2024-10-05
Con l’energia pulita raddoppiano i costi delle bollette degli inglesi
Il ministro britannico per la Sicurezza energetica e le emissioni zero, Ed Miliband (Ansa)
Inchiesta dello «Spectator» sui disastri di Ed Miliband: elettricità schizzata dal 2019 per la corsa al verde. Ma i laburisti non si fermano. Altra tegola: le ristrutturazioni green graveranno per 10.000 sterline a famiglia.«Rinunciare al carbone non significa deindustrializzare», assicurava ieri Keir Starmer. Sarà, ma cittadini e imprese britanniche stanno pagando carissima l’energia elettrica e la transizione green, ancorché mirata al raggiungimento di un giusto obiettivo come la riduzione delle emissioni e la salvaguardia dell’ambiente, si rivela sempre più un pranzo di gala per soli ricchi. E una nuova forma di ristrutturazione del capitale che rischia di scaricare i costi sulle finanze pubbliche, sui piccoli proprietari di casa e su decine di migliaia di dipendenti da far fuori, siano essi di Stellantis o di Volkswagen. Il nuovo ministro per la Sicurezza energetica e le emissioni zero, il laburista Ed Miliband, tira dritto sui progetti di decarbonizzazione a tappe forzate con il rischio di andare a sbattere contro un muro. Ieri, un articolo dello Spectator faceva a pezzi la sua politica, e implicitamente anche quella del premier Starmer, con un’inchiesta che già dal titolo rendeva bene l’idea di apprendisti stregoni al lavoro: «Ecco come Ed Miliband pensa di poter evocare l’elettricità dal nulla». Il settimanale britannico dimostra numeri alla mano che la scorsa settimana il Regno Unito ha raggiunto i livelli di prezzo più elevati per l’energia, sia di casa sia industriale, tra 25 nazioni europee. E per l’economia nazionale è un autentico disastro. I prezzi dell’elettricità sono raddoppiati dal 2019 a oggi e sono superiori del 46% rispetto alla media stabilita dall’Agenzia internazionale per l’energia per quanto riguarda gli industriali. Se si passa ai costi domestici, il sovrapprezzo arriva addirittura all’80%. E un’azienda inglese paga l’energia il quadruplo della propria concorrente statunitense. La colpa, spiega The Spectator, è in massima parte delle cosiddette politiche green, perché tutte le tecnologie pulite, dal vento all’acqua, «sono molto più care del gas».I consumatori privati, in Gran Bretagna come in Italia, pagano questa stangata elettrica due volte: quando arriva la bolletta e quando comprano un prodotto o un servizio che è rincarato a causa dell’aumento dell’energia. E quali sono i settori dove spenderemo sempre più soldi in futuro per inseguire gli slogan semplicistici e colpevolizzanti di Greta Thunberg? La casa, in particolar modo con gli oneri di ristrutturazione energetica e il riscaldamento, e l’automobile. Il settimanale inglese aggiunge che «la storia che queste energie non affidabili ora sarebbero a buon prezzo rimane una bugia, ripetuta anche da chi spaccia la droga dei sussidi pubblici». Quando tutto costa di più, la gente compra meno e la Gran Bretagna, proprio per il caro prezzi, finisce per consumare sempre meno energia. Dal 2005 a oggi, la flessione è del 23%. Eppure Miliband va avanti minaccioso, annunciando sempre nuovi progetti di decarbonizzazione. E Starmer non vede problemi, anche se in qualche modo li evoca. Ieri ha affermato felice: «Questa è una settimana che segna un’epoca, nella nostra storia, perché abbiamo chiuso l’ultima centrale a carbone». E naturalmente ecco prospettati «4.000 nuovi posti di lavoro subito e altri 50.000 posti nel lungo termine». Sui posti di lavoro bruciati oggi, neppure una parola. La bolletta della transizione green per i proprietari e per gli affittuari inglesi è stata invece calcolata la settimana scorsa dal Telegraph, in un’altra accurata inchiesta. Il piano di Miliband costerà 36 miliardi di sterline ai contribuenti di sua maestà, con una spesa media di 10.000 sterline a nucleo familiare per mettere a norma la propria casa, o non farsi sbattere fuori dall’appartamento in cui si vive. Per un politico socialista, una discreta eterogenesi dei fini. Il patrimonio immobiliare inglese, continua il quotidiano, è tra i più vetusti d’Europa e in questo non è dissimile da quello italiano. Con l’aggravante, per il nostro Paese, che siamo ai vertici europei nella classifica dei proprietari di casa. Se poi si tiene a mente che un modello di automobile ibrida o elettrica costa mediamente 10.000 euro in più (a meno che non sia prodotto in Cina) ecco che con la fuga in avanti del Green deal un cittadino medio si trova impoverito di 20.000 euro solo per casa e auto, i due beni che sono già da anni i preferiti del Fisco. Gli inglesi rischiano la stessa mazzata anche se sono usciti dall’Unione europea, a riprova che lo storytelling green viaggia a un livello superiore dei burocrati di Bruxelles ed è, appunto, funzionale a una ristrutturazione globale. La scorsa settimana, al congresso dei Laburisti, molti deputati hanno accusato i Conservatori di aver fatto finta di seguire una transizione green, limitandosi a una melina furbesca. Arrivati al governo, gli uomini di Starmer vogliono accelerare e accusano i predecessori di aver fatto vivere milioni di cittadini in case umide, sporche e malsane. Bella sfida. Le case green del futuro saranno pulitissime, come le nuove automobili, ma si rischia che siano privilegio per pochi.
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)