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2025-12-19
Pensioni, invariato il riscatto di laurea. Si tratta sui tempi per avere l’assegno
Giorgia Meloni (Ansa)
Il governo corre ai ripari per placare le polemiche (anche all’interno della maggioranza da parte della Lega) sull’emendamento relativo alle pensioni anticipate e al riscatto della laurea breve.
La battaglia, cominciata mercoledì sera con l’attacco del senatore e relatore della manovra, Claudio Borghi, si è trascinata per tutta la giornata di ieri fino a notte fonda con una riunione di maggioranza e sotto il fuoco di fila delle opposizioni.
Nel pomeriggio è intervenuto anche il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, per ribadire un no secco a qualsiasi intervento volto ad allungare i requisiti per il pensionamento. «Siamo già uno dei Paesi europei dove si lavora più a lungo», ha detto, «il sistema è virtuoso, regge, quindi se servono dei soldi, si trovano in altre tasche».
Al tempo stesso, in modo provocatorio, il Pd, per bocca di Francesco Boccia, annunciava che avrebbe votato la richiesta di soppressione della Lega. Un clima rovente che si è trascinato fino a sera inoltrata quando sono trapelate le prime indiscrezioni. Il governo ha deciso di sopprimere le misure sul riscatto della laurea breve mentre resta aperto il tema delle «finestre mobili», come annunciato da Borghi. «È un passo nella giusta direzione aver tolto la questione del riscatto pensionistico, ma c’è la questione delle finestre», ha detto il senatore.
Il capogruppo di Fdi al Senato, Lucio Malan, ha dato per possibile l’arrivo di una modifica da parte del governo, anche su questo punto. «L’auspicio è di attenuare la misura, il massimo sarebbe toglierla», ha detto.
Ci si riferisce all’attesa tra la maturazione dei requisiti per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne) e la decorrenza dell’assegno. Vediamo il dettaglio. Ora la finestra per avere la pensione anticipata è di 3 mesi ma, secondo la misura nella manovra che la Lega vorrebbe cancellare, aumenterebbe a partire dal 2032. Dal 1° gennaio 2032 al 31 dicembre 2033 la finestra salirebbe a 4 mesi, poi per chi maturerà i requisiti nel 2034 arriverebbe a 5 mesi e infine dal 1° gennaio 2035 a 6 mesi. Ma l’allungamento dei requisiti scatta anche prima del 2032, in virtù dell’adeguamento alla speranza di vita.
Un’altra norma presente nella legge di bilancio (nella versione iniziale) prevede un mese in più nel 2027 (42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 11 mesi per le donne), mentre nel 2028 serviranno 3 mesi in più di contributi (43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne).
Alcune dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rilasciate prima della riunione della maggioranza, lascerebbero intendere che anche per le «finestre mobili» tutto resterebbe com’è ora. «Non è nostra intenzione aumentare i requisiti pensionistici, anzi al contrario», ha detto Giorgetti. «Una parte degli oneri indotti derivano da una norma che abbiamo voluto inserire l’anno scorso che invece è fondamentale, cioè la possibilità di cumulare quanto si versa obbligatoriamente per la pensione con i versamenti ai fondi di previdenza complementare. Questa sommatoria, che era prima vietata, oggi è possibile e questo permette appunto di valorizzare anche la possibilità di pensionamento», ha aggiunto il ministro, «la previdenza integrativa è una delle travi portanti della manovra invece di aspetti di dettaglio che hanno fatto molto parlare».
Poi, incalzato, ha precisato che «sulle finestre mobili ci sono degli emendamenti e il sistema può essere cambiato quando si vuole prima della scadenza del 2033». Ed è per cambiarlo subito che la Lega ha puntato i piedi e si è trattato in Commissione fino a notte fonda.
Intanto sono stati riformulati altri emendamenti a cominciare da quello sulla produzione e commercio di armi. Nella nuova versione, «i ministeri della Difesa e delle Infrastrutture individueranno, tramite decreti, quelle «attività, aree e relative opere e progetti infrastrutturali per la realizzazione, l’ampliamento, la conversione, la gestione, lo sviluppo delle capacità industriali della difesa». Sarebbe un passo verso la richiesta di Washington di destinare il 5% del Pil degli Stati membri della Nato alla spesa militare.
