2022-06-16
Finita la partita della delega fiscale il M5s mira al grande fratello digitale
Dopo sette mesi si è conclusa, in commissione Finanze alla Camera, la votazione sugli emendamenti. Sulla riforma del Catasto tutti si dicono contenti ma resta il rischioso grimaldello della banca dati Omi.Un grande fratello fiscale con sempre più poteri grazie agli emendamenti voluti dal M5s. Ieri il testo della delega è infatti stato licenziato dalla commissione Finanze alla Camera e l’appuntamento per la discussione in Aula è per il 20 giugno. Un testo che dunque vede come grande protagonista la tecnologia e il suo potenziamento in ambito fiscale. Gli emendamenti in questione, per la maggior parte hanno la firma del M5s e danno la possibilità all’Agenzia delle entrate di ottenere e usare tutti i dati (anche quelli non fiscali) presenti sulla fattura elettronica (ricordiamo che questo uso indiscriminato delle informazioni fu bloccato, in passato, dal Garante della privacy che impose solo l’uso dei dati fiscali), di introdurre l’intelligenza artificiale, nuova tecnologia, del pieno utilizzo dei dati che affluiscono al sistema informativo dell’anagrafe tributaria, il potenziamento dell’analisi del rischio e la possibilità di incrociare le banche dati a disposizione delle singole amministrazioni, per combattere l’evasione fiscale. Insomma, l’Amministrazione finanziaria avrà a disposizione tutte le informazioni che vuole per dare vita ad un vero e proprio grande fratello fiscale. Ma le novità nella delega non finiscono qua perchè è stata anche introdotta la razionalizzazione delle sanzioni amministrative, con l’obiettivo di garantire la gradualità e la proporzionalità a seconda della violazione commessa. Inoltre, l’Agenzia delle entrate non potrà più chiedere ai contribuenti, documenti che sono già in possesso di amministrazioni pubbliche. Sulla delega si è poi trovato un punto di incontro sulla «mini flax tax» o «easy tax» che ha l’obiettivo di andare ad agevolare i lavoratori autonomi che superano i 65.000 euro di ricavi l’anno e sono costretti a rinunciare alla tassazione del 15%, presente nel regime di flat tax, per passare a quello ordinario Irpef. Compromesso trovato dato che l’aumento del 20% nella tassazione ha portato molti professionisti a non superare il limite dei 65.000 euro di fatturato, incrementando il lavoro in nero. Per cercare di porre rimedio a questo fenomeno si è dunque votata la easy tax (voluta da M5s e Lega) che prevede uno scivolo di 2 anni per chi supera i 65.000 euro con una tassazione che sarà superiore al 15% (i dettagli verranno decisi con i decreti successivi). In questo modo si avrà più tempo prima di essere catapultati nel regime ordinario di tassazione Irpef. Approvato inoltre anche il cashback fiscale e la successiva erogazione tramite piattaforme telematiche delle detrazioni fiscali. Novità poi sono state introdotte lato Irap (il primo passo era stato fatto nell’ultima legge di Bilancio) prevedendo un graduale superamento dell’imposta regionale sulle attività produttive con priorità per le società di persona, gli studi associati e le società tra professionisti. Lo stesso articolo precisa come questi interventi normativi non dovranno andare a generare alcun genere di aggravio sui redditi da lavoro dipendente o da pensione. Previsto anche il riordino delle detrazioni e deduzioni fiscali, tenendo conto della loro finalità e salvaguardando la casa e il principio di equità ed efficienza dell’imposta. Viene poi precisato come le risorse, derivanti dal taglio di alcune tax expenditure, dovranno essere destinate ai contribuenti Irpef che hanno dei redditi medio-bassi. Sempre lato reddito si prevede poi una sempre maggiore armonizzazione, in termini di tassazione, tra i redditi da capitale e quelli diversi di natura finanziaria; la novità sarà riferita solo ed esclusivamente ai redditi prodotti dopo l’entrata in vigore dei decreti delegati. Ci sono infine altri due punti di interesse all’interno del testo della delega fiscale: i lavoratori autonomi e il catasto. Per quanto riguarda il primo è stato votato un emendamento che prevede come i soggetti a cui si applicano gli Isa, avranno più flessibilità nel versamento dell’Irpef. E dunque, l’attuale sistema di calcolo, saldo e acconti rimarrà operativo, ma si darà la possibilità ai contribuenti di mensilizzare gli acconti e i saldi. L’obiettivo è dunque quello di garantire una distribuzione del carico fiscale più equa e diluita nel corso del tempo. Infine, l’articolo sul catasto. Il testo approvato ha messo d’accordo tutta la maggioranza di governo e le diverse forze politiche hanno sottolineato come non ci saranno nuovi aumenti di tasse sulla casa dal 2026. La certezza però vacilla, soprattutto quando si legge come per ogni unità immobiliare si dovrà indicare la rendita catastale e un ulteriore valore che potrà subire aggiornamenti periodici. Per stimare quest’ultimo si useranno criteri «vecchi» ai quali si aggiungeranno, tra gli altri, anche una non più precisata consultazione della banca dati Omi, che permette di osservare le quotazioni dei valori immobiliari e locazioni all’interno del territorio nazionale. Aspetto che dovrà essere indagato meglio con i decreti successivi, ma che non preannuncia nulla di buono.