2025-09-04
Quando Evola insegnava ai tedeschi ad amare Roma (e viceversa)
True
Julius Evola negli anni Venti (Fondazione Evola)
Una recente raccolta di testi, anche inediti, ripropone uno dei temi ricorrenti nella produzione del pensatore tradizionalista: il rapporto tra Nord e Sud.Il rapporto di Julius Evola con il mondo tedesco è da sempre uno dei nodi teorici e biografici su cui più si sono soffermati gli interpreti, anche coevi all'autore tradizionalista. Da un lato c'è chi, già in epoca fascista, ha visto in Evola quasi una quinta colonna del Terzo Reich, alleato, sì, ma pur sempre Paese straniero e con obbiettivi non sempre convergenti con quelli del Regime mussoliniano. Dall’altro ci sono stati ambienti evoliani particolarmente affezionati alla prima fase della produzione dell’autore romano, quella «romano-italica», che hanno visto come un tradimento il suo rivolgersi, a partire dagli anni Trenta, al mondo nordico-germanico. Ovviamente queste e altre obiezioni cambiano radicalmente di segno a seconda che vengano o meno formulate da interpreti che invece abbiano una sensibilità più mitteleuropea che mediterranea. Come che sia, il rapporto tra Roma e Germania, tra Sud e Nord, rappresenta un tornante cruciale nella parabola intellettuale evoliana.A portare ulteriori elementi ai ricercatori ci pensa ora un importante raccolta appena uscita per i tipi di Mediterranee, intitolata Dal Mediterraneo al Nord olimpico. Articoli e conferenze nella Mitteleuropa (1920-1945), a cura e con traduzioni di Emanuele la Rosa. Il volume presenta materiale raro o inedito relativo ai rapporti tra Evola e il mondo tedesco. Mondo che, precisiamolo, aveva molto spesso più a che fare con i circoli neoconservatori che con le gerarchie nazionalsocialiste, con cui pure Evola ebbe qualche contatto. Il curatore ha rintracciato quindici conferenze tenute da Julius Evola in Germania, Austria e Ungheria nel periodo che va dal 1934 al 1942, di cui almeno due fino a ora sconosciute. Per quanto riguarda gli articoli, tra il 1928 e il 1944 Evola ha pubblicato circa una sessantina di articoli in lingua tedesca. Nella metà dei casi si tratta di traduzioni di interventi apparsi precedentemente in italiano, altri erano scritti ex novo o profondamente rielaborati.Molti dei testi e delle conferenze qui raccolte, così come gli altri materiali sull’argomento che erano già noti, vertono attorno al tema del rapporto tra civiltà italico-romana e civiltà nordico-germanica. Un rapporto complesso, storicamente spesso conflittuale, e che le forze identitarie moderne dei due Paesi hanno spesso declinato in senso fortemente oppositivo. Evola, facendo perno sulla contingenza politica (l’Asse Roma-Berlino), ma andando ben al di là di essa, invitava invece a pensare le due civiltà come due momenti di una stessa tradizione, che dovevano rincontrarsi per dar vita a una «rivolta contro il mondo moderno».Tipica, in questo senso, la conferenza «La tradizione “nordica” nel mondo mediterraneo», tenuta a Brema il 18 maggio 1934 e nel libro riprodotta per la prima volta. Evola specifica di riferirsi al «Nord metafisico», il quale tuttavia non è un principio disincarnato ma si è espresso storicamente attraverso alcune civiltà e alcuni popoli. Il pensatore si sofferma sul «carattere solare della tradizione nordica», chiarendo tuttavia che il sole in questione non è l’astro fisico e nemmeno la sua versione meramente allegorica: «Egli non è, al pari di Elio, il sole che obbedisce alla ferrea legge delle albe e dei tramonti, bensì il sole per eccellenza, inteso alla stregua della natura dominante e immutabile di pura luce. È ciò che chiamiamo momento olimpico della solarità: una sorta di naturale supernaturalità, una spiritualità calma e dominatrice la cui forza agisce, per così dire, pel tramite della sua semplice presenza e si impone irresistibilmente, senza aver bisogno di lottare».Questo principio solare, eroico, olimpico, si è manifestato, secondo Evola, al massimo grado nella civiltà romana, che andrebbe quindi svincolata dal contesto mediterraneo: «Di là dalla penombra della preistoria mediterranea, nella prospettiva dei secoli, Roma ci si presenta simultaneamente come realtà e simbolo. Una torcia segreta e solare si era accesa in essa – in attesa di audaci in grado di raccoglierla e farne un’altissima fiamma». Al pubblico di intellettuali neoconservatori, cultori delle gesta di Arminio contro i colonizzatori venuti in Germania al seguito di Giulio Cesare, Evola rivolgeva quindi questo saluto: «Possa la vostra eroica fedeltà di uomini del Nord ritrovarsi con quella di un romano, nella speranza che la profonda sostanza di questi miti non rimanga la favola di un passato sepolto, ma possa divenire viva parola per una nuova generazione di liberatori e dominatori».
Martha Argerich (Michela Lotti)
Ecco #DimmiLaVerità del 4 settembre 2025. La nostra firma di punta di politica Flaminia Camilletti espone alcune considerazioni sulle regionali, a partire dal Veneto il centrodestra cerca i candidati a presidente.