2024-11-30
Gli Elkann e la figlia dell’Avvocato riuniti dopo 20 anni, ma in tribunale
Margherita Agnelli de Pahlen e John Elkann (Ansa)
Scambio di accuse tra parenti durante l’udienza a porte chiuse a Ginevra, dove si deve decidere l’annullamento del patto con cui Margherita Agnelli rinunciò alla sua quota dell’eredità del padre.L’ultimo incontro di Margherita Agnelli de Pahlen, figlia dell’avvocato Gianni Agnelli e di donna Marella Caracciolo, con i suoi figli John, Lapo e Ginevra Elkann, documentato da fotografie risale al 2005, quando Lapo finì nell’ospedale Mauriziano di Torino per un’overdose. Perfino a Torino durante le udienze del procedimento civile sull’eredità gli unici contatti tra i due fronti sono gestiti tramite avvocati. Ma ieri, a sorpresa, per l’udienza svizzera sull’annullamento del patto successorio con il quale Margherita rinunciò alla sua quota di eredità del padre (comprese le quote societarie della Fiat) in cambio di un ristoro miliardario, mamma e figli si sono ritrovati faccia a faccia in Tribunale a Ginevra. E durante le loro deposizioni si sarebbero di nuovo scambiati accuse a invettive. Margherita avrebbe ricordato che i tre figli avrebbero orchestrato un balletto di manovre con una strategia opaca per nasconderle l’entità del patrimonio del padre, che includerebbe un presunto «tesoro offshore», e avvalorare la tesi della vita vissuta in Svizzera dalla nonna, arrivando addirittura a «ideare» e «modificare» il testo di un libro pubblicato in Italia nel 2014 da Adelphi: Ho coltivato il mio giardino, firmato dalla Caracciolo e dalla nipote Marella Chia (mentre nel resto del mondo è stato diffuso come The Last Swan, edito da Rizzoli). I tre fratelli Elkann, invece, piccati, avrebbero rispedito le accuse al mittente. L’udienza di Ginevra si è svolta a porte chiuse e nel più assoluto riserbo. Ed è stato possibile ricostruire alcuni passaggi solo tramite fonti vicine alle parti in causa. La questione è particolarmente delicata. La rinuncia di Margherita si è trasformata nel corso degli anni in un groviglio di contenziosi che si dipana tra Italia e Svizzera. Proprio in Italia il Tribunale torinese aveva inizialmente deciso di attendere la sentenza di Ginevra prima della camera di consiglio. Ma la sospensione è stata annullata dalla Cassazione, che ha ordinato ai giudici di motivare concretamente le ragioni dello stop. Dopo questa udienza davanti ai giudici di Ginevra, però, la sospensione verrà revocata e il 9 dicembre prossimo con molta probabilità si andrà verso la decisione. La vicenda si è poi intrecciata e saldata con le investigazioni della Procura di Torino, che contesta agli Elkann una evasione fiscale monstre legata alla successione ereditaria e che vede tra i nodi principali la residenza effettiva di Marella Caracciolo, determinante per stabilire se l’eredità debba seguire la legge svizzera o quella italiana. Secondo i legali di Margherita, Marella risiedeva in Italia almeno dal 2010, una tesi che, se confermata, potrebbe ribaltare l’intero impianto successorio e aprire nuovi scenari sui diritti ereditari. Compreso quello sulla Dicembre, la cassaforte di famiglia, che controlla la Exor e quindi Stellantis, Ferrari, Juventus, Gedi e altre grandi realtà. E sulla quale gli investigatori qualche giorno fa hanno acceso i riflettori, chiedendo (e ottenendo) una perquisizione eclatante, quella dello Studio legale Grande Stevens, uno dei santuari della professione legale in Italia. L’ipotesi di falso ideologico in atto pubblico fidefacente sarebbe legata alla formazione della «declaratoria relativa alla composizione e struttura della Dicembre società semplice nel 30 giugno 2021», con rogito del notaio Remo Maria Morone (indagato). L’udienza di Ginevra è insomma destinata a lasciare il segno. John è stato chiamato a testimoniare sulle dinamiche che hanno regolato gli accordi del 2004 e quindi la gestione dell’eredità di nonna Marella (deceduta nel 2019). I legali di Margherita, guidati dall’avvocato Dario Trevisan, hanno tentato di far entrare nel processo le risultanze delle indagini penali torinesi, considerate determinanti per dimostrare l’effettiva residenza di Marella in Italia e aprire quindi la strada alla riapertura del caso a Torino. Tra i documenti, per esempio, ci sono le ricostruzioni investigative su due trust, il «The provvidenza settlement» e il «The provvidenza II settlement», con sede a Nassau, isole Bahamas (un Paese a fiscalità privilegiata) nei quali sarebbero confluiti «i beni della Caracciolo sottratti alla successione e trasferiti in capo ai nipoti» dopo il decesso. La «provvidenza» della Caracciolo, però, non è finita solo all’estero. Gioielli e opere d’arte di Marella, inclusi degli orecchini di diamanti del valore di 78 milioni di euro destinati a Ginevra, sarebbero diventati «regali» per i nipoti quando la nonna era ancora in vita. Un promemoria successivo alla morte della vedova dell’Avvocato avrebbe elencato i presunti doni legandoli a ricorrenze di famiglia (nascite e compleanni). Per gli inquirenti torinesi fu una spartizione studiata a tavolino, postuma, per evitare il peso delle imposte. Per Margherita, invece, un modo per nasconderle il quantum dell’intera eredità. E i giudici di Ginevra si sono riservati di decidere sulla possibile acquisizione di quella documentazione, alla quale i legali degli Elkann si sarebbero opposti, facendo verbalizzare il loro disaccordo in quanto si tratterebbe di atti non pertinenti. Ma il processo a Ginevra non è l’unico in Svizzera. I fratelli Elkann, infatti, hanno avviato a Thun un’altra causa per chiedere il riconoscimento del loro status di eredi sulla base dei testamenti di Marella, ovviamente contestati da Margherita per presunte irregolarità. L’ennesimo procedimento giudiziario.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.