2025-10-10
Parigi ci rimanda i migranti usando i droni militari alla frontiera con l’Italia
Ripresi i respingimenti di massa al confine con la Val di Susa. Quando vuole Emmanuel Macron sa chiudere le porte, peccato che lo faccia soprattutto a nostro discapito.Uomini e donne, anche disabili o con bambini al seguito, respinti alla frontiera giù per le montagne utilizzando droni, motoslitte e infrarossi. Un’impressionante risposta militare al fenomeno dell’immigrazione clandestina che non va in scena ai confini dell’Ungheria di Viktor Orbán, il malvagio d’Europa, ma in Savoia. Per non far arrivare i migranti dalla Val Susa nella civilissima e democraticissima Francia di Emmanuel Macron. Quella delle famose «Libertà, Eguaglianza e Fratellanza». Quella che ha ripreso a fare i propri comodi al confine con l’Italia, dopo che negli anni scorsi lo sconfinamento armato dei suoi poliziotti in Piemonte, con tanto di inseguimento di migranti, aveva dato scandalo. Ora non li inseguono più. Semplicemente, li scacciano con le stesse armi prestate all’Ucraina per respingere i russi. La denuncia è arrivata ieri da una lunga e dettagliata inchiesta di Repubblica, per motivi oscuri confinata nelle pagine torinesi come se fosse un problema che, al massimo, riguarda chi va a sciare a Monginevro, Bardonecchia e Briancon. Il titolo era già eloquente: «Migranti cacciati dalla Francia. “La frontiera è militarizzata”». L’allarme è stato lanciato dal Rifugio Fraternità Massi di Oulx, che accoglie i migranti respinti dai francesi. Uno dei sacerdoti racconta che la gendarmeria usa i droni, le motoslitte e gli infrarossi, costringendo le persone a rischiare la vita nei boschi e sui pendii scoscesi della zona. Medici ed educatori del Rifugio parlano di un centinaio di migranti in transito (forzato) al giorno, in gran parte africani o mediorientali, con i minori non accompagnati che sarebbero circa un quarto dei flussi totali. La maggior parte di loro tenta il passaggio in Francia di notte, nei boschi, ma viene individuata e messa in fuga dalle autorità francesi. Ogni tanto qualcuno ci lascia le penne, mentre quasi quotidianamente c’è chi deve ricorrere alle cure dei medici volontari italiani. Il punto della questione non è il diritto dei francesi a contrastare l’immigrazione illegale. Anche a sorvolare sui profili di disumanità della Gendarmerie, il problema è la militarizzazione del confine, come testimonia l’uso dei droni, e la totale assenza di solidarietà con un partner come l’Italia. Con i famosi accordi di Shengen di fatto sospesi, sarebbe almeno ragionevole che Parigi gestisse i problemi migratori con Roma, senza fare a gara a chi userà prima le mitragliatrici. E poi ci sarebbe il famoso Trattato del Quirinale, che però regola un’amicizia a senso unico. Il dato allarmante è che tra il 2017 e il 2024 su queste montagne sono morte 15 persone, quasi tutti africani e in gran parte arrivati in qualche modo in territorio francese. Chi si salvava veniva preso e spedito in Italia, con tanto di documento prestampato che nella gran parte dei casi il migrante deportato manco sapeva leggere. L’episodio che è rimasto celebre è quello dell’inverno 2018, quando la polizia francese non si fece scrupolo a entrare armata per diversi chilometri in territorio italiano, per inseguire un migrante fino a Bardonecchia. Anziché abbandonare l’uomo per strada o davanti a un centro, come da prassi comunque non bellissima, i gendarmi entrarono in un centro di volontari intimidendo un medico e pretendendo di fare gli esami delle urine al migrante. In risposta, i membri della Onlus chiamarono la polizia di Stato. La faccenda divenne un caso diplomatico e da allora pare che le due polizie di frontiera collaborino senza problemi, avvertendosi sempre, specie in caso di inseguimenti transfrontalieri.Sulla linea dura dei francesi l’Europa ci sarebbe, ma non viene ascoltata. Nel settembre del 2023 la Corte di Giustizia europea ha stigmatizzato l’assetto «bellico» della polizia di confine transalpina e così il Consiglio di Stato francese, a febbraio del 2024, ha introdotto dei correttivi e ha sancito che in effetti la polizia di frontiera non aveva diritto ad attuare prassi illegittime contro i migranti, respingendoli senza verificare l’eventuale diritto di asilo da parte dei richiedenti. Ora, prima della denuncia raccolta da Repubblica, si credeva che dal 2024 non ci fossero più respingimenti indiscriminati, anche al valico del Monginevro. Insomma, si raccontava che dopo l’intervento dei giudici amministrativi di Parigi il fenomeno fosse concluso. Invece non è così, come raccontano i volontari piemontesi, e la polizia di confine francese non si sarà dotata da sola di droni anti-migrante, facendo una colletta per acquistarli su Amazon. Certamente in queste ore Macron ha altro per la testa che non il confine del Monginevro e il rispetto dei diritti umani. In questi mesi, pur di allontanare da sé una crisi economica devastante e lo spettro delle elezioni anticipate, il capo dell’Eliseo si è messo l’elmetto, arrivando a invocare l’invio di soldati francesi ed europei al fronte in Ucraina, per fermare la (presunta) avanzata della Russia di Vladimir Putin. Adesso si scopre che insegue con i droni anche i poveri sudanesi che scappano sulle nevi a 2.300 metri di altezza. E viene il sospetto che il «generale Macron» abbia un po’ perso il senso del limite.
«Roast in peace» (Amazon Prime Video)
Dal 9 ottobre Michela Giraud porta in scena un esperimento di satira collettiva: un gioco di parole, sarcasmo e leggerezza che rinnova la tradizione del roast con uno stile tutto italiano.