2024-11-13
La Gruber derubata cambia idea: «Porte aperte a tutti? Non si può»
Lilli Gruber (Imagoeconomica)
Bagno di realtà per la conduttrice di «Otto e mezzo». Dopo aver subito uno scippo a Roma, come capita ai suoi concittadini, il volto di La 7 ha ammesso che l’Italia non può essere il campo profughi dell’Africa.Anche i Vip ogni tanto piangono. Succede infatti che qualche volta pure loro incontrino i problemi che riscontrano i comuni mortali. E allora sono costretti a un brusco risveglio. L’ultima bella addormentata obbligata ad aprire gli occhi sulla realtà, e non in seguito a un bacio del principe azzurro, è Lilli Gruber, al secolo Dietlinde, prima mezzobusto del servizio pubblico, poi mezzobusto al servizio della sinistra, con intermezzo da europarlamentare nel gruppo Uniti per l’Ulivo.È dell’altro ieri la notizia che mentre si stava allenando nel parco di Villa Borghese, a Roma, la conduttrice di Otto e mezzo è stata derubata del borsello in cui aveva riposto le chiavi di casa e il telefono. Approfittando di una bella giornata di sole, lei e il marito si erano concessi una passeggiata nell’area verde che unisce Porta Pinciana a Piazzale Flaminio. Purtroppo non avevano fatto i conti con gente svelta di mano e così, mentre la giornalista era intenta a stiracchiare i muscoli col fitness, qualcuno ha pensato bene di alleggerire la coppia del marsupio. Succede spesso ai comuni mortali, che quasi sempre, ormai, non denunciano neppure più il furto. Prova ne sia che, nonostante la percezione lasci credere a un aumento degli scippi, le statistiche non segnalano particolari aumenti dei furti in pubblica via, dizione con cui le forze dell’ordine classificano i borseggi. Alla povera Lilli, derubata mentre lavorava sodo con gli elastici, non è rimasto che recarsi in caserma per denunciare i fatti.Fin qui, come si diceva, siamo nella norma. O meglio: la norma dovrebbe consentire a chiunque di poter passeggiare e allenarsi senza essere derubati, ma a quella che la politica chiama piccola criminalità e che il cittadino comune invece considera una pericolosa delinquenza, ormai ci abbiamo quasi fatto il callo. O per lo meno ce l’hanno fatto coloro che sono stati vittime di scippi e rapine non solo in periferia, ma anche in pieno centro (il parco di Villa Borghese si estende alle spalle di via Veneto e di piazza di Spagna, nel cuore della Capitale). La questione per Dietlinde, dunque, si potrebbe chiudere qui, con l’amara constatazione che qualche volta anche i Vip piangono e sono costretti a fare i conti con la realtà.Tuttavia, si dà il caso che proprio lunedì, a meno di 24 ore dal weekend burrascoso in cui la conduttrice di Otto e mezzo è stata derubata, Lilli è apparsa come sempre su La 7, ma meno tignosa del solito. Anzi, forse colpita da ciò che le è successo, o forse solo infastidita dalle conseguenze di aver visto svanire telefono e chiavi di casa, costretta a chiamare il fabbro e a recuperare cellulare e numeri perduti, e dall’attesa in commissariato, si è lasciata andare a una frase che lasciava trapelare un brusco risveglio. Infatti, mentre si parlava del fatto del giorno, ovvero di migranti, a Gruber è scappata un semplice considerazione, ovvero che non possiamo accogliere tutti gli extracomunitari che sbarcano sulle nostre coste. Insomma, improvvisamente, la pasionaria della tv ha pronunciato una semplice verità che poteva tranquillamente uscire dalla bocca di Giorgia Meloni o di Matteo Salvini e Antonio Tajani. Perché quello che Lilli ha detto in uno sprazzo di verità è ciò che il centrodestra unito spiega da qualche anno, ovvero che non possiamo diventare il campo profughi dell’intera Africa (ma visto come la pensano i magistrati a proposito di Bangladesh, anche dell’intera Asia). In pratica, con qualche anno di ritardo e dopo alcuni decenni di pregiudizio ideologico, la principessa rossa si è risvegliata. Ad accoglierla nessun principe azzurro e nessuna favola e neppure un lieto fine, ma solo una borsetta rubata. Come è successo a migliaia di persone, senza neppure il conforto di qualcuno che si prenda cura della tua denuncia.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)