2021-05-10
Evviva i capelli al vento ma prima di scioglierli ecco le regole da seguire
Lavarli una volta alla settimana, massaggiarli con i polpastrelli e non con le unghie, utilizzare il detergente adatto, al termine sempre un po' di balsamo. E nel risciacquo anche un po' di aceto.Sono una delle parti più importanti della nostra immagine, per le donne quanto per gli uomini, ma, a ben guardare sono peli. Ce lo spiega anche la Treccani online: la parola capello deriva dal latino capillus e indica «ciascuno dei peli del capo umano». Infatti chiamiamo la pelle del capo cuoio capelluto. Sono peli perché, come quelli, questi cadono e si rigenerano, ma allo stesso tempo «si differenziano dai peli comuni per l'elevatissimo numero e per lo sviluppo in lunghezza». Poi, anche perché, ancora diversamente dai peli veri e propri, possono essere di tre forme: ulotrichi, cioè ricci a sezione piatta, tipici dell'etnia africana; cimotrichi, cioè ondulati a sezione ovale, tipici dell'etnia caucasica; lissotrichi, cioè lisci a sezione rotonda, tipici dell'etnia asiatica. Anche lo spessore dei nostri... «cap-peli» varia, da un minimo di 0,06 millimetri a un massimo di 0,1. Ci crescono con una certa velocità, poco più di 0,3 millimetri al giorno, circa 1 centimetro al mese. Con unghie e barba, i capelli crescono senza sosta per tutto il corso della nostra vita, giungendo raramente oltre il metro di lunghezza. Non tutti sono capelloni: cambia anche la densità di capelli. Essa va da 100 a 150 capelli per ogni centimetro quadrato di cuoio capelluto e differisce in base al colore: la criniera di un biondo presenta circa 150.000 capelli, in testa a un castano ne abbiamo più o meno 110.000, la chioma di colore nero ne sfoggia circa 100.000 e la testa rossa più o meno 90.000.La vita di un capello non è breve: va dai 2 ai 6 anni ma può anche durare fino a 10. Durante questo periodo vive tre fasi dette ciclo del capello: anagen, catagen e telogen. L'anagen è la fase di crescita (il famoso centimetro al mese) e dura dai 3 ai 7 anni, è più breve nelle tempie rispetto alla nuca. In fase catagen, che dura da 2 a 3 settimane, il pelo involve, cioè sale via via verso l'epidermide. In fase telogen, che dura da 2 a 3 mesi, il capello è ancora radicato nel follicolo pilifero ma non ha attività vitale: in sottofase exogen perde l'ancoraggio al follicolo, in fase teloptosi si distacca e cade. Dei nostri capelli, circa il 10% sono in fase teloptosi, cioè ci cadono. Nella misura di circa 80-100 al giorno, si tratta di una normale caduta. Dopo l'anagen, il follicolo si riposa in una fase che si chiama kenogen, poi farà nascere un nuovo capello, in una nuova fase anagen. Andiamo a conoscere la struttura del nostro grande pelo: considerato longitudinalmente, esso inizia con il bulbo, la parte iniziale che radica nel punto più profondo del follicolo, poi c'è la radice, la parte dello stelo interna alla pelle, e poi il fusto, che sporge dalla superficie cutanea e ha la forma di un tubo la cui parte terminale è più sottile e si chiama apice (in gergo parrucchieristico, punta). Se invece tagliassimo un capello orizzontalmente, ci troveremmo di fronte a tre livelli. Il più interno si chiama midollo, occupa quasi il 50% dello spessore del pelo negli animali ma nell'essere umano è assai inferiore e serve a termoregolare la temperatura dei capelli. Poi, c'è la corteccia, composta per lo più da melanina, che è responsabile dell'elasticità e della resistenza del capello. Infine, c'è la cuticola, lo strato esterno che protegge quelli interni da danni chimici, fisici e traumi meccanici.Per avere capelli sempre in forma, dobbiamo intervenire a diversi livelli. Innanzitutto, lo shampoo e il balsamo. La cura estetico-igienica fa parte della storia dell'uomo, naturalmente, ma nel passato farsi uno sciampo era un'operazione decisamente meno veloce e meno frequente di quanto lo sia ai nostri giorni. Oggi abbiamo un'infinità di shampoo e per di più, sulla scia dell'ecologismo che considera il prodotto concentrato meno inquinante anche perché richiede un packaging di minori dimensioni, sono diventati di moda lo shampoo e il balsamo solidi. Per operare il perfetto shampoo, dobbiamo ricordare varie cose. Cuoio capelluto e capelli possiedono un ph leggermente acido, tra 4 e 5,5: perché essi restino in salute occorre rispettarlo. La scala del ph va da 0 a 14: fino a 6,9 è acido, a 7 è neutro, da 7,1 è basico, anche detto alcalino.Il ph acido protegge il cuoio capelluto dalla formazione di funghi e batteri, allo stesso scopo serve la produzione di sebo, perciò non è consigliabile sbilanciare il ph o pulire troppo aggressivamente. Sono errori che possono condurre anche a una cute troppo grassa, perché appena togliamo il sebo le ghiandole sebacee ricominciano a produrlo, o alla formazione di forfora. Se la forfora non dipende da cause interne, può infatti essere conseguenza di trattamenti errati: per esempio, sfregare il cuoio capelluto durante il lavaggio con le unghie invece che con i polpastrelli, pettinare troppo vigorosamente, usare phon troppo caldo o troppo vicino. La forfora è una desquamazione dello strato corneo della pelle del capo. Una minima desquamazione è normale, serve alla pelle a lasciar andare le cellule morte; ma se ci troviamo di fronte alla vera e propria forfora e la causa non sono i trattamenti meccanici