2025-08-12
The Donald: «Hamas non può restare a Gaza»
Il corpo di Anas Al Sharif, militante di Hamas che si presentava come giornalista di Al Jazeera, ucciso dall'Idf (Ansa)
Trump: «Molto difficile un accordo per la liberazione degli ostaggi». La Meloni sente il presidente dell’Anp, Abbas, che elogia il ruolo umanitario «fondamentale» dell’Italia. Tajani: «Aperti al riconoscimento della Palestina, ma prima serve uno Stato».Domenica sera, a Gaza City, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno ucciso Anas Al Sharif, militante di Hamas che si presentava come giornalista dell’emittente Al Jazeera. Secondo quanto dichiarato dall’Unità del portavoce delle Idf, Al Sharif guidava una cellula terroristica del movimento jihadista ed era responsabile di lanci di razzi contro obiettivi civili israeliani e reparti dell’esercito. Le Idf avevano già in precedenza reso pubbliche informazioni di intelligence e diversi documenti rinvenuti nella Striscia di Gaza, che confermarono il suo legame operativo con Hamas. Fra i documenti figurano elenchi del personale, registri di corsi di addestramento per miliziani, rubriche telefoniche e documentazione sugli stipendi del militante. Le prove dimostrano che Al Sharif, più volte apparso abbracciato ai leader di Hamas, operava come combattente armato per il movimento terrorista nella Striscia. Inoltre, le informazioni su Al Sharif rivelano la sua integrazione nella rete qatariota di Al Jazeera. Prima del raid l’esercito israeliano ha adottato misure mirate a limitare i danni collaterali ai civili, facendo ricorso a munizionamento di precisione, sorveglianza aerea e ulteriori dati di intelligence. «Le Idf continueranno ad agire contro le organizzazioni terroristiche presenti nella Striscia di Gaza», ha dichiarato il portavoce militare. Nel corso della stessa operazione, è rimasto ucciso anche Mohammed Qraiqea, altro «giornalista» di al-Jazeera. Entrambi erano figure note di Gaza e molto seguite dal pubblico del mondo arabo. Il primo ministro del Qatar ha rivolto un duro attacco a Israele, accusandolo di aver ucciso giornalisti dell’emittente Al Jazeera e definendo le loro morti «crimini oltre ogni immaginazione». Al Jazeera ha confermato la morte del ventottenne, insieme al collega giornalista Mohammed Qreiqeh e ai videomaker Ibrahim Zaher, Mohammed Noufal e Moamen Aliwa, nell’attacco, che ha preso di mira una tenda vicino all’ospedale Shifa. Un funzionario dell’ospedale ha dichiarato che nell’attacco sono morte anche altre due persone. In un messaggio pubblicato su X, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani ha espresso cordoglio per le vittime: «Che Dio abbia pietà dei giornalisti Anas Al Sharif, Mohammed Qraiqea e dei loro colleghi». L’agenzia delle Nazioni unite per i diritti umani ha condannato gli omicidi, qualificandoli come «una grave violazione del diritto internazionale umanitario». In un post diffuso su X, l’alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, ha sottolineato che «Israele deve rispettare e proteggere tutti i civili, compresi i giornalisti», evidenziando che, dal 7 ottobre 2023 - data dell’attacco di Hamas nel Sud di Israele che ha innescato il conflitto - a Gaza sarebbero stati uccisi almeno 242 reporter palestinesi. Israele, da parte sua, sostiene che i miliziani di Hamas si nascondono tra la popolazione civile e afferma di non colpire intenzionalmente né civili né operatori dell’informazione. «Chiediamo che a tutti i giornalisti sia garantito un accesso immediato, sicuro e senza ostacoli a Gaza» ha dichiarato l’ufficio di Turk. Anche l’associazione della Stampa estera ha espresso «indignazione» per l’accaduto, sottolineando che «i colleghi stavano svolgendo il loro dovere professionale, raccontando i fatti in tempo reale». L’organizzazione ha respinto la tesi israeliana che etichetta i giornalisti palestinesi come terroristi «spesso senza prove verificabili, trasformandoli in bersagli». Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha commentato su X la pubblicazione da parte dell’Iran di una «lista degli assassini» contenente alti funzionari israeliani «destinati all’eliminazione». Katz ha avvertito Khamenei di «guardare il cielo e ascoltare eventuali ronzii» quando esce dal bunker. Nell’elenco figurano lo stesso Katz, Benjamin Netanyahu e il rabbino capo militare Eyal Krim. Ieri il premier italiano Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il presidente palestinese Mahmoud Abbas, che ha elogiato il ruolo «fondamentale» dell’Italia nel sostegno umanitario. Meloni ha espresso preoccupazione per l’escalation militare israeliana e definito «ingiustificabile» la situazione a Gaza, chiedendo la fine immediata delle ostilità. Ha ribadito che Hamas deve liberare gli ostaggi e non potrà governare la Striscia. L’Italia prosegue con l’iniziativa Food for Gaza, inclusi lanci aerei e l’evacuazione di oltre 150 bambini malati, con altri in arrivo. Meloni ha confermato l’impegno per la stabilizzazione e ricostruzione di Gaza e la soluzione dei due Stati, fissando un incontro con Abbas all’Onu. Sempre a proposito dell’impegno italiano, Palazzo Chigi coordina un’operazione umanitaria per trasferire in Italia 34 bambini di Gaza bisognosi di cure e 91 familiari. Intanto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha dichiarato: «Siamo aperti al riconoscimento della Palestina, ma dobbiamo lavorare alla costruzione di uno Stato palestinese», precisando che «la Cisgiordania e Gaza devono essere riunificate, senza alcun ruolo per Hamas».Donald Trump, dal canto suo, ha dichiarato ieri ai media israeliani di non ritenere possibile, nelle attuali condizioni, che Hamas accetti un accordo per liberare gli ostaggi, definendo l’obiettivo «molto difficile». Intervistato da Channel 12 News, l’ex presidente ha evitato di commentare la decisione di Israele di conquistare Gaza City, ribadendo che spetta a Gerusalemme stabilire come riportare a casa gli ostaggi e chiudere il conflitto. Ha aggiunto che Hamas «non può restare a Gaza» e che bisogna «ricordare il 7 ottobre».
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