2023-05-02
Felice Casorati. Pittura e musica in mostra alla fondazione Magnani-Rocca
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Alla Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma), sino al 2 luglio 2023, una grande antologica di oltre ottanta opere ripercorre l’intera parabola artistica di Felice Casorati, fra i più importanti pittori figurativi del Novecento. In un percorso espositivo ricco di capolavori, l’esposizione tocca tutte le figure e i temi prediletti dall’artista piemontese, documentando ampiamente ogni stagione della sua pittura e la sua grande passione per la musica.Una mostra importante quella allestita nella «Villa dei capolavori» di Mamiano di Traversetolo ( piccola frazione in provincia di Parma), un tempo residenza privata del musicologo, critico e collezionista d’arte Luigi Magnani ed ora, per suo volere, sede della Fondazione Magnani - Rocca, custode di una preziosissima collezione d’arte permanente (che vanta ben cinquanta tele di Giorgio Morandi, di cui Magnani era grande estimatore, oltre che amico) e sede temporanea di prestigiose esposizioni di levatura internazionale. Ed è in quest’ottica che si colloca l’antologica dedicata a Felice Casorati (Novara,1883 - Torino,1963), artista fra i più significativi del Novecento, pittore (innanzitutto), ma anche grafico, scenografo, architetto, scultore e - come lui stesso amava dire - posseduto dal «demone» della musica al pari di quello della pittura. Spesso, in Casorati la musica « entra» nella pittura e in molte sue tele (Concerto, Mozart, Brocca con chitarra, Beethoven, per esempio) il richiamo al mondo delle note è palese: obiettivo della mostra di Traversetolo – curata da Giorgina Bertolino, Daniela Ferrari e Stefano Roffi – è proprio quello di approfondire questo aspetto dell’arte di Casorati. Non a caso,infatti, si intitola Il concerto della pittura ; non a caso è stata allestita in un luogo in cui la musica era letteralmente di casa e, altrettanto non casualmente, l’articolato percorso espositivo - che rivela tutta la complessità e la completezza di un artista come Casorati - inizia appena dopo la maestosa sala della musica, dove tele di Tiziano, Lippi, Durer e Ghirlandaio fanno da contorno al grande pianoforte che fu di Luigi Magnani, in una immaginaria e ideale vicinanza fra il collezionista emiliano e l’artista piemontese. Attraversato questo spazio, ad accogliere il visitatore nella prima sala della mostra il celebre Ritratto della sorella Elvira (opera datata1934 che segna il debutto di Casorati alla Biennale di Venezia del 1907) , Le ereditiere del 1910 e Notturno del 1912-13, tre opere pittoriche di grande significato, che denotano, nel linguaggio artistico di Casorati, lo studio dell’antico e le influenze del naturalismo e del simbolismo, sino ad arrivare al confronto con Klimt e l’ambiente delle Secessioni. Anche se Casorati è difficilmente catalogabile in una corrente artistica precisa, il grande pubblico ne ricorda soprattutto la produzione degli anni Venti (quando , al pari di artisti come Carlo Carrà ed Arturo Martini, sente prepotente il richiamo neoclassico e neorinascimentale del Ritorno all’ordine e del Realismo Magico, in frenata rispetto agli eccessi delle Avanguardie futuriste ed espressioniste), con quelle opere metafisiche e silenziose pervase di malinconia e mistero, enigmatiche e indecifrabili. Sospese. Reali ed irreali nello stesso tempo. Come il famosissimo dipinto Silvana Cenni (1922), chiaro omaggio a Piero della Francesca, dove la sacrale immobilità del soggetto ritratto sovrasta ogni cosa, dove tutto è aderente al vero, ma talmente realistico da tradursi in straniamento…Lo stesso straniamento che si prova osservando un’altra famosa tela presente in mostra, Conversazione platonica (1925), un quadro misterioso e di difficile interpretazione, dove un uomo vestito di nero e assorto nei suoi pensieri contempla una giovane donna, nuda e languidamente adagiata. Proseguendo nella mostra, ai quadri con figura si alternano alcuni paesaggi e un nucleo di nature morte, fra le quali quelle dedicate alle uova, tema ricorrente nell’arte casoratiana, che in queste forme perfette e fragili vede il contrasto tra la precarietà e la solidità formale, oltre che un ulteriore rimando a Piero della Francesca e a Paul Cézanne ( si ricordi, del pittore francese, il celebre dipinto Il pane e le uova del 1865).Fra le tante opere-chiave esposte alla Magnani-Rocca, a fare da «inconsapevole e originale trait d’union » fra due mostre (e due artisti) un dipinto del 1921, Le due sorelle (Libro aperto e libro chiuso), tela inquadrata in una scena de La dolce vita (1960) da Federico Fellini, il grande regista riminese a cui viene dedicata - nelle sale al piano superiore della Villa - proprio nello stesso periodo dell’antologica su Casorati, una particolare mostra focus nel trentennale della morte.Due esposizioni nella «Villa dei capolavori», dove arte, musica e cinema si incontrano e si fondono in un'armonia perfertta di suoni e immagini.