2018-12-11
Gli Usa: fuori Huawei dall’Italia, in cambio avremo più aerei cinesi
I canali diplomatici americani fanno sapere al governo di non gradire il progetto di affidare la rete 5G al colosso di Pechino. Al contrario Leonardo potrà produrre i Comac a Grottaglie dove ore c'è anche Boeing. Tale operazione garantirebbe al gruppo, guidato dall'ad Alessandro Profumo, ricavi per 15-30 milioni di dollari nel 2019, che aumenterebbero a oltre 40 milioni dal 2020 al 2025.Da un po' di tempo il titolo Leonardo viene preso di mira da fondi stranieri impegnati a scommettere «short». Cioè a puntare ribassista, immaginando che il valore dell'azione di Piazza Montegrappa possa scendere ulteriormente. Ora prezza poco più di 8 euro e in un anno ha perso oltre il 45% del proprio valore. Difficilmente potrà scendere, ma al tempo stesso i vertici sanno che servono nuove commesse per stabilizzare i fondamentali. La Cina potrebbe essere un partner fondamentale. A chiedere la collaborazione della società italiana è stata Comac (Commercial aircraft corporation of China). Leonardo sarebbe già al lavoro per sviluppare l'accordo e avrebbe scelto lo scorso ottobre il gruppo Kangde per stipulare la joint venture. La newco dovrà produrre la sezione centrale della fusoliera del CR929, un jet da 280 posti con autonomia di volo fino a 12.000 chilometri. La progettazione dell'aereo vede anche la collaborazione dell'industria russa con Uac e Sukhoi con cui la vecchia Finmeccanica ha lanciato il celebre Superjet 100 (tanto celbrato da Vladimir Putin ma poco venduto). Secondo quanto emerge, il lavoro si svolgerebbe quasi interamente in Cina, ma Leonardo sarebbe interessato a internalizzare il 15% delle attività. Tale operazione garantirebbe al gruppo, guidato dall'ad Alessandro Profumo, ricavi per 15-30 milioni di dollari nel 2019, che aumenterebbero a oltre 40 milioni dal 2020 al 2025. Almeno queste sono le stime circolate attraverso le agenzie di stampa. Al termine dell'ultimo viaggio di Luigi Di Maio in Cina è però emerso un aspetto ulteriore che potrebbe garantire a Leonardo nuovi introiti. La partita coinvolge però la politica, anzi la geopolitica visto che sembra coinvolgere ben tre nazioni. Oltre l'Italia e la Cina gli Stati Uniti di Trump. Attraverso canali diplomatici e dell'intelligence la Casa Bianca avrebbe fatto sapere al Mise che accetterebbe di buon occhio l'utilizzo dello stabilimento di Grottaglie (Puglia) per contribuire fattivamente alla produzione del Comac alzando anche la percentuale di compartecipazione di Leonardo. Lo stabilimento è già conosciuto dagli americani perché da anni viene utilizzato anche per la produzione di parte della fusoliera del Boeing 787, il Dreamliner. L'apertura Usa implica però un monito sempre diretto al Mise e riguarda gli abboccamenti che Luigi Di Maio starebbe portando avanti in relazione al 5G. Non è una novità che il vice premier grillino stia cercando di coinvolgere Huawei nel lancio della rete di quinta generazione in tutta Italia. Nelle pieghe della strategia 5 stelle c'è infatti la necessità di trovare un provider che possa subentrare all'ex monopolista Telecom che in quetsi gironi sta affrontando il tema dello scorporo. Inoltre Huawei fa una politica di dumping sulle antenne e ciò permetterebbe al nostro Paese di risparmiare un sacco di soldi. In cambio la Cina avrebbe accesso ai dati e alla sicurezza nazionale. Proprio ciò che l'intelligence Usa teme. Donald Trump è in guerra diretta per il predominio tecnologico e non può accettare che Pechino cloni la politica americana di controllo delle infrastrutture estere. Se Huawei prendesse in mano la rete 5G italiana farebbe breccia nell'Ue. Insomma, per gli alleati americani sarebbe inaccettabile. Un po' come se l'Italia facesse entrare gli asiatici nel progetto Jsf che si occupa di far volare il caccia di quinta generazione F35. Il paragone ci sembra appropriato. Il Comac è un aereo civile e rientra nella politica dell'aviazione civile. Il 5G si occupa di telefonia ma ormai è chiaramente inserito nei protocolli militari collegati all'homeland security: la sicurezza dei confini. Anche se oggi il perimetro nazionale non corre più lunga la mappa ma si snoda dentro i meandri della cybersecurity e degli smartphone. A Leonardo converrebbe essere pedina di questo gioco che sicuramente passa sopra le teste dei singoli amministratori delegati, ma delinea schieramenti di lungo periodo. Il consiglio di amministrazione del prossimo 22 dicembre potrebbe affrontare il tema e definire la quota di partecipazione nella joint venture: potrebbe essere superiore al 15%.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)