2018-05-18
La secchiona aspetta la catastrofe grillina
Si prepara allo spasimo anche per un'intervista. È Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, unico partito fondato da una donna entrato in Parlamento. È stata il ministro più giovane e le è rimasta una visione generazionale del Paese. Ma non ha stima di Luigi Di Maio. Nota per la brillante parlantina, la quarantunenne Giorgia Meloni ha dimostrato di avere pure occhio. Le sono bastate 2 orette a tu per tu con Luigi Di Maio per capire che dal bambolotto pentastellato non si cava granché. Ambizioni personali a iosa, nessuna capacità di realizzarle. Così, è uscita dalla trattativa per il governo e si è messa sulla riva. Anzi, è andata al Corriere della Sera e ha fatto un'intervista in cui spicca per chiarezza. Ha criticato Di Maio e Matteo Salvini che cincischiano nel tentativo di mettere su un esecutivo, perdendosi in minuzie. Se non decidono prima chi guiderà il governo si incartano, ha detto. E ha spiegato, parlando secco come Giulio Cesare in Gallia, cosa farebbe lei: «Lo guida Salvini? Sono interessata. Lo guida una persona terza compatibile con noi, come Paolo Del Debbio? Ti ascolto. Lo guida Roberto Saviano? Non ti ascolto». Che tempra, ragazzi. È un vero peccato che gli elettori non la premino come merita. Fratell' d'Italia, il partito che ha fondato nel novembre 2012, ha preso nelle ultime elezioni il 4,3% dei suffragi. A occhio, 1.500.000 persone. In gran parte opera sua, perché è lei che attira. Il partito, che pure le dà un tetto, le sta stretto. Quando due anni fa si candidò sindaco di Roma, Giorgia arrivò terza dopo la grillina Virginia Raggi (che vinse il ballottaggio) e il pd Roberto Giachetti. Meloni attirò però il voto del 20% dei romani, più del suo partito che si fermò al 13. A riprova di quanto detto, ossia che vale più della sua creatura. Anche se non decolla, Fdi, di cui è presidente, resta una medaglia. È infatti, nella storia d'Italia, l'unico partito fondato da una donna che sia entrato in Parlamento. Non è il solo record di Meloni che detiene anche quello di ministro più giovane. Aveva 31 anni quando, nel 2008, prese la guida del dicastero della Gioventù nel governo Berlusconi IV. Primatista, fin lì, era stato Enrico Letta, ministro a 32. Visto che sono in vena di statistiche, aggiungo che è entrata alla Camera a 29 anni e fu la mascotte di quella legislatura (2006-2008, governo Prodi II), diventando pure vicepresidente dell'assemblea, il più giovane di sempre. Ci vuole un pizzico di fortuna perché le cose vadano bene come sono andate a lei. Ma c'è anche la sostanza. La Meloni è una che si prepara allo spasimo, anche per una semplice intervista tv. Ha uno staff di giovani, in genere sindaci o amministratori del circondario romano, che le danno una buona mano. Soprattutto, c'è la sua prontezza di riflessi per cui spara la risposta già a metà domanda. Questa fulmineità non l'aiuta a raggiungere un obiettivo che pure si è posto: attenuare l'inflessione romanesca che in un salotto stride come un dialetto della val Brembana. In genere, taglia i traguardi che adocchia. Fumava 2 pacchetti di sigarette al giorno ma, entrando alla Camera, si obbligò a smettere. Ingrassò 8 chili e decise di perderli in 2 mesi. Fu vista sgonfiarsi come un palloncino e al termine del bimestre era di nuovo in forma. Questa volitività è frutto di una dura gavetta giovanile. Meloni è un cognome sardo e dei sardi Giorgia ha la cocciutaggine. Questione di carattere, non di influenza paterna che non c'è stata. Il padre abbandonò la famiglia quando lei aveva 12 anni. L'uomo era un commercialista e la fuga devastò il tenore di vita dei congiunti. Erano rimaste 4 donne sole. Lei, la mamma, una sorella più piccola, la nonna. Dal quartiere borghese dove abitavano, si trasferirono alla Garbatella, rione popolare. Da allora, il