errati, possono allora essere i trattamenti igienici sbagliati che vanno a modificare un ph sano. Uno sciampo troppo alcalino, infatti, cioè non acido come dovrebbe essere, alcalinizza il ph del cuoio capelluto, che si seccherà e magari desquamerà. Bisogna poi fare attenzione all'alcol e non esagerare con lozioni alcoliche: gli ingredienti che si possono leggere nell'Inci, sul retro della bottiglia, sono indicati in ordine di quantità, evitate shampoo con alcol ai primissimi posti. Profumi per capelli o shampoo molto aggressivi o molto alcolici possono sortire lo stesso effetto. Anche i capelli, come il cuoio capelluto, sono ricoperti dallo strato chiamato proprio manto acido che, sui capelli, ha la precisa funzione di tenere chiuse le cuticole, sigillare la corteccia e mantenere idratato il fusto. Anche la secchezza dei capelli può essere un problema di ph non rispettato. Le tinture coloranti per capelli, per esempio, hanno generalmente un ph alcalino che va da 10 a 13. Esse agiscono alzando il ph dei capelli, allo scopo di sollevarne le cuticole e permettere al colore di penetrare nel fusto. Perciò dopo la tintura si deve usare un'emulsione nutriente: oltre a nutrire, serve a rimodulare il ph. Solitamente lo shampoo ha un ph lievemente acido, al massimo neutro, e il balsamo ne ha uno più basso: essendo il trattamento finale sui capelli, deve chiudere le cuticole al meglio che può. Un altro elemento importante per selezionare il tipo di shampoo più adatto alla nostra chioma è che svolga le funzioni di cui abbiamo bisogno ed è importante osservare come reagisce la nostra testa.Ne esistono di ogni tipo: per capelli secchi, per capelli grassi, per cute grassa e capelli secchi, per capelli tinti, lisci, ricci, sottili, bianchi. Non si può definire a priori quale sia il miglior shampoo per tutti, ma si può affermare una regola generale: il lavaggio deve ripulire alla perfezione, ma pelle e capelli devono rimanere nutriti, non secchi. Diluite sempre lo shampoo: se non si vuol usare un dosatore per allungarlo con l'acqua e poi distribuirlo sulla cute, basta metterlo nel palmo della mano e farci cadere un po' d'acqua, emulsionando il tutto prima di lavare i capelli. Oppure si può mettere sui capelli, poi passare un veloce getto di acqua con il doccino, poi insaponare. Usate sempre il balsamo: richiude le cuticole e perciò i capelli diventano più lucenti. Ottimo anche un ultimo risciacquo acido, per esempio con aceto. Anche sul sito di Jean Louis David, il leggendario parrucchiere francese di fama planetaria, nei rituali di cura è spiegato: «L'aceto aiuta a chiudere le squame che compongono la fibra capillare e, in questo modo, facilita il brushing, preserva il colore, idrata, doma l'elettricità statica, facilita la crescita e riduce il prurito sul cuoio capelluto». Rimedio della nonna: basta aggiungere un cucchiaio di aceto di mele o di vino in un litro di acqua tiepida (se si hanno i capelli molto lunghi, 2 cucchiai e 2 litri) che poi farete cadere sui capelli. Poi, strizzate i capelli e asciugateli: non preoccupatevi, non si sentirà alcun odore di aceto da asciutti. I capelli vanno protetti anche quando non ci stiamo occupando di loro: le donne che li hanno lunghi faranno bene a raccoglierli di notte in uno chignon, una treccia o una coda bassa, tutti molto morbidi, per evitare che si sfreghino sul cuscino muovendoci nel sonno. La stessa cosa vale per gli uomini: ricordate le cuffie e le retine da notte che si indossavano un tempo? Servivano a mantenere i capelli protetti da sfregamento e anche impolveramento. Per questa ragione il cappello in inverno serve per mantenere caldo il capo, ma anche in estate per proteggere i capelli da sole e calore.I capelli, anche i più belli e resistenti, si rovinano inevitabilmente con il passare del tempo, spiega l'interessante libro Parrucchiere fai da te di Michele Marino (Red! edizioni). «Osservando un capello al microscopio vedremo che è intatto alla radice, mentre lungo il fusto mostra i segni del tempo. Poiché i capelli crescono di circa 1 centimetro al mese, quando arrivano a una lunghezza di circa 20 centimetri le punte hanno già subito 20 mesi di lavaggi, colorazioni eccetera, oltre a essere state esposte per altrettanto tempo agli agenti atmosferici». Anche per questo motivo, è difficile curare le doppie punte ed è meglio dare loro una spuntata. Non soltanto l'eccesso di calore del phon secca i capelli, lo fa anche quello ambientale. Quando siamo al mare, ricordiamoci che «la miscela di acqua marina e raggi solari è molto aggressiva sui capelli; solo gli oli protettivi ne limitano gli effetti nocivi». Gli impacchi grassi fanno bene anche fuori dalla spiaggia. Un grande classico, molto semplice da fare, è l'impacco preshampoo all'olio extravergine di oliva, ottimo perché ricco di vitamina A retinolo equivalente (36 microgrammi ogni 100 grammi) che previene l'invecchiamento e vitamina E (22,40 microgrammi ogni 100 grammi) con funzione antiossidante. La cadenza ideale è una volta a settimana. Inumidite prima i capelli bagnandoli un po' con le mani, distribuite 1-2 cucchiaini di olio sui palmi e poi stendetelo sulle lunghezze. Raccogliete i capelli sulla testa, coprite con una cuffia in plastica o con un asciugamano caldo e tenete su 45-60 minuti. Fate lo shampoo.
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