
Il costo dei lavoratori francesi che prendono assenze per malattia è aumentato dell’8,5% rispetto al 2023.I dati sono relativi al 2024 come riporta Les Echos e forniscono uno spaccato piuttosto imbarazzante dei lavoratori francesi. Nei primi sei mesi del 2024 il costo dei lavoratori francesi che prendono assenze per malattia è aumentato dell’8,5% rispetto al 2023.La Caisse nationale d’assurance-maladie (CNAM), L’assicurazione sanitaria nazionale francese, ha previsto un piano di spesa di 17 miliardi di euro nel 2024, ma quella somma è stata quasi spesa. Le interruzioni per più di tre mesi sono aumentate del 9,5% e i congedi per malattia dovuti a incidenti sul lavoro dell’11,3%. I periodi più brevi di congedo per malattia non sono così elevati ma rappresentano comunque quasi la metà dell’importo totale. Sebbene inizialmente l'intuizione porterebbe a pensare che l'aumento dei costi sia dovuto ad aspetti demografici come l’invecchiamento della popolazione, in realtà le motivazioni potrebbero essere anche altre. Come scrive il quotidiano francese infatti la Francia ha una forza lavoro che invecchia ogni giorno, ma tra il 2019 e il 2023 questo ha rappresentato solo il 19% dei dati sulle assenze per malattia. Dare sostegni alle persone lontane dal lavoro è costoso, quindi anche l’inflazione ha un impatto importante, rappresentando circa il 39% dell’aumento dei costi dal 2019.Quindi inflazione e demografia non possono spiegare il restante 42% dei costi. Le persone si assentano per malattia e restano in congedo più a lungo. Thomas Fatôme, direttore generale del CNAM, ha spiegato che ciò potrebbe essere legato al fatto che più persone abbiano una malattia cronica o magari qualcuno stia approfittando del sistema.Inoltre con i suoi 25 giorni lavorativi di ferie retribuite e 11 giorni festivi, la Francia ha un totale di 36 giorni di riposo legale all'anno. Che evidentemente non gli bastano. In Francia, quando qualcuno è in malattia, l’assicurazione sanitaria nazionale entra in vigore il quarto giorno e paga il 50% dello stipendio, supponendo che lo stipendio sia al massimo 1,8 volte il salario minimo. Questo naturalmente non aiuta le casse dello Stato già messe a durissima prova.
Taylor Swift (Ansa)
La cantante, che aveva sostenuto la campagna contro Trump, esce con un nuovo album. Critiche dagli utenti che vedono messaggi razzisti anche dove non ci sono.
La Meloni convoca i sindacati sulla manovra. Ma la Cgil è preoccupata per la decisione della Consulta che potrebbe aprire le aziende a Usb, Cobas e Orsa. Intanto Stellantis produce meno di mille auto al giorno.
Iil presidente di Confindustria Energia Guido Brusco
Alla Conferenza annuale della federazione, il presidente Guido Brusco sollecita regole chiare e tempi certi per sbloccare investimenti strategici. Stop alla burocrazia, realismo sulla decarbonizzazione e dialogo con il sindacato.
Visione, investimenti e alleanze per rendere l’energia il motore dello sviluppo italiano. È questo il messaggio lanciato da Confindustria Energia in occasione della Terza Conferenza annuale, svoltasi a Roma l’8 ottobre. Il presidente Guido Brusco ha aperto i lavori sottolineando la complessità del contesto internazionale: «Il sistema energetico italiano ed europeo affronta una fase di straordinaria complessità. L’autonomia strategica non è più un concetto astratto ma una priorità concreta».
La transizione energetica, ha proseguito Brusco, deve essere affrontata con «realismo e coerenza», evitando approcci ideologici che rischiano di danneggiare la competitività industriale. Decarbonizzazione, dunque, ma attraverso strumenti efficaci e con il contributo di tutte le tecnologie disponibili: dal gas all’idrogeno, dai biocarburanti al nucleare di nuova generazione, dalle rinnovabili alla cattura e stoccaggio della CO2.
Uno dei nodi principali resta quello delle autorizzazioni, considerate un vero freno alla competitività. I dati del Servizio Studi della Camera dei Deputati parlano chiaro: nel primo semestre del 2025, la durata media di una Valutazione di Impatto Ambientale è stata di circa mille giorni; per ottenere un Provvedimento Autorizzatorio Unico ne servono oltre milleduecento. Tempi incompatibili con la velocità richiesta dalla transizione.
«Non chiediamo scorciatoie — ha precisato Brusco — ma certezza del diritto e responsabilità nelle decisioni. Il Paese deve premiare chi investe in innovazione e sostenibilità, non ostacolarlo con inefficienze che non possiamo più permetterci».
Per superare la frammentazione normativa, Confindustria Energia propone una legge quadro sull’energia, fondata sui principi di neutralità tecnologica e sociale. Uno strumento che consenta una pianificazione stabile e flessibile, in linea con l’evoluzione tecnologica e con il coinvolgimento delle comunità. Una recente ricerca del Censis evidenzia infatti come la dimensione sociale sia cruciale: i cittadini sono disposti a modificare i propri comportamenti, ma servono trasparenza e dialogo.
Altro capitolo centrale è quello delle competenze. «Non ci sarà transizione energetica senza una transizione delle competenze», ha ricordato Brusco, rilanciando la necessità di investire nella formazione e nel rafforzamento della collaborazione tra imprese, università e scuole.
Il presidente ha infine ringraziato il sindacato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore energia e petrolio, definendolo un esempio di confronto «serio, trasparente e orientato al futuro». Un modello, ha concluso, «basato sul dialogo e sulla corresponsabilità, capace di conciliare la valorizzazione del lavoro con la competitività delle imprese».
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(IStock)
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