problema principale fu sbarcare il lunario. Anna, la madre, una siciliana sensibile cui l'abbandono aveva creato disturbi di agorafobia, guadagnava qualcosa scrivendo sotto pseudonimo romanzi rosa. Giorgia, la primogenita, che era un'ottima allieva, decise subito di non crogiolarsi negli studi eletti ma badare al sodo, optando per il diploma linguistico. Anni dopo, la sua insegnante precedente raccontò che la Meloni era tra le alunne più brillanti mai incontrate anche se, appena preso posto in classe, abbandonava la testa sul banco per la stanchezza. Venne così a sapere che la ragazza si alzava all'alba per salire dai coinquilini a sbrigare faccenda domestiche e racimolare qualche soldo da versare al gineceo familiare. Oltre che cameriera, Giorgia è stata barista al Piper, night romano, e babysitter in casa di Fiorello, lo show man. Una sua particolarità è che crede nella presenza degli angeli e ci si affida. L'uccisione nel 1992 di Paolo Borsellino, il giudice palermitano vicino al Msi, rappresentò per la ragazza una svolta. Fu così che, a 15 anni, entrò in una sezione missina e si trovò in famiglia. Divenne un tutt'uno con la destra romana. Il suo gruppo aveva la sede al Colle Oppio e il nome di Gabbiani. Il capo indiscusso era Fabio Rampelli, ex azzurro di nuoto, oggi cinquantasettenne. Erano idealisti, naturalisti e militanti duri. Malvisto era però il nostalgismo. Quindi, niente saluti romani, alalà e compagnia. Posizione che Meloni ha spesso espresso così: «Basta con fascismo e antifascismo. Siamo tutti protesi nel nuovo millennio». Rampelli, oggi capogruppo di Fdi, da faro di Giorgia si è trasformato nella sua ombra vigile. Prima di sfondare, la Meloni ha lavorato al Secolo d'Italia, la testata del Msi-An. Ha fatto l'esame di giornalista ed è professionista dal 2006. Da qualche anno, si batte per tagliare le pensioni anche ai suoi colleghi anziani e girare il malloppo ai giovani. Ha, infatti, una visione generazionale del Paese che la danneggia alle urne dato che i vecchi sono tanti e vendicativi. Quando la nostra eroina divenne deputato, vicepresidente della Camera e ministro, la parentela sarda si rifece viva. Telefonate su telefonate, per convincerla a parlare con il padre immemore che ritrovava la memoria. Giorgia respinse le avances con fermezza, rifiutando di riesumare un passato chiuso. Negli ultimi anni, finita l'alleanza col Cav nata dal dissolvimento di An nel Pdl (2008), ha trovato una felice intesa con il leghista Salvini. Concordano su una Italia sovrana rispetto all'Ue e sui difetti dell'Europa. Lei però ha il pregio di una nettezza che l'altro non eguaglia, nonostante il cipiglio. In un'intervista di un paio d'anni fa, mi disse quello che da Matteo non ho mai sentito. Le chiesi come si ferma l'immigrazione non desiderata. «Schierando le navi davanti alle coste africane per impedire le partenze», rispose. Stare dentro o fuori dall'euro? «Ritorno al passato, concordando con l'Ue l'uscita dalla moneta unica». Mi ero recato da lei per sentire il politico ma anche incuriosito dal fatto che le cronache di quei giorni le attribuissero fidanzati a catinelle: giornalisti, politici, perfino Marco Mezzaroma, ex di Mara Carfagna. Pensavo fosse inquieta, avvicinandosi ai 40. Affrontammo il discorso. Mi spiegò che gli uomini la temevano perché aveva il potere e fuggivano. «Ne soffro molto», aggiunse. «Sono aggressiva ma vorrei anche essere rassicurata e presa per mano». Seppi così che era innamorata e incrociava le dita. Tempo dopo, appresi il nome dell'eletto, Andrea Giambruno, autore di Mediaset (Quinta colonna, Mattino cinque) e che tutto era filato liscio. Oggi hanno una bimbetta, Ginevra, e una piccola casa che Giorgia ha comprata all'Eur. Come nelle favole.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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