2025-09-09
Il gastronomo rosso Carlin Petrini non digerisce la proprietà privata
Sulla «Stampa» di casa Elkann il guru radical chic torna a predicare il comunismo.Come s’addice a chi è stato allevato a salsicce di Bra (le vendevano alla festa dell’Unità, ma grazie a Slow food ora sono fuori prezzo per la beneficenza politica) la tecnica è quella del maiale: non si butta via nulla. Hai scritto una pensosa prefazione che rimpiange i bei giorni di «Bergoglio e pregiudizio» contro il capitale? Allora ricicciala - anzi: riciclala, è più ecologicamente corretto - come editoriale per l’house organ della famiglia Elkann-Agnelli: La Stampa! Nel sermoncino si legge: «Rimango convinto che la spiritualità non è un aspetto riservato ai credenti, ma è il rispetto profondo che ognuno di noi può nutrire per la vita, per la terra e per ogni creatura». Pare però che nessuno abbia chiesto al maiale che ne pensa della propria «conversione» in salamella; non gliel’ha chiesto neppure Carlin Petrini, intimo di Francesco - nel 2021 meditarono insieme sul futuro del mondo - «un testone piemontese come me, un mio grande amico». Chissà se in cuor suo Petrini, ancorché agnostico, una nomination al Conclave se l’aspettava. Con l’Oscar - Farinetti Natale, la gastrostar nonostante i flop di Eataly e Fico - ci sa fare; come i Papi gli ha «venduto» le indulgenze enogastronomiche proiettando il suo conterraneo nell’empireo della bagnacauda. Giusto per tornare al cibo «buono pulito e giusto», Farinetti è quello che teorizza, benedetto da Carlin, che «il caffè dovrebbe costare due euro e mezzo!». Ci sono sempre i compagni che sbagliano. Così arriva l’omelia slow. Racconta l’oracolo di Bra che a Bergamo in un dibattito post Covid incontrò Gaël Giraud e gli sentì dire: «Oggi per liberarci dalla tirannia del tempo moderno dovremmo tagliare la testa al capitalismo». È l’effetto baci Perugina: una frase ed ecco l’amore sinistro cotto e mangiato! Petrini dice che sentì nell’ex banker, economista convertitosi in padre gesuita, l’afflato rivoluzionario francese - libertà, uguaglianza e fratellanza - «i tre fondamenti delle nostre democrazie moderne». Consenta Carlin; lei saprà tutto del Puzzone di Moena, ma zoppica in storia delle dottrine politiche. Le democrazie moderne si fondano sul pensiero di John Locke e poi sulla Rivoluzione americana: scoppiò per una questione di tasse, quelle che lei vorrebbe far calare come una mannaia del trinciante sull’odiato capitale. Già che ci siamo s’annoti questo nome: Filippo Mazzei, è antenato di quelli che fanno ottimo vino in Chianti, portò la viticoltura in Virginia e dettò a George Washington la Dichiarazione d’indipendenza americana. Cibo e vino, come vede, c’entrano con la politica prima di lei e di Bergoglio. Petrini nella prefazione al nuovo libro di Giraud - insieme scrissero Il Gusto di cambiare - intitolato Costruire un mondo comune, fa una laude alla transizione ecologica e un atto d’accusa all’uomo responsabile dello sfascio (presunto) del pianeta perché «tutto è connesso». I cattivi sono prima di tutto i ricchi. «Lo ha spiegato Bergoglio nella Laudato si’ che i migranti che muoiono in mare come i campesinos dell’Amazzonia sono vittime dello stesso sistema perverso, non si può separare il grido della terra da quello dei poveri». Il rimedio? «Anche il concetto stesso della proprietà privata - spiega bene Giraud - è parte di quei meccanismi che hanno portato l’intera umanità sull’orlo del baratro». Non resta che abolirla! Sul «foglio» di John Elkann - ha patteggiato 175 milioni con l’Agenzia delle entrate per non passarci da evasore; sposta le fabbriche in Serbia e in Africa e importa manodopera dal Nepal per fare dumping sui salari; fa scrivere all’Ue che sui motori termici ci siamo sbagliati: riaccendeteli o muore l’industria - apprendiamo, grazie a Petrini, in rapida sequenza: la proprietà è un furto, i migranti muoiono per colpa del capitale, la Bibbia è un trattato di ecologia (sarà per l’Arca di Noé, per la manna che cadde dal cielo o per i capretti sgozzati?) e serve «una conversione ecologica che deve guardare tutti». L’editore forse non è d’accordo, ma il sermoncino di Petrini serve a stare dalla parte politicamente corretta. A proposito di abbuffate; pare la scena di Trimalcione che mostra ai crapuloni lo scheletro d’argento: memento mori! Sta nel Satyricon, serve altro?
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.
Ecco #DimmiLaVerità del 9 settembre 2025. Il deputato di Azione Fabrizio Benzinai commenta l'attacco di Israele a Doha, la vicenda di Flotilla e chiede sanzioni nei confronti dei ministri di Israele.