2023-01-24
Faro anche su Libia, Mali e Spazio
Il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune (Ansa)
Al centro della visita del premier in Maghreb pure infrastrutture, telecomunicazioni e settore biomedico. Claudio Descalzi: «Nel 2024 azzereremo le forniture di gas russo».Inizia a prendere forma la politica estera del governo Meloni: una politica estera che guarda con attenzione al Mediterraneo. Il presidente del Consiglio ha concluso ieri la sua visita di due giorni in Algeria, con l’obiettivo di rafforzare i legami tra Roma e Algeri soprattutto sotto il profilo energetico. Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza delle relazioni con il Paese nordafricano. «Ringrazio il presidente algerino e l’intero governo per questa accoglienza, non a caso la prima missione bilaterale che il nuovo governo ha inteso fare, a dimostrazione di quanto l’Algeria è partener affidabile e di assoluto rilievo strategico», ha detto l’inquilina di Palazzo Chigi. «Oggi l’Algeria è il nostro principale fornitore di gas. Sono state firmate due intese da Eni e la sua omologa algerina: un’intesa per ridurre le emissioni di gas serra, quindi per uno sviluppo sostenibile; e l’altra è per giungere ad un incremento delle esportazioni di gas dall’Algeria all’Italia e all’Ue, la realizzazione di un nuovo gasdotto per l’idrogeno, la possibilità di fare gas liquefatto. Insomma un meccanismo di mix energetico, che individuiamo come possibile soluzione alla crisi in atto», ha proseguito la Meloni. Tebboune ha espresso soddisfazione per i rapporti tra Roma e Algeri, sottolineando di aver raggiunto con l’Italia un’intesa per un gasdotto Algeria-Sardegna. «Con Fiat inizierà a marzo la produzione di macchine e motocicli. Vogliamo produrre la Vespa a Guelma», ha aggiunto il presidente algerino. I due leader hanno anche affrontato vari dossier geopolitici. «La nostra lunga chiacchierata è stata occasione per parlare di stabilizzazione della Libia e della situazione nel Mali, dove c’è una instabilità che ci preoccupa. Sulla Palestina solo la soluzione di due Stati può assicurare la pace nella regione», ha detto il presidente del Consiglio. Vale a tal proposito sottolineare che la parte orientale della Libia e il Sahel sono entrambi interessati da una significativa espansione dell’influenza politica della Russia, anche attraverso il ricorso al Wagner group. «Tra i nuovi settori di cooperazione con l’Algeria ci sono le infrastrutture, comprese quelle digitali, il biomedicale, le telecomunicazioni», ha aggiunto la Meloni, per poi precisare: «Quando parliamo di piano Mattei parliamo di un modello di sviluppo, anche per l’Africa». Sotto questo aspetto, la Meloni ha affermato: «Il nostro modello di cooperazione non è predatorio ma entrambi i partner devono essere soddisfatti e crescere». Ieri, il premier si era non a caso recato ai Giardini Mattei, in compagnia del ministro dell’Energia algerino, Mohamed Arkab, e dell’ambasciatore italiano ad Algeri, Giovanni Pugliese. Della delegazione italiana hanno fatto parte anche l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. È in questo quadro che, oltre ai suddetti accordi energetici, è stato firmato un memorandum d’intesa tra l’Agenzia spaziale italiana e l’Agenzia spaziale algerina. In particolare, Descalzi ha detto che l’Italia azzererà le forniture di gas russo nell’inverno 2024-2025 e che il nostro Paese potrebbe diventare un hub energetico di collegamento tra il Mediterraneo e il Nord Europa. Tutto questo, mentre - secondo Bonomi - «la sinergia tra le due comunità imprenditoriali può dare un contributo decisivo per lo sviluppo di relazioni economiche tra Europa, Italia, Algeria, le sponde del Mediterraneo e la più la vasta area dell’Africa subsahariana». Il viaggio della Meloni consolida un percorso di avvicinamento tra Roma e Algeri che, avviato in aprile a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, è principalmente finalizzato a ridurre la dipendenza energetica dell’Italia da Mosca. Sembrerebbe comunque che l’attuale governo italiano punti a inserire questa necessità all’interno di una strategia più ampia. Non a caso, il presidente del Consiglio ha annunciato nuove missioni in Nord Africa e ha detto di voler «costruire ponti tra le sponde del Mediterraneo e stabilizzare la regione, che per l’Italia e l’Europa è strategica». L’idea insomma è quella di rafforzare i legami tra Roma, Nord Africa e Medio Oriente, con l’obiettivo ridurre l’instabilità politica in quelle aree e consolidare l’approvvigionamento energetico. Una strategia che la Meloni sta portando avanti, guardando contemporaneamente al Mediterraneo allargato e agli Usa. Non è infatti un caso che, negli scorsi mesi, abbia affrontato la questione della stabilità mediterranea sia con Joe Biden sia con Jens Stoltenberg. D’altronde, il rilancio del fianco meridionale della Nato è un tema che riguarda con urgenza soprattutto la Libia. E proprio la crisi libica ha rappresentato uno dei dossier al centro del recente incontro, tenutosi al Cairo, tra il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi.