2024-03-31
Europee, tra i dem c’è la faida rosa
Le parlamentari uscenti non vogliono Elly Schlein candidata e chiedono a Stefano Bonaccini di far saltare il banco. Lite Pizzarotti-Renzi sulla lista con Totò Cuffaro. Giuseppe Conte rischia grosso.Sarà un mese di passione, per restare in tema pasquale, quello che separa le segreterie dei partiti dalla presentazione ufficiale delle liste per le Europee. A giudicare da come si è entrati nel vivo del dibattito sulla composizione delle squadre, l’impressione - e di certo non è una novità - è che il conflitto raggiungerà il picco nel centrosinistra. Per la precisione dentro al Pd, che negli ultimi giorni ha già offerto uno spettro di polemiche intestine difficilmente sostenibile fino agli inizi di maggio. Chi ha avuto notizie di prima mano sulla riunione del gruppo dem all’Europarlamento ha sentito parlare di un clima che definire da separati in casa sarebbe generoso: tutti gli eurodeputati del Pd sono ovviamente stati eletti prima dell’avvento di Elly Schlein al Nazareno, ma il dato politico rilevante è che uno solo di questi, alle ultime primarie, ha sostenuto l’attuale segretaria, mentre tutti gli altri hanno optato per Stefano Bonaccini. Appare dunque evidente che Schlein vorrebbe far eleggere un gruppo in maggioranza a lei fedele.Siccome a Bruxelles hanno già da tempo capito l’antifona, gli esponenti della minoranza hanno già investito il governatore emiliano-romagnolo della missione di sventare l’epurazione e di stoppare lo scouting della segretaria tra le file delle icone radical-chic alla Cecilia Strada. Un compito arduo, che sta già causando polemiche incrociate e potrebbe rivelarsi un boomerang per lo stesso Bonaccini, incastrato tra la tentazione di incassare per sé la candidatura da capolista nel Nord-Est e abbandonare la sua truppa, o di lottare fino in fondo per i suoi provocando una frattura che avrebbe nell’immediato conseguenze elettorali negative e nel medio termine potrebbe addirittura determinare degli abbandoni polemici. Tra chi ne ha già abbastanza della linea Schlein ci sono il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, l’ex capogruppo al Senato (silurata per far spazio a Francesco Boccia) Simona Malpezzi e l’eurodeputata Pina Picierno. Sono loro gli «osservati speciali» per le prossime settimane, anche perché la sinistra interna ha colto la palla al balzo dell’ipotesi della candidatura di Marco Tarquinio per regolare i conti con gli ex renziani, battendo sul tasto del pacifismo e della concorrenza col M5s.Sul versante grillino, per il momento, le polemiche sono tutte sottotraccia ma tutti sanno che c’è una fetta consistente del movimento che non vedrebbe male un ridimensionamento di Giuseppe Conte, attribuendogli una gestione non molto democratica. Tra gli scontenti, c’è certamente l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che stando alle regole volute dall’ex premier non potrebbe candidarsi alle Europee, a scapito di una forza elettorale che attualmente ha pochi riscontri negli altri esponenti pentastellati. Un risultato deludente aprirebbe la prima aperta contestazione a Conte, questo è certo.Dove già volano gli stracci, sul versante delle opposizioni, è nel campo liberale e moderato: il presidente di +Europa ed ex grillino Federico Pizzarotti non ha gradito l’ipotesi di patto elettorale con Matteo Renzi, che a sua volta comporterebbe un accordo con la nuova Dc di Totò Cuffaro e tra i due sono state subito scintille. «L’idea che un progetto», ha detto Renzi, «possa saltare per il veto di tal Pizzarotti da Parma mi sembra lunare. Facciamo questa scelta per togliere il diritto di veto a Orbán, non per darlo a un ex grillino iscritto al Movimento Cinque Stelle quando Beppe Grillo chiedeva di uscire dall’euro». Al che Pizzarotti ha replicato: «Come +Europa parteciperà alle elezioni Europee lo decideranno gli organi del partito secondo le regole che ci siamo dati, non in base alle interviste di Renzi».Nel centrodestra, per ora, la questione che tiene banco è la candidatura del premier Giorgia Meloni, data praticamente per certa e che potrebbe essere annunciata il 21 aprile. Anche il segretario di Fi Antonio Tajani viene dato per probabile candidato, mentre Matteo Salvini non dovrebbe scendere in campo, ma oltre al generale Vannacci vorrebbe vedere nell’agone almeno un governatore dei suoi, cosa che per il momento appare improbabile.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.