2024-08-16
Guida alla riforma fiscale
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La riforma che porta la firma del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, si basa su quattro linee portanti: certezza del diritto, semplificazione, contrasto all’evasione in un rapporto più collaborativo tra contribuenti e fisco, riduzione della pressione fiscale.È il fiore all’occhiello di questa maggioranza, sulla quale tutti si sono trovati d’accordo. Fortemente voluta dalla premier Giorgia Meloni, la legge delega per la riforma fiscale (la ormai famosa 2011 del 2023), porta la firma del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, grande esperto di materia fiscale e uomo forte del governo su queste materie.Giulio Tremonti ama raccontare che tutta la Guardia di Finanza ha studiato sul suo manuale, il Leo-Monacchi-Schiavo. La riforma partorita da Leo è un disegno complesso che deve vedere sviluppare il progetto generale attraverso decreti attuativi e testi unici. Deve essere attuata dal Governo entro 24 mesi dall’approvazione della delega. Poiché è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 14 agosto del 2023, la data da tenere d’occhio è quella di agosto 2025.La riforma - vasta e ambiziosa come le poche riforme importanti che l’hanno preceduta - si basa fondamentalmente su quattro linee portanti: certezza del diritto, semplificazione, contrasto all’evasione in un rapporto più collaborativo tra contribuenti e fisco, riduzione della pressione fiscale. La mission è di arrivare a un meccanismo in cui la lotta all’evasione non venga effettuata secondo una logica vessatoria e intimidatoria del contribuente e che garantisca maggiore chiarezza. Sono obiettivi, come è facile intuire, non semplici da realizzare e che in molti casi, segnatamente per la riduzione della pressione fiscale, ma non solo, richiedono risorse significative. Tutto ciò spiega la complessità dell’operazione e i tempi necessariamente non brevi per la sua completa realizzazione. Inoltre sarà un testo che richiederà un confronto con le disponibilità economiche della prossima legge di Bilancio. Nel capitolo certezza delle regole -ad esempio - rientrano temi spinosi come l’armonizzazione internazionale o la rivitalizzazione dello Statuto del Contribuente che richiede una forte coerenza con tutte le norme. Nel rapporto fisco contribuente in chiave antievasione ma in una logica collaborativa rientra il concordato preventivo fiscale che è stato recentemente corretto anche su indicazione del dibattito parlamentare. La riduzione della pressione fiscale è ovviamente un tema che ha impatto diretto sul gettito. È stata una delle prime novità introdotte, con la riduzione da quattro a tre delle aliquote (25%, 35% e 43%) per venire incontro, riducendo l’onere fiscale, ai redditi oltre i 50 mila euro annui, che oggi sono nello scaglione massimo del 43%.Come si diceva, la legge delega di riforma cammina sulle gambe dei decreti attuativi. Ad oggi nove decreti legislativi di attuazione sono stati approvati e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale.Riguardano la Fiscalità Internazionale; Irpef e Ires; la Revisione dello Statuto dei Diritti del Contribuente; il Contenzioso Tributario; la Cooperative Compliance; La Semplificazione degli Adempimenti; l’Accertamento Tributario e la disciplina del concordato preventivo biennale - che sarà parzialmente modificato, come si diceva, in base alle indicazioni venute dal dibattito parlamentare; il Riordino del Settore dei Giochi; La Revisione del Sistema Sanzionatorio. I primi sono stati approvati e pubblicati in Gazzetta a cavallo tra la fine del 2023 e l’inizio di quest’anno, gli altri nei mesi successivi. Sono poi stati approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri, il riordino del sistema di riscossione, la revisione della disciplina doganale e la razionalizzazione delle imposte di registro, successioni e donazioni. Un tema a parte, al centro dell’attenzione nonché del dibattito politico, è il tema delle imposte sui redditi per l’anno 2025, a partire dalla conferma delle tre aliquote come nel 2024.L’attuazione della delega prevede che le materie innovate attraverso i decreti legislativi di attuazione vengano poi raccolte in Testi Unici dedicati a settori omogenei. I testi unici, che richiedono un enorme lavoro da parte dell’Agenzia delle Entrate, nelle singole materie di riferimento, coordinano le norme e tengono conto delle abrogazioni che nel frattempo possono essere intervenute. Originariamente i Testi Unici avrebbero dovuto essere approvati entro il 29 agosto del 2024, ma nei giorni scorsi il Senato ha varato una proroga al 31 dicembre 2025 proprio per assicurare l’organicità e la completezza del quadro normativo per i diversi settori, così da poter tenere in conto le nuove disposizioni. I Testi Unici in questione sono 9 e riguardano : Imposte sui Redditi; IVA; Imposta di Registro e altri tributi indiretti; Tributi Erariali Minori; Agevolazioni Tributarie e Regimi Particolari; Adempimenti e Accertamento; Sanzioni Tributarie Amministrative e Penali; Giustizia Tributaria; Versamenti e Riscossione. Tre di questi Testi Unici sono già stati approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri : si tratta di quelli sulle Sanzioni Tributarie amministrative e penali, sui Tributi Erariali Minori e sulla Giustizia Tributaria.Come si vede il cantiere della riforma fiscale è in piena attività. Qualche elemento sui tempi di attuazione di alcuni punti della riforma potrebbero venire dalla prossima legge di Bilancio. Una manovra che non sarà facile per i vincoli dettati dall’Europa sul rientro del debito.
Simona Marchini (Getty Images)