Sono state ripristinate le risorse per le tv locali per il 2026. L’emendamento governativo prevedeva tagli per 20 milioni annui agli stanziamenti per il settore per il prossimo triennio. Restano però i tagli previsti per il 2027 e 2028.
Cambia ancora la norma sulla rottamazione quinquies. In una delle ultime riformulazioni depositate in commissione Bilancio del Senato viene rivisto l’emendamento della Lega. La proposta di modifica del Carroccio prevedeva un abbassamento del tasso di interesse annuo applicato alle rate dal 4% (nell’attuale ddl bilancio) al 2%. La riformulazione invece lo fissa al 3%. Il testo è stato approvato.
L’approdo della legge di bilancio in Aula a Montecitorio per la discussione generale con la richiesta di fiducia è previsto per domenica 28 alle 16.30, e il via libera, sul filo di lana, martedì 30.
Condomini, la maggioranza ora si ravvede
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Giancarlo Giorgetti: «Non aumentiamo i requisiti per uscire dal lavoro». Lucio Malan: «Meglio eliminare pure i ritocchi alle finestre mobili».La proposta di legge targata Fdi, che rischiava di far pagare a chi è puntuale le bollette dei morosi, finisce nel cassetto. Matteo Salvini: «No a nuova burocrazia». Galeazzo Bignami: «Confronto necessario». Confedilizia: «L’obbligo del revisore inciderebbe sui più poveri».Il ministro dell’Università rivendica il nuovo semestre filtro per accedere alla facoltà di Medicina: «È prevista anche una graduatoria di recupero, gli studenti non perderanno l’anno».Lo speciale contiene tre articoliIl governo corre ai ripari per placare le polemiche (anche all’interno della maggioranza da parte della Lega) sull’emendamento relativo alle pensioni anticipate e al riscatto della laurea breve. La battaglia, cominciata mercoledì sera con l’attacco del senatore e relatore della manovra, Claudio Borghi, si è trascinata per tutta la giornata di ieri fino a notte fonda con una riunione di maggioranza e sotto il fuoco di fila delle opposizioni. Nel pomeriggio è intervenuto anche il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, per ribadire un no secco a qualsiasi intervento volto ad allungare i requisiti per il pensionamento. «Siamo già uno dei Paesi europei dove si lavora più a lungo», ha detto, «il sistema è virtuoso, regge, quindi se servono dei soldi, si trovano in altre tasche». Al tempo stesso, in modo provocatorio, il Pd, per bocca di Francesco Boccia, annunciava che avrebbe votato la richiesta di soppressione della Lega. Un clima rovente che si è trascinato fino a sera inoltrata quando sono trapelate le prime indiscrezioni. Il governo ha deciso di sopprimere le misure sul riscatto della laurea breve mentre resta aperto il tema delle «finestre mobili», come annunciato da Borghi. «È un passo nella giusta direzione aver tolto la questione del riscatto pensionistico, ma c’è la questione delle finestre», ha detto il senatore. Il capogruppo di Fdi al Senato, Lucio Malan, ha dato per possibile l’arrivo di una modifica da parte del governo, anche su questo punto. «L’auspicio è di attenuare la misura, il massimo sarebbe toglierla», ha detto. Ci si riferisce all’attesa tra la maturazione dei requisiti per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne) e la decorrenza dell’assegno. Vediamo il dettaglio. Ora la finestra per avere la pensione anticipata è di 3 mesi ma, secondo la misura nella manovra che la Lega vorrebbe cancellare, aumenterebbe a partire dal 2032. Dal 1° gennaio 2032 al 31 dicembre 2033 la finestra salirebbe a 4 mesi, poi per chi maturerà i requisiti nel 2034 arriverebbe a 5 mesi e infine dal 1° gennaio 2035 a 6 mesi. Ma l’allungamento dei requisiti scatta anche prima del 2032, in virtù dell’adeguamento alla speranza di vita. Un’altra norma presente nella legge di bilancio (nella versione iniziale) prevede un mese in più nel 2027 (42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 11 mesi per le donne), mentre nel 2028 serviranno 3 mesi in più di contributi (43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne). Alcune dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rilasciate prima della riunione della maggioranza, lascerebbero intendere che anche per le «finestre mobili» tutto resterebbe com’è ora. «Non è nostra intenzione aumentare i requisiti pensionistici, anzi al contrario», ha detto Giorgetti. «Una parte degli oneri indotti derivano da una norma che abbiamo voluto inserire l’anno scorso che invece è fondamentale, cioè la possibilità di cumulare quanto si versa obbligatoriamente per la pensione con i versamenti ai fondi di previdenza complementare. Questa sommatoria, che era prima vietata, oggi è possibile e questo permette appunto di valorizzare anche la possibilità di pensionamento», ha aggiunto il ministro, «la previdenza integrativa è una delle travi portanti della manovra invece di aspetti di dettaglio che hanno fatto molto parlare».Poi, incalzato, ha precisato che «sulle finestre mobili ci sono degli emendamenti e il sistema può essere cambiato quando si vuole prima della scadenza del 2033». Ed è per cambiarlo subito che la Lega ha puntato i piedi e si è trattato in Commissione fino a notte fonda. Intanto sono stati riformulati altri emendamenti a cominciare da quello sulla produzione e commercio di armi. Nella nuova versione, «i ministeri della Difesa e delle Infrastrutture individueranno, tramite decreti, quelle «attività, aree e relative opere e progetti infrastrutturali per la realizzazione, l’ampliamento, la conversione, la gestione, lo sviluppo delle capacità industriali della difesa». Sarebbe un passo verso la richiesta di Washington di destinare il 5% del Pil degli Stati membri della Nato alla spesa militare.Sono state ripristinate le risorse per le tv locali per il 2026. L’emendamento governativo prevedeva tagli per 20 milioni annui agli stanziamenti per il settore per il prossimo triennio. Restano però i tagli previsti per il 2027 e 2028.Cambia ancora la norma sulla rottamazione quinquies. In una delle ultime riformulazioni depositate in commissione Bilancio del Senato viene rivisto l’emendamento della Lega. La proposta di modifica del Carroccio prevedeva un abbassamento del tasso di interesse annuo applicato alle rate dal 4% (nell’attuale ddl bilancio) al 2%. La riformulazione invece lo fissa al 3%. Il testo è stato approvato.L’approdo della legge di bilancio in Aula a Montecitorio per la discussione generale con la richiesta di fiducia è previsto per domenica 28 alle 16.30, e il via libera, sul filo di lana, martedì 30.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/emendamenti-manovra-governo-pensioni-condomini-2674730210.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="condomini-la-maggioranza-ora-si-ravvede" data-post-id="2674730210" data-published-at="1766107084" data-use-pagination="False"> Condomini, la maggioranza ora si ravvede Nel condominio del centrodestra si sono resi conto, tutti o quasi, grazie anche e soprattutto alla Verità, che le nuove regole per i condomini messe nero su bianco in una proposta di legge targata Fratelli d’Italia avrebbero, se entrate in vigore, penalizzato le persone perbene, oltre a introdurre tutta una serie di odiosi nuovi lacciuoli burocratici, e hanno frenato. Non è ancora una marcia indietro vera e propria, ma uno degli inquilini più autorevoli del governo, Matteo Salvini, ieri mattina è stato lapidario: «Niente nuove norme, nuova burocrazia per i condomini e per gli inquilini», ha detto Salvini a Rtl, mentre fonti del Carroccio, di buon mattino, evidentemente dopo aver letto il nostro giornale, hanno affossato la proposta di legge: «La riforma bis del condominio», si è appreso dal partito, «così come ipotizzato dalla proposta di legge 2692, presenta evidenti criticità e non è condivisa dalla Lega».A quel punto anche Fratelli d’Italia, la cui deputata Elisabetta Gardini è prima firmataria della proposta, ha preso atto dell’esistenza di un problema politico grande quanto una casa: «La proposta di legge sulla gestione dei condomini», ha argomentato il capogruppo di Fdi alla Camera, Galeazzo