lilli gruber

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La Gruber elogia il dubbio ma ha solo dogmi
Lilli Gruber (Imagoeconomica)
Su «Sette», la conduttrice fa una difesa del giornalismo scomodo, capace di mettere in crisi le certezze. Lilli predica bene ma razzola malissimo. Ne sa qualcosa Travaglio, zittito malamente a «Otto e mezzo»: «Le tue sono opinioni, le mie no».

Questa volta bisogna assolutamente concordare con Lilli Gruber, al cento per cento. Il titolo della sua rubrica di risposte ai lettori su Sette, settimanale del Corriere della Sera, è chiaro e condivisibile: «L’informazione, se è buona, deve far nascere dubbi. Per le certezze basta l’algoritmo». La conduttrice di Otto e mezzo replica a tale Vittorio da Bologna spiegando che oggi nei giornali e in televisione ci sono troppi cronisti precari, cosa per altro vera data la condizione difficoltosa (per usare un eufemismo) del mercato dell’informazione. Lilli coglie l’occasione, tuttavia, per lanciare qualche frecciata delle sue.

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Gruber bacchettona smentita dalle coetanee
Lilli Gruber (Imagoeconomica)
La conduttrice di La7 si scaglia contro la riduzione delle donne a «orifizi per far esplodere il piacere maschile». Non tutte le signore, però, vivono il sesso in modo così problematico. Anzi, tante Vip lo hanno riscoperto proprio in età avanzata. Magari, con i «toy boy»...
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La Gruber derubata cambia idea: «Porte aperte a tutti? Non si può»
Lilli Gruber (Imagoeconomica)
Bagno di realtà per la conduttrice di «Otto e mezzo». Dopo aver subito uno scippo a Roma, come capita ai suoi concittadini, il volto di La 7 ha ammesso che l’Italia non può essere il campo profughi dell’Africa.
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Zuffa sul consigliere di Valditara: «Scrisse che le donne sono cattive»
Alessandro Amadori (Imagoeconomica)
Ok al rafforzamento del Codice rosso. Ignazio La Russa manda in piazza i senatori maschi.
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La sinistra usa un omicidio contro la Meloni
Lilli Gruber (Imagoeconomica)
L’attacco di Lilli Gruber («Il premier è patriarcale») scopre le carte: l’obiettivo dei progressisti è dimostrare che la colpa dell’assassinio di Giulia è del centrodestra. Alla faccia della statistiche: i Paesi più femministi sono anche quelli più violenti.
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