2018-06-14
Pure l'Argentina del Papa dice sì all'aborto
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Il progetto di legge prevede la depenalizzazione. Consentita l'interruzione fino alla quattordicesima settimana di gestazione per ogni donna che la richieda a prescindere dalle circostanze. Dopo la pratica sarà legale solo in caso di rischio vita per la madre o di gravidanza dovuta a uno stupro.Per solo quattro voti di differenza, la Camera dei Deputati argentina ha approvato la legge che depenalizza l'aborto, attualmente concesso nel Paese sudamericano solo nei casi di stupro, rischio di salute per la donna o gravi malformazioni del nascituro. Il voto è arrivato dopo mesi di discussioni in aula e con la prospettiva di un risultato incerto: 112 deputati avevano annunciato che avrebbero votato a favore, mentre 115 si erano detti contrari. A decidere sono stati gli oltre 20 parlamentari considerati tra gli indecisi. I parlamentari si sono espressi dopo un dibattito fiume cominciato alle 11 di mercoledì 13 giugno, ora locale, ed è durato più di 19 ore senza interruzione, mentre fuori si sono tenute veglie e presidi dei due diversi schieramenti, i pro life e i pro choice, divisi da una barriera. Le realtà a favore della legalizzazione dell'interruzione di gravidanza sono sostanzialmente guidate dal movimento femminista e indossavano fazzoletti verdi, mentre le organizzazioni per la vita hanno portato fazzoletti rosa e azzurri come i fiocchi che annunciano il sesso dei neonati. Durante i dibattimento, i pro life hanno montato un maxischermo su cui è stata proiettata l'ecografia eseguita in diretta da una dottoressa su una donna incinta. "Non venite a dirmi che questo è solo un grumo di cellule", ha detto la ginecologa rivolgendosi a tutti i manifestanti. Il progetto di legge prevede la depenalizzazione dell'aborto fino alla 14.ma settimana di gestazione per ogni donna che la richieda a prescindere dalle circostanze, e dopo questo termine solo in caso di rischio di vita della madre o di gravidanza dovuta a uno stupro. Ora la misura passerà al Senato, che potrebbe iniziare la discussione anche tra diverse settimane. Secondo la stampa locale il voto non dovrebbe arrivare prima di settembre e in caso di bocciatura la Costituzione argentina prevede che il progetto «non potrà essere ripresentato nelle sessioni di quello stesso anno«. Anche il presidente potrebbe respingere la legge, tuttavia l'attuale capo dello Stato Mauricio Macri, sebbene contrario alla legalizzazione dell'aborto, ha annunciato che se dovesse essere definitivamente approvata lui non porrà alcun veto. Anche la Chiesa cattolica locale nelle settimane scorse ha espresso più volte la sua avversità a questo progetto di legge. Giovedì 7 giugno, nella sede della Conferenza episcopale argentina i capi di tutte le confessioni presenti in Argentina si sono riuniti per una preghiera interreligiosa per promuovere la cultura della vita. Alla preghiera hanno partecipato rappresentanti di organizzazioni ecumeniche, cattolici, ortodossi, evangelici, ebrei, musulmani, culti indigeni e afro. Inoltre dallo scorso 13 maggio fino a domenica 3 giugno, i vescovi hanno invitato i fedeli ad un periodo di «preghiera incessante" per aiutare coloro che avranno la responsabilità di prendere una decisione in ambito legislativo.Vale inoltre la pene segnalare l'attivismo di padre Pepe Di Paola, il noto sacerdote di frontiera che aiuta i «villero" (i poveri delle favelas) di Buenos Aires, che in una sua audizione parlamentare ha detto senza messi termini che la legge è voluta e imposta dal Fmi (fondo monetario internazionale) come contropartita di un nuovo prestito all'Argentina da 50 miliardi di dollari.Secondo il sacerdote delle baraccopoli l'Fmi vede di buon occhio che i poveri abbiamo meno figli e ha ricordato che in passato campagne abortiste sono state sostenute dai Rockefeller.