Bignami, «costituisce una proposta che, come molte altre, è in discussione alla Camera e che ha la finalità di tutelare i proprietari dei condomini onesti da gestioni non corrette, problema assai diffuso che coinvolge molti cittadini. Trattandosi di una proposta è indispensabile un confronto tra tutti i soggetti interessati in grado di costruire una posizione di buon senso a tutela della casa degli italiani, senza la quale Fratelli d’Italia ritiene che non potrà proseguire il suo iter».Come evidenziato ieri dal nostro direttore, Maurizio Belpietro, questa proposta di legge ha più crepe di un balcone mai ristrutturato. Tra i tanti paradossi, il più clamoroso è quello che prevede che se un proprietario di casa non paga, per esempio, le spese di manutenzione già eseguite o l’erogazione del gas che pro quota gli compete, i fornitori, cioè, manutentori e gestori, potranno rivalersi non soltanto sul condomino moroso, ma anche sul condominio, e soprattutto sui proprietari che sono in regola con le spese. Chi è preciso nei pagamenti delle bollette, in sostanza, dovrebbe accollarsi anche le spese di chi non paga, per poi cercare di farsele restituire, ma basta non avere soldi sul conto corrente o affidarsi a un buon avvocato per non rischiare praticamente nulla. Non solo: le proposta di legge prevede pure che gli amministratori di condominio debbano essere in possesso di una laurea, anche solo triennale, in discipline economiche, giuridiche, scientifiche o tecnologiche e impone l’obbligo di nominare un revisore dei conti nei palazzi con più di 20 appartamenti. Inoltre, la sicurezza delle parti comuni dovrà essere attestata da una società specializzata e l’amministratore potrà ordinare la messa a norma a prescindere dalle decisioni dell’assemblea. Tutti costi in più per le famiglie. Da Confedilizia si fa notare che l’80% dei condomini italiani sono composti da meno di 20 unità immobiliari, quindi l’obbligo del revisore condominiale riguarderebbe solo il 20% del totale dei fabbricati. Si tratta, evidentemente, dei condomini con persone che hanno minori disponibilità economiche, e che l’obbligo di affidarsi a terzi per controllare il lavoro di altri professionisti in relazione all’effettuazione dei periodici controlli già previsti dalla legge sarebbe un’evidente duplicazione di adempimenti e spese. Ancora dalla Lega arriva un altolà: «No a progetti di legge che aumentano le spese condominiali», ha sottolineato il deputato Alberto Gusmeroli, «moltiplicano gli obblighi amministrativi e finiscono per penalizzare i cittadini onesti, favorendo invece i furbetti del condominio. Mentre aumentano i costi per i condomini virtuosi, i morosi e i furbetti continuino a non pagare, scaricando il peso economico sugli altri. Per la Lega prima di introdurre nuovi obblighi bisogna ascoltare le categorie interessate e intervenire con strumenti efficaci contro l'insolvenza e a tutela dei proprietari onesti, non aggravando ulteriormente i bilanci familiari».Il lascito politico più importante di Silvio Berlusconi è che agli italiani non bisogna toccare la casa: questa proposta di legge sembra averlo dimenticato. Sulla proposta di legge (e pure sulle criticità segnalate ieri dalla Verità) si è tuffata l’opposizione: «La brillante proposta di legge di Fdi sui condomini», ha scritto sui social il leader del M5s Giuseppe Conte, «espone gli inquilini in linea coi pagamenti al rischio di dover pagare anche il conto degli inquilini morosi a fornitori e manutentori. Non solo. Fratelli d’Italia pretende la laurea per tutti gli amministratori di condominio. Ma allora chiediamo la laurea anche per i politici? Suvvia. Anche alcuni giornalisti della loro area politica hanno ammesso che siamo di fronte a proposte irragionevoli». «Questa riforma», ha attaccato Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio alla Camera, «andrà a penalizzare le persone normali, quelle che faticano ad arrivare a fine mese e che vivono unicamente del loro stipendio ma che comunque onorano sempre i loro obblighi con il condominio. Questa legge è grave perché saranno chiamati a pagare i condomini solventi per coloro che non lo faranno». Un pasticcio che, a quanto pare, siamo riusciti a contribuire a sventare. