2023-06-11
Londra: basta farmaci per baby trans
Frenata della sanità britannica sulle terapie ormonali per la disforia di genere. I medicinali, usati anche da noi, saranno forniti solo ai giovani inclusi in studi clinici.Il Regno Unito non offrirà più bloccanti della pubertà come trattamento di routine, nei nuovi centri regionali per minori con disforia di genere. L’ha fatto sapere il Servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) in un documento ufficiale pubblicato venerdì. «Al di fuori di un contesto di ricerca, gli ormoni che sopprimono la pubertà non dovrebbero essere regolarmente somministrati a bambini e adolescenti», che non si riconoscono nel sesso di nascita, si legge nell’aggiornamento delle linee guida. Una decisione che «passerà alla storia» nella tutela dei piccoli, hanno subito commentato clinici e psicologi. La svolta avviene con i protocolli per due nuove cliniche «di genere» che apriranno in autunno, sostituendo il Gender identity development service (Gids), il centro delle transizioni per minori più grosso del Regno Unito con sede presso il Tavistock and Portman Nhs Foundation Trust di Londra, che sta per chiudere dopo che un’inchiesta indipendente della pediatra Hilary Cass l’aveva giudicato una clinica «non sicura». Nel suo rapporto, la dottoressa indicava che «l’attuale modello di servizio non è né sicuro né sostenibile a lungo termine». Più di un migliaio di bambini erano stati indirizzati a questa clinica affiliata al servizio sanitario inglese, ricevendo ormoni o subendo operazioni chirurgiche di transizione che sconvolgevano la loro vita. Clamorosa era stata anche la denuncia e la causa legale promossa da Keira Bell, che a 16 anni nella Tavistock and Portman venne sottoposta ad ogni genere di trattamenti di cui poi si pentì troppo tardi. Le conseguenze erano ormai irreversibili. La chiusura è stata decisa dallo stesso Nhs, perché il centro non aveva saputo garantire la sicurezza dei piccoli pazienti. Già lo scorso ottobre, il Servizio sanitario britannico era giunto alla conclusione che avrebbe somministrato l’ormone GnRHa (per la sospensione della pubertà) «solo nel contesto di un protocollo di ricerca». Adesso, una seconda decisione importante, che rende operativo il progetto di non lasciare ai centri la possibilità di effettuare terapie ormonali sui bambini, al di fuori di studi concordati. «Svilupperemo uno studio sull’impatto dei bloccanti della pubertà sulla disforia di genere nei bambini e nei giovani con disforia di genere ad esordio precoce, che mira a essere operativo nel 2024», ha fatto sapere un portavoce del Nhs. Lo psichiatra David Bell, un ex dirigente della clinica Tavistock, al Telegraph ha dichiarato: «Tutte le evidenze scientifiche dimostrano che i bloccanti della pubertà non aiutano, e ci sono chiare prove dei danni fisici e psicologici da essi causati, quindi questo cambiamento è in linea con le evidenze che abbiamo». Ha aggiunto che «una percentuale molto alta di bambini in cura per la disforia di genere ha altri problemi, come l’autismo e la depressione, e molti sono turbati o confusi sulla loro sessualità».Lo stop deciso nel Regno Unito dovrebbe far riflettere le tante società scientifiche, che nel nostro Paese hanno ritenuto infondate e allarmistiche le preoccupazioni espresse a gennaio dalla Società psicoanalitica Italiana (Spi) sul rischio di danni fisici e psichici dei farmaci bloccanti la pubertà nei bambini e negli adolescenti con disforia di genere. Trattamento in Italia gratuito, nelle condizioni individuate da Aifa. Sostengono che sono trattamenti «reversibili, consentono di guadagnare tempo per riflettere in modo consapevole sulla scelta di cambiare sesso». Gli inglesi l’hanno capito per tempo, invece, che i danni sono enormi.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)