2023-06-01
I dem contrari all’utero in affitto non hanno il fegato di affossarlo
Primo sì in commissione alla maternità surrogata reato universale. Alla legge si oppongono pure i dissidenti del Pd ostili alla compravendita di neonati. Che alla fine seguono Elly Schlein, pur di osteggiare il centrodestra.Nel Pd si lamentano dell’indecisione di Elly Schlein, e ne hanno ben donde. Ma il resto del partito non è che si comporti poi molto diversamente, compresi i presunti dissidenti. Anche quando prendono una posizione netta, si assicurano con cura che essa non sfoci in alcuna azione politica. O se proprio deve produrre qualcosa, che si tratti di un risultato inutile o addirittura dannoso. Emblematica in tal senso la surreale discussione in corso fra i dem a proposito della maternità surrogata. Ben 500 fra intellettuali, sindaci e amministratori locali di vario genere hanno sottoscritto nei giorni scorsi l’appello lanciato dalla Rete no Gpa (cioè gestazione per altri) che condanna duramente la pratica già vietata dalla legge italiana. Il testo è più che condivisibile ed è chiarissimo. Vi si legge, fra le altre cose, che «la maternità surrogata offende la dignità delle donne e i diritti dei bambini». E poiché «la Gpa è una pratica intollerabile e va contrastata in ogni ambito», i firmatari dell’appello chiedono un impegno chiaro ai parlamentari e agli europarlamentari affinché contribuiscano a ribadire il divieto assoluto di surrogata. Tra coloro che si sono schierati apertamente ci sono personalità molto in vista. L’ex Arcigay Aurelio Mancuso, Cristina Comencini, la filosofa Adriana Cavarero. E poi Giorgio Gori, Goffredo Bettini, Valeria Fedeli. Ci sono anche un paio di parlamentari, Valeria Valente e Luana Zanella, su cui torneremo fra un attimo. Ora, senz’altro si tratta di una iniziativa estremamente lodevole, oltre che una robusta spina nel fianco per la neosegretaria Schlein e per la pattuglia di autoincoronati «difensori dei diritti» di cui il più noto è Alessandro Zan. Elly, come noto, si è dichiarata «personalmente favorevole» alla Gpa: una formula difficilmente accettabile se a pronunciarla è un capo partito. Il punto è esattamente questo: i dem non hanno una posizione ufficiale sulla surrogata. Non dicono nulla, mantengono l’ambiguità e di fatto supportano lo sdoganamento più o meno surrettizio della ignobile procedura. Nel farlo raggiungono talvolta vette di sconcertante meschinità, vedi il già citato Zan che - più volte sollecitato a esprimersi con chiarezza - rifiuta di mettere le carte in tavola e al tempo stesso cerca di deviare il discorso sostenendo che la Gpa non rappresenta un problema essendo già vietata. Beh, la petizione dei 500 lo smentisce brutalmente, dimostrando che invece una riflessione serve eccome, e serve pure qualche provvedimento concreto per evitare che gli italiani vadano ad affittare uteri all’estero per poi tornare qui eludendo serenamente le norme e violando i diritti di madri e bambini. Per farla breve: la presa di posizione di sindaci e gente di area progressista rende palese il dissenso interno e le spaccature sui presunti diritti che i dem finora hanno brandito come clave contro gli avversari politici, accusando chiunque non li approvasse di essere omofobo e fascista. Qui però sorge il secondo e più grave problema, che non risparmia nemmeno i «dissidenti» (o presunti tali visto che una linea ufficiale non c’è). Ieri, alla Commissione giustizia della Camera, si è concluso il voto sugli emendamenti alla proposta di legge di Fratelli d’Italia che dichiara l’utero in affitto reato universale. Si tratta con tutta evidenza di un risultato fondamentale, che consente alla legge di procedere spedita verso l’approvazione, tanto che già la settimana prossima sarà dato il via libera formale, con il mandato al relatore dopo il parere delle altre commissioni, dopodiché il testo arriverà in aula. Ecco, adesso indovinate come ha votato la sinistra? Ovvio: ha votato contro. Certo, ha contribuito a eliminare due deliranti emendamenti di +Europa che avrebbero di fatto sterilizzato la proposta, ma si è opposta al testo complessivo. Comprese le due parlamentari che hanno firmato la petizione dei 500. Valeria Valente del Pd ha voluto precisare che «la Gpa è una pratica che mi vede fermamente contraria: rappresenta una violenza verso il corpo della donna e una commercializzazione dell’essere umano» . Ma nonostante ciò non vuole il resto universale, perché «la proposta della destra è una legge “bandierina”, pasticciata sul piano giuridico, che rischia solo di esporre i bambini alla solitudine e all’assenza di qualsiasi forma di tutela». Discorso simile quello di Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera: «La legge sul reato universale voluta da Fratelli d’Italia si configura come un manifesto politico più che un reale tentativo di dissuasione dall’uso della Gpa che sta trasformando il corpo della donna e della sua creatura in un valore di mercato». Davvero suggestivo: sono contro la Gpa ma anche contro la legge che la renderebbe impossibile per i cittadini italiani, inclusi quelli che si dilettano nel turismo procreativo. In pratica riconoscono che il problema esiste ma non vogliono risolverlo. O, meglio, propongono false soluzioni. La Zanella, ad esempio, sostiene che il «testo dell’appello (la famosa petizione, ndr) sollecita «uno sforzo ad assumere impegni anche a livello internazionale: questo sarebbe ben più efficace di una legge di dubbia applicabilità». Tradotto, bisognerebbe attendere un intervento dell’Unione europea, cioè lo stesso organismo che vorrebbe imporre all’Italia la registrazione dei «figli arcobaleno» nati proprio tramite Gpa. Niente male. Comunque la si giri, questa vicenda è uno sfacelo politico. I progressisti si mostrano profondamente divisi, ma pur di osteggiare la destra provano a fermare una legge sacrosanta, che non lede i diritti anzi li difende. Non ci riescono, perché non hanno i numeri, e allora gettano fango nel ventilatore, anche per nascondere la propria allucinante assenza di idee e di coraggio. La linea non c’è, ma loro le restano fedeli. Peccato lo facciano sulla pelle di donne e bambini.