2025-05-30
Giallo sul sì alla tregua di 60 giorni a Gaza
Benjamin Netanyahu (Ansa)
La Casa Bianca: «Israele ha accettato il piano di Witkoff». Ma fonti vicine a Gerusalemme negano. Hamas intanto prende tempo. Previsto il rilascio di nove prigionieri vivi e di 18 salme. Londra accusa le colonie in Cisgiordania di ostacolare la pace.Steve Witkoff, rappresentante speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, ha illustrato una nuova iniziativa volta a ottenere una tregua tra Israele e Hamas e a favorire la liberazione degli ostaggi. Il piano contempla il rilascio di nove prigionieri in vita e di 18 salme, da effettuarsi in due fasi nell’arco di una settimana. L’intesa includerebbe inoltre una sospensione delle ostilità per un periodo di 60 giorni, durante il quale si svolgerebbero trattative approfondite finalizzate a un’intesa duratura che ponga fine ai combattimenti. Al termine, Israele avrebbe facoltà di riattivare le operazioni militari oppure di proseguire i negoziati, condizionandoli alla liberazione di altri ostaggi. Il piano prevede anche che la distribuzione degli aiuti umanitari destinati alla popolazione di Gaza sia gestita dalle Nazioni Unite, che subentrerebbe a una società statunitense che, operando con la protezione dell’esercito israeliano, è riuscita a evitare che Hamas sottraesse le forniture. L’accordo implicherebbe inoltre il ritiro delle forze israeliane dai territori conquistati durante le recenti operazioni a Gaza. Mercoledì, Witkoff ha dichiarato: «Riteniamo di essere prossimi alla trasmissione di un nuovo term sheet che, con ogni probabilità, sarà recapitato nelle prossime ore. Il presidente lo esaminerà». Ha aggiunto: «Nutro un forte ottimismo sulla possibilità di raggiungere una soluzione stabile e a lungo termine: una tregua temporanea che possa aprire la strada a una risoluzione pacifica e duratura del conflitto». Hamas si è detta insoddisfatta dell’ultima proposta statunitense relativa al rilascio degli ostaggi, ritenendola carente di una garanzia esplicita da parte di Washington che la tregua temporanea prevista si tradurrà in un cessate il fuoco definitivo. Lo ha riferito al sito Axios una fonte informata sui colloqui in corso. Tuttavia qui inizia il giallo perché Al Arabiya riferisce che Hamas e Israele hanno concordato un cessate il fuoco e un accordo sulla presa degli ostaggi e che il presidente Donald Trump lo annuncerà presto mentre la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt . ha affermato che «Israele ha appoggiato e supportato il piano di tregua proposto da Donald Trump per Gaza». Il canale Al-Aqsa di Hamas ha smentito le notizie di accordi tra le parti in merito a un cessate il fuoco a Gaza, affermando che l’organizzazione palestinese «sta ancora esaminando l’ultima proposta e non c’è fondamento nelle pubblicazioni che affermano che sia stato raggiunto un accordo». Anche Israele non avrebbe ancora raggiunto alcun accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, come riferito da un funzionario israeliano a condizione dell’anonimato al quotidiano Times of Israel, smentendo così quando diffuso in precedenza dall’emittente saudita Al Arabiya. «Israele non ha ancora raggiunto alcuna intesa per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Nel pomeriggio il primo ministro Benjamin Netanyahu si era detto disposto ad accettare l’ultima proposta per un cessate il fuoco temporaneo e un’intesa sul rilascio degli ostaggi, avanzata dall’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff», riferisce il sito di informazione Axios, citando quanto comunicato dal premier alle famiglie degli ostaggi. Sempre a proposito del premier israeliano si intensificano le polemiche dopo il suo intervento all’International Holocaust remembrance alliance. Il premier ha respinto le accuse secondo cui Israele starebbe affamando la popolazione di Gaza: «Sono le menzogne del momento, a Gaza non c’è nessuna carestia e noi abbiamo fornito circa 1,8 milioni di tonnellate di cibo e aiuti umanitari». Sempre a proposito di aiuti umanitari mercoledì centinaia di palestinesi hanno preso d’assalto un deposito alimentare delle Nazioni Unite nel centro della Striscia di Gaza, urlando, spintonandosi e distruggendo parti dell’edificio pur di entrare. Lo ha riferito l’Onu, aggiungendo che nel caos hanno perso la vita quattro persone, due delle quali uccise da colpi d’arma da fuoco, secondo fonti mediche locali. Israele ha attribuito la responsabilità degli spari a Hamas, affermando che nessuna unità dell’Idf era presente nei pressi del magazzino del Programma alimentare mondiale (Wfp) a Deir al-Balah, né stava operando nella zona. La guerra intanto continua e durante la giornata di ieri le forze israeliane, dopo aver distribuito volantini nei quartieri settentrionali della Striscia per invitare la popolazione a sfollare verso Sud, hanno condotto attacchi su diversi obiettivi lungo tutta la Striscia di Gaza, compreso il quartiere di Shujayieh, nella zona orientale della città di Gaza. Il portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, ha dichiarato su X che «infrastrutture civili nell’area di Nuseirat sono state colpite a causa del loro utilizzo per attività terroristiche». Infine, il via libera del governo israeliano di Netanyahu alla costruzione di 22 nuovi insediamenti in Cisgiordania e la legalizzazione di altre preesistenti rappresenta «un deliberato ostacolo» alla pace e alla nascita di un futuro Stato palestinese. A dirlo è stato Hamish Falconer, viceministro degli Esteri britannico, in un post pubblicato sul suo profilo X. «Il Regno Unito condanna queste azioni. Gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale, compromettono ulteriormente la soluzione dei due Stati e non garantiscono la sicurezza di Israele», ha aggiunto Falconer che certifica come ormai tra Gerusalemme e Londra ci sia il gelo.
iStock
Un uomo ha travolto pedoni e ciclisti gridando «Allahu Akbar» sull’isola d’Oléron, nella Francia occidentale. Dieci feriti, tre gravi. Arrestato dopo aver tentato di incendiare l’auto con bombole di gas. Indagine per tentato omicidio, esclusa per ora la pista terroristica.