2025-05-06
L’Europa diventa un po’ più «trumpiana»
George Simion, con una icona della Vergine regalatagli da un elettore, e Calin Georgescu, fuori dalle urne domenica scorsa (Ansa)
L’ultimo caso è Bucarest, ma ormai in tutto il continente stanno crescendo nei sondaggi i partiti vicini al tycoon, con possibili ricadute anche sul sostegno a Kiev. Infatti i circoli Ue già preparano le contromisure. E anche la Polonia va alle urne il 18 maggio.Non c’era bisogno di un’eccessiva creatività per intuire che il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania si sarebbe concluso con una vittoria schiacciante del candidato «sovranista» George Simion, sostenitore del presidente americano Donald Trump, che allarga il fronte Maga europeo. A spoglio ultimato, il leader del partito Aur ha ottenuto il 40,5% dei voti mentre il sindaco di Bucarest, Nicusor Dan, si è posizionato al secondo posto e andrà al ballottaggio con la metà dei voti ottenuti da Simion (il 20,9% delle preferenze). È «grazie» al colpo di mano della Corte costituzionale rumena, che a dicembre 2024 ha invalidato il primo turno delle elezioni e poi respinto la candidatura dell’indipendente Calin Georgescu, che Simion, suo alleato politico, si è potuto aggiudicare a mani basse il primo turno: dopo che la magistratura rumena, sostenuta dagli alti papaveri di Bruxelles, ha accusato Georgescu di presunte ingerenze russe di cui non è mai stata fornita pubblicamente alcuna prova, la popolazione ha reagito mobilitandosi a favore del candidato ed esprimendo inequivocabilmente, domenica alle urne, la propria opposizione al colpo di mano giudiziario.La vittoria al secondo turno, che si terrà il 18 maggio, sarà una corsa più combattuta ma, considerato l’ampio stacco tra i due sfidanti, è fortemente probabile, al netto di quanto succederà di qui a due settimane: a urne appena chiuse, sono circolati, ancora una volta, allarmi per presunti hacker russi. E com’era prevedibile la vittoria di Simion, vicino a Trump e alle destre europee, è molto temuta a Bruxelles. Ieri il gruppo Renew Europe (che al Parlamento europeo conta 77 eurodeputati su un totale di 720) ha lanciato un appello «a tutti i democratici rumeni filoeuropei» affinché uniscano le forze per sostenere Nicusor Dan al ballottaggio: «La vittoria il 18 maggio è fondamentale: il posto della Romania è nell’Unione europea, non dalla parte di Trump o Putin», ha scritto su X la presidente dei liberali Ue, Valérie Hayer, sbagliando tuttavia le coordinate. Simion infatti ha promesso di porre fine all’assistenza all’Ucraina, ma - in contrasto con Georgescu, che aveva elogiato Vladimir Putin - ha denunciato il presidente russo come criminale di guerra. Peraltro, la Romania è il Paese dell’Unione europea con il confine terrestre più lungo con l’Ucraina e in questi anni ha contribuito a facilitare l’esportazione di milioni di tonnellate di grano da Kiev attraverso i suoi porti del Mar Nero, suscitando però le proteste degli agricoltori: sono stati anche questi dissidi, inascoltati tanto da Bucarest quanto da Bruxelles, a facilitare la vittoria poi annullata di Georgescu e, adesso, quella di Simion, che promette di fare «gli interessi del Paese».Resta da capire cosa succederà sul fronte Nato. Se Simion diventasse capo dello Stato rappresenterebbe la Romania non soltanto ai vertici Ue ma anche Nato e potrebbe unirsi alle forze di destra che, in tutta l’Unione europea, stanno sfidando le élite di Bruxelles senza nascondere il sostegno a Donald Trump: il 18 maggio, in contemporanea con il secondo turno delle presidenziali rumene, si terrà il primo turno delle presidenziali in Polonia e il candidato «sovranista» del PiS Karol Nawrocki, che è secondo nei sondaggi itallonando da vicino il premier Donald Tusk, ha incontrato Trump proprio venerdì scorso. In Germania il partito di destra AfD guidato da Alice Weidel, dopo la clamorosa messa al bando dell’Ufficio per la protezione della Costituzione tedesco (BfV) che l’ha definito «organizzazione di estrema destra non compatibile con l’ordinamento liberale e democratico della Germania», sta dominando tutti i sondaggi. Nel Regno Unito il leader di destra Nigel Farage ha sbancato alle amministrative e in Italia Giorgia Meloni, con un bilancio economico positivo e il tasso di disoccupazione più basso degli ultimi dieci anni, ha addirittura più consensi nel Paese rispetto all’inizio del mandato (oltre il 30% nelle intenzioni di voto). È al suo governo, del resto, che si ispira Simion. L’amministrazione americana sta scommettendo su di lui e ha affidato al vicepresidente J.D. Vance il proprio disappunto riguardo il voto annullato di dicembre: nel suo duro discorso tenuto a Monaco a febbraio, Vance ha citato l’invalidazione del primo turno rumeno come esempio di arretratezza democratica e di discriminazione contro i politici di estrema destra; pochi giorni fa, ha esortato la Romania a garantire che «la voce del popolo sia ascoltata, perché è il sacro fondamento della democrazia».L’eventuale vittoria di Simion alle elezioni ha un’ulteriore valenza geopolitica anche alla luce dei rapporti che intercorrono con la Moldavia, che separa metà del confine rumeno orientale dall’Ucraina. Dopo l’inizio del conflitto tra Mosca e Kiev, la Russia ha tagliato gas ed elettricità alla Repubblica di Moldova, candidata all’ingresso nell’Unione europea: è stata la Romania a fornire rifornimento ai vicini di casa, ma Simion non era d’accordo. La sua vittoria potrebbe indebolire il fianco orientale della Nato in funzione anti-Ucraina.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.