Una filiera nazionale per l'idrogeno da creare subito, è la proposta finale dello studio H2Italy realizzato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Snam e presentato la scorsa settimana al Forum di Cernobbio. La ricerca ha analizzato l'attuale e futura possibile filiera industriale italiana dell’idrogeno, dalla produzione al trasporto, dallo stoccaggio all'utilizzo, individuando i vantaggi del suo sviluppo.
Una filiera nazionale per l'idrogeno da creare subito, è la proposta finale dello studio H2Italy realizzato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Snam e presentato la scorsa settimana al Forum di Cernobbio. La ricerca ha analizzato l'attuale e futura possibile filiera industriale italiana dell’idrogeno, dalla produzione al trasporto, dallo stoccaggio all'utilizzo, individuando i vantaggi del suo sviluppo.Una delle prime previsioni uscite dalle elaborazioni è che stante la tendenza attuale, l’industria italiana delle tecnologie per l’idrogeno e le filiere collegate potranno ambire a un incremento del valore della produzione cumulato nel periodo 2020-2050 compreso tra 890 e 1.500 miliardi di euro, con la generazione di almeno 320.000 nuovi posti di lavoro considerando effetti diretti, indiretti e indotti sulla catena del valore. Quanto all'ecologia, intesa come lotta ai cambiamenti climatici, lo studio ipotizza una presenza dell'idrogeno fino al 23% dei consumi finali, corrispondente all'abbattimento di emissioni di anidride carbonica del 28%, almeno ragionando su dati del 2018.Durante il Forum di Cernobbio, in una conferenza stampa cui hanno preso parte Valerio De Molli, managing partner & Ceo di The European House - Ambrosetti, Marco Alverà, ad di Snam, ed Esko Tapani Aho, già primo ministro finlandese, esperto d'innovazione e rappresentante del comitato alla guida della ricerca (del quale fanno parte anche Steve Angel, Ceo di Linde, Suzanne Heywood di Cnh Industrial, Francesco Profumo di Compagnia di San Paolo e Paolo Borzattadi Teh-Ambrosetti), proprio il numero uno di Snam ha dichiarato: «L’idrogeno può essere il migliore alleato dell’elettricità rinnovabile per consentire all’Italia di essere protagonista nella lotta globale ai cambiamenti climatici e al tempo stesso di promuovere nuove opportunità di sviluppo e occupazione. Se fino a pochi anni fa i suoi costi erano insostenibili, oggi l’idrogeno ha finalmente allargato l’orizzonte tecnologico delle opzioni a disposizione: nel 2000 il prezzo dell’idrogeno da rinnovabili era 40 volte superiore a quello del petrolio, oggi stimiamo che potrà diventare competitivo con alcuni combustibili attuali nel giro di cinque anni e soddisfare circa un quarto della domanda italiana di energia nel 2050. Il nostro Paese ha le potenzialità per diventare un hub continentale dell’idrogeno verde e un ponte infrastrutturale con il Nordafrica, assumendo un ruolo importante nella Hydrogen Strategy europea. Ciò ci consentirebbe di raggiungere più facilmente gli obiettivi di neutralità climatica al 2050 e di sviluppare una nuova filiera industriale in grado di creare crescita e posti di lavoro. L’economia dell’idrogeno è quindi un’opportunità che dobbiamo cogliere».Valerio De Molli, Ceo di Teh-Ambrosetti, ha spiegato: «I Paesi europei devono però anche porsi l’obiettivo di diventare leader nel mondo sulla ricerca e produzione delle nuove tecnologie che possono abilitare e accelerare la transizione energetica nel continente. L’Italia, grazie alla sua posizione come seconda manifattura d’Europa e alla sua lunga ed unica esperienza sul gas naturale, possiede tutte le condizioni per poter ambire a diventare un punto di riferimento tecnologico per la filiera industriale dell’idrogeno».In Europa l'interesse per questa tecnologia cresce in fretta, spinto anche dalla presentazione della strategia per l'idrogeno della Commissione Ue lo scorso 8 luglio, evento durante il quale è stato stimato l'impatto economico, sociale e ambientale attivabile fino al 2050 se la politica della decarbonizzazione sarà applicata in modo continuo soprattutto nei settori che oggi contribuiscono di più alle emissioni alteranti del clima, dall’industria pesante (chimica e siderurgica), al trasporto pesante e a lunga percorrenza (veicoli pesanti e bus), dal trasporto ferroviario non elettrificato fino al riscaldamento residenziale. L’idrogeno giocherebbe quindi un ruolo importante anche nell'aiutare la produzione di energia rinnovabile ad essere costante, intervenendo quando per esempio la siccità limita l'idroelettrico o quando la