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/emendamenti-manovra-governo-pensioni-condomini-2674730210.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="medicina-riforma-irreversibile" data-post-id="2674730210" data-published-at="1766107084" data-use-pagination="False"> «Medicina, riforma irreversibile» «Nessuno studente perderà l’anno accademico, nessuno resterà escluso». Anna Maria Bernini sceglie questa frase per blindare politicamente la riforma più contestata del suo mandato: il nuovo accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Un messaggio semplice dopo una contestazione durissima che ha costretto il ministro dell’Università e della Ricerca a scendere tra gli studenti ad Atreju. «Non ce la facciamo più, con il semestre filtro rischiamo di perdere un anno», hanno urlato i giovani in mobilitazione, prima di essere invitati a uscire.La replica di Bernini è stata netta: «Ho investito 9,4 miliardi sull’università e oltre 800 milioni sulle borse di studio. Questa degli studenti è la strategia del caos: parlano ma non ascoltano». Il pubblico si è alzato in piedi per applaudire. Il ministro ha rivendicato il dialogo: «Mi sto confrontando con loro da mesi, anche oggi li ho ascoltati. Direi che loro non hanno ascoltato me. Hanno iniziato a contestarmi prima ancora che parlassi».Il semestre filtro nasce per archiviare il vecchio test a crocette, giudicato dal ministro «iniquo e profondamente classista». Non più un quiz di poche ore, non più la lotteria delle risposte multiple, ma mesi di studio reale. Dal primo settembre 2025, chiunque abbia un diploma può immatricolarsi. I candidati diventano studenti a tutti gli effetti e seguono per cinque o sei mesi corsi standardizzati a livello nazionale di biologia, chimica e fisica. Programmi uguali ovunque, per evitare che l’università giusta conti più del merito. I posti restano limitati, come prima. Chi rientra prosegue il percorso di Medicina. Chi resta fuori non può continuare, ma non perde tutto: i crediti restano, il semestre vale, e può essere riutilizzato per altri corsi affini o per riprovare l’anno successivo.È qui che Bernini rivendica la svolta. Secondo il ministero, il vecchio sistema non formava, ma selezionava in modo casuale, premiando chi poteva permettersi costosi corsi di preparazione e alimentando un vero mercato parallelo. Con il semestre filtro, invece, lo Stato trasforma 55.000 aspiranti medici in 55.000 studenti che studiano, frequentano, sostengono esami.I numeri servono a rafforzare la tesi: dai circa 12.000 posti del 2022 si è arrivato a oltre 24.000 in graduatoria per Medicina. Un’apertura definita «sostenibile e progressiva».Le polemiche, però, non si sono fermate. Sui social è rimbalzata l’accusa di copiature diffuse, di prove compromesse, di un sistema già fallito. Il ministro ha criticato la natura della protesta: «Le contestazioni devono avere contenuti, non possono essere solo slogan vuoti». E ha respinto le accuse di sanatoria: «Quella di oggi non è una sanatoria, è la naturale evoluzione di una riforma che deve aspettare di arrivare a tutte le fasi di attuazione. Nel momento in cui avremo tutti i voti prima di Natale di tutti gli studenti che hanno partecipato al primo e al secondo appello, faremo la graduatoria e sulla base della graduatoria vedremo chi entra subito, chi entro il 28 febbraio e sconterà i suoi debiti d’esame e chi potrà scivolare sulle materie affini».Il semestre filtro non elimina la selezione, la rende meno improvvisa e più lunga. Chiede agli studenti mesi di studio prima di sapere se potranno continuare.Bernini lo dice senza giri di parole: la riforma è irreversibile. Il test a crocette appartiene al passato. Resta da capire se questo nuovo modello produrrà medici migliori o se avrà semplicemente spostato il filtro più avanti, rendendolo meno visibile ma non meno selettivo.