2025-05-16
L’oro dipinto e la pittura di El Greco tra Creta e Venezia
True
A Palazzo Ducale di Venezia, una grande mostra (sino al 29 settembre 2025) racconta le intense relazioni artistiche fra la Serenissima e Creta, dalla caduta di Costantinopoli (1453) sino alle soglie dell’Ottocento. In un suggestivo connubio tra Oriente bizantino e Occidente latino, esposte le opere di numerosissimi artisti, fra cui i spicca la figura di Domenikos Theotokopoulos detto El Greco.È un vero trionfo d’oro e di colore la mostra in corso nell’appartamento del Doge a Palazzo Ducale di Venezia. Una mostra «abbagliante», che racconta una storia di commercio, cultura e arte, di sinergie e interscambi fra il mondo Ellenico -Creta in particolare - e la Serenissima, che di quell’isola incastonata fra il mar Egeo e il Mediterraneo ne fece una colonia per circa quattro secoli (più o meno dal 1240 al 1669). In Candia (era così che i veneziani chiamavano Creta), dopo la caduta di Costantinopoli del 1453, si trasferirono molti artisti di tradizione bizantina, ed è proprio qui, dall’incontro fra questi due mondi, fra l’Oriente bizantino e l’Occidente latino, che nacque una « scuola nuova », sintesi perfetta della ieratica arte bizantina e dell’estro, della fantasia e dell’impronta più naturalistica occidentale. Fra Venezia e Creta si creò una sinergia artistica straordinaria, una sorta di ponte invisibile che univa questi due poli, con un conseguente, continuo passaggio di artisti da una parte all’altra: fra questi, a distinguersi fu Domenikos Theotokopoulos, detto El Greco, che da Creta (sua terra natale), nel 1567 si trasferì a Venezia, passaggio fondamentale nel suo straordinario e originale percorso artistico, che ebbe poi il suo epilogo e il suo massimo splendore in terra di Spagna. La mostra a Palazzo Ducale è ricca di opere di El Greco, ma anche di molto altro: accanto a lui, esposti capolavori di Georgios Klontzas, Michaél Damaskinós e di altri artisti cretesi/veneziani, e, soprattutto - ed è forse questo «il pezzo forte » - un eccezionale corpus di 30 icone bizantine , che per la prima volta hanno lasciato la Grecia. Per secoli, senza mai esaurirsi, dall’aureo rinascimento veneto di Quattro e Cinquecento, fino alle soglie dell’Ottocento, fra Venezia, Creta e le isole Ionie si è creata una collaborazione fortunata e particolare, che ha dato vita ad un’arte unica e originale: ed è questa lunga e fortunata parabola, questo fenomeno culturale importantissimo ma purtroppo ancora poco indagato, che questa mostra ( a mio parere davvero da non perdere…) racconta.La Mostra, El Greco, le installazioni Diviso in sette sezioni, il percorso espositivo parte dal XV secolo, con i primi maestri del mondo bizantino che progressivamente guardano all’occidente gotico; prosegue nel 1500, con felici ibridazioni fra tradizione bizantina e libere ispirazioni occidentali; tocca il periodo delle Guerre di Morea, che segna la caduta di Candia e il suo passaggio sotto il dominio ottomano e arriva sino alle soglie del 1800. In mezzo, con una raccolta di opere davvero eccezionali (dalla Fuga in Egitto al Battesimo di Cristo, passando per l’Adorazione dei Magi e l’ Annunciazione), a conquistare i visitatori è la figura di El Greco (1541-1614), artista stravagante e di eccezionale modernità, sicuramente fra i più innovativi della sua epoca, per il quale, come ho già accennato poche righe sopra, fu fondamentale il suo soggiorno veneziano e i contatti con gli artisti più importanti della città, fra cui l'ormai maturo Tiziano e il geniale Tintoretto. Nella sua arte, in quelle figure allungate in modo inverosimile, con le proporzioni poco rispettate, e in quel suo uso potente dei rosso sangue e del giallo oro, la tradizione bizantina è evidente, così com’è evidente quella barocca occidentale, presente nei personaggi che ritrae, sofferti ed espressivi.A chiudere il percorso, un salto nell’attualità (e nel futuro…), con due sale in cui arte e scienza prendono vita grazie all’intelligenza artificiale, che permette al visitatore di riprodurre con un piccolo gesto la propria opera d’arte: scegliendo fra tre iconografie (le figure, l’angelo e il San Giorgio) e opzionando poi le dimensioni delle immagini e la loro permanenza, gli elementi delle icone si concatenano e le forme prendono corpo istantaneamente - sia sul touch screen che nella proiezione a parete- per pochi effimeri secondi, dando vita a un susseguirsi di immagini in movimento. Un’esperienza da provare, a chiusura di una mostra davvero emozionante.
(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputata della Lega Anna Maria Cisint, dopo la votazione alla commissione sulla pesca a Bruxelles, riguardo la vittoria sulla deroga delle dimensioni delle vongole, importante aspetto per l'impatto sul settore ittico.
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Kaja Kallas (Ansa)
(Ansa)
Il Comando ha ringraziato i colleghi della Questura per il gesto e «la cortesia istituzionale dimostrata in questo tragico momento». A Gorizia invece un giovane di 20 anni ha reso omaggio ai caduti, deponendo un mazzo di fiori davanti all'ingresso della caserma. Il giovane ha spiegato di aver voluto compiere questo gesto per testimoniare gratitudine e rispetto. Negli ultimi giorni, rende noto il Comando isontino, sono giunti numerosi messaggi di cordoglio e attestazioni di affetto da parte di cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
Continua a leggereRiduci