bonaccia ferma l'eolico. L'idrogeno ha il vantaggio di poter essere trasportato facilmente attraverso la rete esistente, che in Italia è particolarmente estesa e capillare rispetto agli altri Paesi europei. Dalla nostra parte abbiamo anche un posizionamento geografico strategico che faciliterebbe il ruolo di hub europeo e del Mediterraneo, importando idrogeno prodotto in Nordafrica attraverso l’energia solare a un costo del 10-15% inferiore rispetto alla produzione domestica, valorizzando la maggiore disponibilità di terreni per installazione di rinnovabili e l’elevato irraggiamento. In questo modo, il Paese può diventare il «ponte infrastrutturale» tra l’Europa e il continente africano, abilitando quindi una maggiore penetrazione dell’idrogeno anche negli altre nazioni dell'Ue.Serviranno certamente alcuni investimenti, ma si tratterebbe di opere mirate eseguite dove esiste già una cultura dell'idrogeno, perché l'Italia è il primo produttore europeo di tecnologie termiche per l'idrogeno (24% del totale) e seconda per produzione di idrogeno da rinnovabili 25%. Nei diversi scenari di sviluppo presentati a Cernobbio è stato stimato che in Italia si potrebbe attivare un valore della filiera dell’idrogeno compreso tra 64 e 111 miliardi di euro al 2050, grazie anche alle attività di fornitura e subfornitura e all’effetto indotto sui consumi. In termini di contributo al Pil è stato stimato un valore aggiunto totale compreso tra 22 e 37 miliardi, sempre entro quella data. Infine lo studio Snam Teh-Ambrosetti propone un piano basato su una serie di azioni concrete: elaborare una strategia di lungo termine, creare un ecosistema dell’innovazione, accelerare lo sviluppo della filiera dedicata con la riconversione dell’industria esistente e l’attrazione di nuovi investimenti, supportare la produzione di idrogeno decarbonizzato su scala nazionale, promuovere la diffusione dell’idrogeno nei consumi finali e incentivare lo sviluppo di competenze specialistiche sia per le nuove figure professionali, sia per accompagnare la transizione di quelle esistenti. Infine, sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo dell’impresa sui benefici derivanti dall’impiego dell'idrogeno.
Da sinistra: Piero De Luca, segretario regionale pd della Campania, il leader del M5s Giuseppe Conte e l’economista Carlo Cottarelli (Ansa)
La gabella ideata da Schlein e Landini fa venire l’orticaria persino a compagni di partito e possibili alleati. Dopo la presa di distanza di Conte, il dem De Luca jr. smentisce che l’idea sia condivisa. Scettici anche Ruffini (ex capo dell’Agenzia delle entrate) e Cottarelli.
«Continuiamo così: facciamoci del male», diceva Nanni Moretti, e non è un caso che male fa rima con patrimoniale. L’incredibile ennesimo autogol politico e comunicativo della sinistra ormai targata Maurizio Landini è infatti il rilancio dell’idea di una tassa sui patrimoni degli italiani. I più ricchi, certo, ma anche quelli che hanno già pagato le tasse e le hanno pagate più degli altri.
Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il premier risponde a Schlein e Conte che chiedono l’azzeramento dell’Autorità per la privacy dopo le ingerenze in un servizio di «Report»: «Membri eletti durante il governo giallorosso». Donzelli: «Favorevoli a sciogliere i collegi nominati dalla sinistra».
Il no della Rai alla richiesta del Garante della privacy di fermare il servizio di Report sull’istruttoria portata avanti dall’Autorità nei confronti di Meta, relativa agli smart glass, nel quale la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio del Garante Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro, ha scatenato una tempesta politica con le opposizioni che chiedono l’azzeramento dell’intero collegio.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Imagoeconomica)
La direttiva Ue consente di sforare 18 volte i limiti: le misure di Sala non servono.
Quarantaquattro giorni di aria tossica dall’inizio dell’anno. È il nuovo bilancio dell’emergenza smog nel capoluogo lombardo: un numero che mostra come la città sia quasi arrivata, già a novembre, ai livelli di tutto il 2024, quando i giorni di superamento del limite di legge per le polveri sottili erano stati 68 in totale. Se il trend dovesse proseguire, Milano chiuderebbe l’anno con un bilancio peggiore rispetto al precedente. La media delle concentrazioni di Pm10 - le particelle più pericolose per la salute - è passata da 29 a 30 microgrammi per metro cubo d’aria, confermando un’inversione di tendenza dopo anni di lento calo.






