per diffamazione: la nuova Giurisprudenza Gaia avanza a grandi passi. E tocca sempre nuovi settori. L'ultimo è quello previdenziale: a una coppia omo, infatti, è stato riconosciuto in materia di pensioni ciò che non era mai stato riconosciuto alle coppie etero. Del resto si sa che cosa c'è scritto dietro le spalle dei giudici: la legge è uguale per tutti. Ma per quelli che fanno outing, è un po' più uguale degli altri. La decisione della Corte d'appello di Milano è la numero 1005/2018. Chi non ci credesse può andare a consultarla. E, forse, rimarrà sorpreso come noi: si tratta infatti, come sottolineano esultanti le associazioni Lgbt, di una sentenza «storica». Per la prima volta viene riconosciuta la reversibilità della pensione a un convivente. Non era mai successo. Ed è successo soltanto perché il convivente in questione è gay. La motivazione dice proprio quello: un gay convivente ha diritto alla reversibilità. Un etero convivente invece no. Non è meraviglioso? Avanti di questo passo, sentenza dopo sentenza, e ci diranno che anche passare con il rosso al semaforo sarà possibile solo dopo aver dichiarato la propria omosessualità. Forse anche truffare gli anziani. O picchiare la vecchia zia. O rubare al supermercato. Immunità gaia. Arriveremo a tanto? La sentenza storica (ahinoi) della Corte d'appello di Milano si riferisce alla vicenda di due omosessuali milanesi. Ettore Zanola, che oggi ha 79 anni, ex professore di liceo, e Rolando Borsato, architetto libero professionista. I due si sono conosciuti nel 1975 e hanno convissuto per 40 anni, fino al 2015, quando Borsato è morto. Zanola, allora, ha chiesto a Inarcassa, l'ente previdenziale degli architetti liberi professionisti, di avere la pensione di reversibilità. «Rolando voleva continuare a occuparsi di me», ha dichiarato. L'Inarcassa ha negato l'assegno, sono intervenute in forze le associazioni Lgbt con stuoli di avvocati che ne hanno fatto una causa pilota. Hanno vinto. E ora sbandierano il successo ai quattro venti. Anche perché, al di là della vicenda personale di Ettore e Rolando, è la questione di principio che fa discutere. Soprattutto se si pensa che il medesimo diritto, cioè il diritto del convivente di incassare la pensione di reversibilità, è stato negato a coppie etero, più volte e con più sentenze della corte di Cassazione. Clamoroso, poi, il caso di Adele Parrillo, compagna di Stefano Rolla, una delle vittime italiane della strage di Nassirya: dal momento che era solo convivente, e non sposata, non è mai stata ammessa alle cerimonie pubbliche, le è stato negato il risarcimento danni, ha dovuto combattere anche solo per essere riconosciuta come «compagna» dal ministero della Difesa. E, ovviamente, non ha mai avuto la pensione di reversibilità. Se anziché Adele si fosse chiamato Adelio, invece, sarebbe stato tutto più facile? Come è noto, la legge Cirinnà del 2016 ha dato la possibilità alle coppie gay di avere la reversibilità della pensione, come le coppie sposate. Ma per accedere a questo diritto è necessaria, per l'appunto, l'unione civile istituita dalla legge. Non basta la convivenza, come ha precisato l'Inps (circolare 5171/2016). Ora invece la Corte d'appello, con un incredibile salto in avanti, stabilisce questo diritto anche per coppie conviventi. La motivazione ufficiale è che Zanola e Borsato, nella fattispecie, non avrebbero potuto siglare l'unione civile perché essa non esisteva ancora. Ma una volta aperto il portone, chi potrà fermare l'onda dei ricorsi? E se sarà riconosciuto il diritto alla reversibilità a tutte le coppie gay conviventi, potrà essere negato a lungo alle coppie etero conviventi? Ricorso dopo ricorso, nelle casse della previdenza potrebbe aprirsi un buco non da poco. Altro che abolizione della Fornero… Eppure, ve lo confesso, in tutta questa vicenda la questione economica è quella che mi sembra meno preoccupante. Quello che stupisce, ancora una volta, è il fatto che per ottenere una sentenza rivoluzionaria, per infrangere muri che sembravano infrangibili, per cambiare il corso della storia, insomma, ormai sia sempre necessario passare sotto la bandiera arcobaleno. Ma sì: arcobaleno e il problema viene meno. Non è uno slogan meraviglioso? Mai tanta discriminazione fu realizzata in nome della lotta alla discriminazione. Ma a questo punto, però, potremmo cercare di prenderne atto. E magari di utilizzare questa nuova Giurisprudenza Gaia a favore di tutti. Per esempio: avete una causa civile che va avanti da 30 anni con un vicino di casa? Dichiaratevi gay, vedrete che si sblocca in un attimo. Equitalia vi perseguita? Dichiaratevi gay, e vi metterete in salvo. E se vi beccano con le mani nel sacco, ancor prima di appellarvi alla clemenza della corte, alzate la bandiera Lgbt e chiedete le attenuanti genderiche (con la d mi raccomando). Così eviterete di prenderla in quel posto. Almeno in tribunale. Fuori, non lo so.
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