2021-06-17
Prorogare l’emergenza è l’alibi per non fare nulla
A forza di diktat unilaterali, la politica si sta abituando a non risolvere i problemiOrmai si va verso il prolungamento dello stato di emergenza causa pandemia. La cosa Ormai si va verso il prolungamento dello stato di emergenza causa pandemia. La cosa francamente ci preoccupa non poco, perché non vorremmo che essa fosse usata per cercare delle scappatoie alla soluzione dei problemi derivanti dal fatto che con i poteri emergenziali un ministro come Roberto Speranza può farci richiudere tutto come se nulla fosse. Non ci fidiamo, tanto per essere chiari, ancora più chiari, ce ne fosse bisogno. Ci ha colpito molto che ieri il ministro Patrizio Bianchi, augurando le vacanze agli studenti, abbia detto che ci rivediamo a settembre probabilmente senza mascherine ma che ormai, comunque, nessuno ha più paura della Dad. Facciamo una domanda semplice e fondamentale: di che Italia parla Bianchi? Perché noi nel nostro piccolo ne abbiamo vista un'altra, con una piccola differenza, che quella che abbiamo visto noi è stata certificata anche dall'Unicef, l'agenzia dell'Onu che si occupa dei problemi dell'infanzia. In quella ricerca, Bianchi se la vada a leggere, c'è scritto che circa il 30% delle famiglie ha avuto problemi di accesso alla rete, quindi difficoltà estreme per i ragazzi a casa a seguire la scuola. Ma non finisce qui: un altro 30% circa di famiglie ha avuto problemi perché non aveva sufficienti dispositivi informatici per il numero dei figli che aveva messo al mondo. Capite perché abbiamo letteralmente paura dell'emergenza? Non perché non ci fidiamo del titolare di Palazzo Chigi, Mario Draghi, ma perché il governo non è monocratico: hanno voce e poteri soggetti che non nutrono esattamente la nostra fiducia e, in buona parte, anche del popolo italiano e soprattutto delle famiglie. E non si tratta di una questione politica, si tratta di aver verificato l'inefficienza e l'incapacità di trovare soluzioni adeguate a problemi enormi. Invece di dire che nessuno ha più paura della Dad e che i banchi a rotelle non sono serviti a nulla, non era il caso di dire che predisporremo un piano con dei protocolli precisi per le scuole, per i ristoranti, per il trasporto pubblico? Ma uno di questi ministri, dico uno, quant'è che non va su una metropolitana o su un autobus pubblico? È dall'anno scorso che dovevano essere organizzati i mezzi di trasporto in modo tale da non essere luoghi privilegiati di contagio come sono stati. No, usando i poteri speciali dell'emergenza hanno chiuso le palestre dove è stato dimostrato che, applicando i protocolli, eravamo vicini a quota zero contagi.Quindi, perché prolungare lo stato di emergenza? Noi non siamo dei fanatici del Parlamento, anzi per dirla tutta ci piacerebbe di più un presidente della Repubblica o un presidente del Consiglio eletti direttamente dal popolo, in modo da governare senza essere in balia dell'ultimo dei partitini. Ma questo è un altro discorso. Pur non essendo, però, anarchici del Parlamento, sappiamo che la fase dei dpcm ha di fatto sostituito l'attività parlamentare in un momento in cui ascoltare le proposte delle parti politiche poteva e doveva essere ricercato, perseguito, favorito. Se questo valeva l'anno passato, lo stesso varrà anche di più da settembre in poi quando si dovranno discutere nuove formule, nuovi protocolli, e per farlo non ripetere l'errore che è stato fatto da Giuseppe Conte & C.: quello di intervenire con regolamentazioni che riguardavano diversi settori che non furono neanche ascoltati. Forse il caso più eclatante fu quello dei protocolli per i ristoranti fatti senza interpellare la più grande organizzazione italiana che li rappresenta, la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi). In qualche oscura stanza di qualche ministero qualche cervellone pensò alla famosa distanza dei quattro metri tra un tavolo e l'altro.Francamente quello che temiamo è che con l'emergenza manchi quel confronto parlamentare, ma soprattutto con la gente comune che, sola, conosce realmente i problemi e può anche suggerire soluzioni.
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