2023-01-10
Giusto cambiare l’aria nei Palazzi: bisogna azzerare le poltrone
Giorgia Meloni (Marco Ravagli/Future Publishing via Getty Images)
Il centrodestra non deve farsi intimidire. La cosa pubblica non è proprietà dem.La vicenda squadernata ieri dalla Verità non può finire in cavalleria, non può passare come acqua sulle pietre. Quelle 82 nomine ad altissima intensità politica avvenute per mano dei ministri del Pd dopo lo scioglimento delle Camere, e in qualche caso perfino dopo le elezioni del 25 settembre, sono una «pistola fumante», rappresentano la prova evidente di ciò che avevamo sempre pensato e che ora si mostra sotto gli occhi di tutti non come un sospetto ma come una realtà conclamata: l’attitudine del Pd a prendere tutto, a occupare tutto l’occupabile; l’attitudine dei media di sinistra a giustificare questa pratica; l’attitudine di un mondo (para politico, para intellettuale, e in qualche caso «para» e basta…) a vivere nel circuito statale, con nomina politica e costi a carico dei contribuenti. Salvo poi, se e quando vince la destra, vedere questa stessa compagnia di giro, questo stesso carro di Tespi, mettersi a strillare «contro la lottizzazione». Se non parlassimo di soldi degli italiani, ci sarebbe perfino da ridere: la lottizzazione è quella che la destra non ha fatto, e che invece loro hanno praticato in modo capillare e scientifico fino all’ultimo minuto della partita, anzi - come abbiamo visto - fino ai tempi supplementari, fino ai calci di rigore, senza freni inibitori e senza ritegno. Non si tratta - qui - di montare gogne né di abbandonarsi alla colpevolizzazione individuale di beneficati e beneficiati, ci mancherebbe. Si tratta invece di ristabilire alcuni elementari principi democratici: lo Stato italiano e i suoi apparati non appartengono al Pd; è inammissibile che un partito che non vince un’elezione politica dal 2006 sia di fatto padrone di tutti i gangli della vita amministrativa; è semplicemente impensabile che un nuovo governo liberamente indicato dagli elettori debba mettersi al lavoro dovendo fare i conti - ministero per ministero, ente pubblico per ente pubblico - con una pletora di soggetti nominati per ragioni politiche e fiduciarie dagli avversari. Per queste ragioni, come questo giornale ha già fatto, torniamo a rivolgere due fiduciosi inviti al nuovo governo guidato da Giorgia Meloni. Il primo è quello (dopo le due nomine già avvenute: Aifa e struttura commissariale per la ricostruzione post terremoto) a procedere presto e bene, nel rispetto della legislazione vigente (e, se necessario, aggiornandola), a effettuare tutte le nomine a cui è il caso di porre mano, in ogni ambito amministrativo, senza eccezioni. Il secondo, ove questo non sia stato impedito dalle formule di volta in volta utilizzate dai predecessori (e sempre che, caso per caso, le norme lo permettano), a sollevare dagli incarichi quanti siano stati nominati fuori tempo massimo o per ragioni strettamente politiche e fiduciarie. Non si tratta di un approccio punitivo o vendicativo: ma di un’elementare esigenza di rinnovamento, di alternanza, di igiene democratica. È la stessa ragione per cui - anche nelle nostre case - si dà regolarmente aria alle stanze: affinché ci sia ricambio di ossigeno. Contestualmente, sarà invece sacrosanto confermare le buone professionalità, consentire a persone oneste e capaci di proseguire il loro buon lavoro, senza chiedere a nessuno la rispettiva opinione politica: esattamente il contrario di ciò che è avvenuto da troppi anni in troppi ambiti pubblici, per specifica e ferrea volontà del Pd.Questo ricambio - alla lunga - farà un gran bene anche al Partito democratico, che in questi anni ha lasciato che il proprio corpaccione venisse aggredito da due malattie mortali: per un verso, la pretesa di superiorità morale e intellettuale; per altro verso, l’abitudine al potere senza consenso, a un sistematico divario tra kratos (roba loro) e demos (entità irrilevante). Poiché l’Italia, come ogni democrazia occidentale, ha bisogno di una destra e di una sinistra entrambe robuste e spendibili per alternarsi alla guida del governo, sarà bene aiutare il Pd a compiere il cammino fatto dalla destra in questi anni: acquisire consenso, e poi eventualmente ottenere potere. Non viceversa.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».
Ecco #DimmiLaVerità del 6 novembre 2025. L'ex ministro Vincenzo Spadafora ci parla del suo movimento Primavera e della situazione nel centrosinistra.