2024-05-17
I giudici «rosolano» il presidente: sarà interrogato a ridosso del voto
Matteo Salvini: «Spero si faccia in fretta, ogni giorno 3 italiani sono arrestati e poi scarcerati».L’interrogatorio di Giovanni Toti, il presidente della Regione Liguria arrestato martedì 7 maggio nell’ambito dell’inchiesta per corruzione, legata a un presunto scambio di favori da parte del governatore in cambio di finanziamenti alla sua campagna elettorale, non sembra essere imminente. Secondo il suo legale Stefano Savi, Toti, che davanti al gip si era avvalso della facoltà di non rispondere, sarà verosimilmente interrogato non prima della settimana tra il 27 maggio e il 2 giugno. A ridosso quindi, delle elezioni europee, che si terranno nel fine settimana successivo. Intanto, tramite il suo difensore, Toti ha rilasciato una dichiarazione: «Non ho commesso alcun reato. Ora penso ad arrivare all’interrogatorio preparato per dimostrare la correttezza del mio operato». Toti e Savi quindi, stanno mettendo a punto la linea difensiva in vista dell’interrogatorio davanti ai pm della Procura di Genova. Il governatore, che è agli arresti domiciliari nella sua casa di Ameglia, in provincia di La Spezia, come è stato riferito, «sta reagendo positivamente. Studia le carte e lavora». Avrebbe preferito tempi più rapidi per il faccia a faccia con i magistrati, ma «aspetta». E proprio sui tempi, durante la puntata di ieri della trasmissione Dritto e rovescio, in onda su Retequattro, è intervenuto il leader della Lega Matteo Salvini: «Conosco il governatore Toti come una persona seria, onesta, perbene. Rispetto queste inchieste, spero solo che facciano in fretta perché da italiano, vorrei sapere se qualcuno ha sbagliato e se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi. Però, ti posso dire, che non basta una denuncia, una inchiesta per bloccare mezza Italia anche perché purtroppo, ogni giorno le statistiche dicono che tre italiani normali, non politici e giornalisti, vengono arrestati dalla giustizia e poi scarcerati dopo qualche mese perché è stato un errore». L’indagine genovese ha anche riacceso il dibattito sul finanziamento ai partiti. Ieri, a margine di un evento elettorale a Firenze, il ministro degli esteri Antonio Tajani ha dichiarato: «Probabilmente sì, è un errore togliere il finanziamento pubblico ai partiti, perché ogni tipo di finanziamento può essere considerato soggetto a chissà quale contropartita». Nel frattempo, è stata trasferita a Brescia l’inchiesta per traffico di rifiuti che vede coinvolto il presunto corruttore di Toti, l’imprenditore Aldo Spinelli, ma in veste di rappresentante legale della Spinelli Srl. Lo ha deciso ieri il giudice per l’udienza preliminare che ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale dei difensori del manager. Come Toti, Spinelli è ai domiciliari dalla settimana scorsa nell’inchiesta per la presunta corruzione alla Regione Liguria, e per questo non è comparso in udienza. Dichiarando l’incompetenza territoriale il giudice ha anche sfumato la posizione della società dell’imprenditore. L’inchiesta, coordinata dai sostituti della Dda genovese Federico Manotti e Andrea Ranalli riguarda un traffico di rifiuti speciali non pericolosi verso la Turchia attraverso Genova. Secondo le ipotesi degli inquirenti ci sarebbero state 350 tonnellate di materiale mosse in container in 16 viaggi. Gli investigatori avevano scoperto che dai moduli di accompagnamento le sostanze trasportate risultavano essere ritagli di materia plastica, più semplici da gestire e smaltire ma, soprattutto, meno cari da trattare. Dietro il traffico, secondo la Procura, ci sarebbero quattro società e otto persone. Tra le società coinvolte, come detto c’è anche la Spinelli srl, che con i 16 trasferimenti di container fino allo scalo genovese avrebbe violato le prescrizioni di legge in materia di trasporto di rifiuti. Le accuse, contestate a vario titolo agli indagati nel procedimento, sono di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, falsità ideologica in atto pubblico con l’aggravante ambientale, trasporto di rifiuti in violazione di prescrizioni e due illeciti amministrativi. I fatti risalgono al gennaio 2020.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)