2024-09-28
Hezbollah a pezzi: ucciso Nasrallah. Israele si prepara alla ritorsione
Eliminati dall’Idf il leader e il capo dell’intelligence della milizia sciita. Altri raid a Beirut. Antonio Tajani: «Gli italiani lascino il Paese». Massima allerta nello Stato ebraico: scuole aperte, ma vietati eventi sportivi e assembramenti.Il leader storico di Hezbollah, Hassan Nasrallah, 60 anni, e altri importanti comandanti del gruppo terroristico sono stati uccisi venerdì durante il massiccio bombardamento aereo da parte di Israele contro il loro bunker sotterraneo nella capitale libanese, Beirut. Tra le vittime c’è anche Hassan Khalil Yassin, comandante di alto rango a capo di un’unità della divisione di intelligence di Hezbollah incaricata di individuare i siti militari e civili israeliani da colpire. Sabato mattina, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato il risultato dell’operazione denominata «Nuovo Ordine». L’annuncio è stato fatto mentre l’Idf intensificava gli attacchi aerei contro le basi operative di Hezbollah a Beirut e in altre aree del Libano. Ieri mattina si è anche saputo che un volo della compagnia iraniana Qeshm Fars Air, partito da Teheran e diretto in Libano o Siria, ha fatto marcia indietro nello spazio aereo iracheno dopo che Israele ha preso il controllo della torre di controllo dell’aeroporto di Beirut. L’Idf ha avvertito che avrebbe impedito qualsiasi tentativo da parte dell’Iran di inviare armi a Hezbollah, anche utilizzando l’aeroporto civile di Beirut. Nelle ultime settimane Israele ha colpito la maggior parte dei vertici di Hezbollah al punto che tutto lo Stato maggiore del gruppo terroristico non esiste più. In un comunicato l’Idf ha riferito che, oltre a Nasrallah, anche Ali Karaki, comandante del cosiddetto Fronte Sud di Hezbollah e sopravvissuto a un recente tentativo di attentato, è stato ucciso nel raid di venerdì pomeriggio, insieme ad altri alti ufficiali del gruppo terroristico. Il portavoce dell’esercito, il tenente colonnello Nadav Shoshani, ha dichiarato alla stampa israeliana che il raid aereo contro Nasrallah «è stato il risultato di anni di sorveglianza, supportato da intelligence in tempo reale». Ma cosa vuol dire? Partiamo dai fatti. Hassan Nasrallah non usava da tempo il telefono cellulare e nemmeno la linea fissa, non comunicava via e-mail e dopo l’esplosione dei cercapersone e delle radio si era ulteriormente isolato nel timore di essere localizzato e di conseguenza ucciso; tuttavia, i continui rovesci della sua organizzazione lo hanno obbligato a uscire allo scoperto. Qui lo aspettavano gli israeliani che, informati per tempo da una talpa all’interno nell’organizzazione terroristica, sono andati praticamente a colpo sicuro scatenando un attacco dove sono stati impiegati almeno 80 missili e un numero imprecisato di bombe di profondità. Non si sa da quanto tempo Nasrallah era nell’edificio ma è probabile che si trovasse nel bunker solo da qualche giorno. Hezbollah ha confermato la morte del suo leader sabato mattina, dopo aver recuperato parti del suo corpo. In una nota ha fatto sapere che «la leadership di Hezbollah è impegnata a continuare la jihad contro il nemico, a sostegno di Gaza e della Palestina e in difesa del Libano». Ma quale leadership? Secondo quanto riportato da tre alti funzionari della difesa israeliana citati dal New York Times, Hashem Safieddine, 59 anni, da tempo considerato uno dei principali candidati alla successione di Nasrallah, presto potrebbe essere nominato nuovo segretario generale di Hezbollah. In qualità di capo del consiglio esecutivo, Safieddine supervisiona gli affari politici di Hezbollah ed è responsabile della gestione finanziaria e organizzativa del movimento. Fa anche parte del Jihad Council che gestisce le operazioni militari del gruppo e al pari del cugino Hassan Nasrallah è un religioso che indossa il turbante nero, simbolo della sua discendenza dal profeta dell’Islam, Maometto. Sempre a proposito di Teheran, la tv panaraba al Arabiya scrive che la Guardia Rivoluzionaria iraniana ha conferma l’uccisione a Beirut del vice comandante della Forza Qods dei Pasdaran in Libano, Abbas Nilforoushan. Se per Hezbollah quelli che verranno non saranno giorni facili, lo stesso si può dire di Israele, che dovrà moltiplicare i suoi sforzi per difendersi dagli attacchi di Hezbollah, degli Huthi (che ieri hanno lanciato un missile ipersonico), di Hamas, della Jihad islamica e della milizie filo-iraniane in Siria e in Iraq. In tal senso Daniel Hagari, portavoce dell’esercito israeliano, ha riferito che il ministro della Difesa Yoav Gallant ha confermato che da ieri vige il divieto di assembramenti superiore a mille persone in diverse zone del centro del Paese: «Ci aspettano giorni difficili. Ci sono altri compiti da portare a termine, a cominciare dal rilascio degli ostaggi prigionieri a Gaza, il rientro degli sfollati nel Nord e nel Sud di Israele. Le scuole continuano a essere aperte ma, per esempio, le partite di calcio ed eventi con molte persone sono vietati». Mentre pronunciava queste parole le sirene d’allarme per l’arrivo di razzi e missili dal Libano, come confermato dall’Idf, sono state attivate in diverse zone del Nord di Israele. Sono ore convulse, e mentre scriviamo l’esercito israeliano annuncia che sta colpendo il sud di Beirut, dove si trova la roccaforte di Hezbollah Infine, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, in una dichiarazione rilasciata da Berlino, dove si trova al seguito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha invitato i nostro connazionali «a lasciare il Libano con i voli di linea che continuano a essere operativi dall’aeroporto di Beirut verso Milano e Roma. Abbiamo cercato di tutelare nel modo migliore possibile i nostri militari. Abbiamo chiesto rassicurazioni al governo di Israele che ci ha fornito garanzie».
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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