2021-07-22
Basta con le inutili moine ai giovani. L’unico regalo da far loro è istruirli
L'andazzo di questi tempi è fallimentare perché sostituisce l'educazione con il compiacimento. Anche il voto ai diciottenni al Senato è uno zuccherino. Serve invece una vera istruzione, come i conservatori aperti a tutti.«Non sappiamo educare i giovani ma solo compiacerli». Questo è il titolo apparso sul Corriere della Sera il 15 luglio, firmato da Ernesto Galli della Loggia, che ha fatto eco al bellissimo articolo di Riccardo Muti uscito recentemente. I due articoli hanno un nesso che li accomuna con una diffusa amarezza che non possiamo non condividere. Viene da chiedersi perché si levino tante autorevoli, sensate e convincenti voci critiche sullo stato culturale italiano e sulla istruzione ed educazione impartite ai giovani e inspiegabilmente non avvenga alcun miglioramento.È risibile la retorica che si fa oggi sui giovani. Per esempio, a commento della decisione di estendere il diritto di voto per il Senato ai diciottenni, giornali importanti hanno titolato che da oggi i giovani contano di più. Come se dopo il diritto di voto per la Camera, 50 anni fa, i giovani avessero cominciato a contare di più. I giovani contano sempre tantissimo perché sono il nostro futuro, e bisogna aiutarli a rendersene coscienti e responsabili. Invece l'Occidente appare talvolta preoccupato di riuscire ad assecondare i gusti dei giovani, quasi per paura di essere considerato invecchiato e non all'altezza di capire la modernità. La prima cosa necessaria ai giovani, però, non è compiacerli anche nei loro desideri più strani, ma istruirli. Quindi è l'educazione il valore maggiore cui i giovani dovrebbero aspirare nei confronti della società. Purtroppo non sappiamo più che tipo di educazione proporre, essendo crollati tutti i valori che riteniamo fondanti, avendo smarrito il senso di ciò che è bene e ciò che è male. Ha ragione Galli della Loggia, quando nota che la scuola non crede più in sé stessa e nei contenuti che i programmi formativi, con secolare sapienza, hanno selezionato.Il vero problema è che manca un vero progetto educativo. Ci si limita a tamponare emergenze senza idee chiare a lungo termine. Anzi, per confondere ulteriormente le cose, si fa finta di modernizzare la scuola con riforme assurde e funzionamenti completamente irrazionali: grida vendetta la riforma dei conservatori che vieta lo studio musicale e l'ingresso in conservatorio prima del conseguimento del diploma liceale, ovvero alla tardiva età dei 18 anni. Qualsiasi persona di buon senso sa che lo studio della musica deve avvenire immediatamente e fin dalla prima infanzia. Abbiamo così abdicato al ruolo guida che ci competeva, avendo dato i natali ai più grandi musicisti della storia. Invece, attraverso la conoscenza del passato, possiamo appropriarci di una tradizione, del messaggio di quanto è stato scritto, pensato e vissuto da persone che hanno illuminato e rischiarato, come dei fari, il cammino per chi verrà dopo.E grida vendetta anche l'assurdo funzionamento attuale della materia di educazione civica: sembrerebbe (si stenta a crederlo) che questa materia debba venire insegnata dai professori delle varie discipline, anziché da un singolo docente come era una volta, o da docenti specializzati nel campo. L'ideologia sociale dominante è fondata quindi per intero sulla delegittimazione del passato e sull'attacco a tutti i suoi valori, e l'unico baluardo a questa deriva rimane ancora la scuola che, però, è trattata senza alcun vero investimento e con insipiente attenzione. Ripetiamo le parole di Galli della Loggia: «Il tutto coadiuvato dall'entusiastico impulso di burocrazie senza principi e di ministri dell'istruzione di nessun peso che sono stati mossi solo dallo spasmodico desiderio di far parlare bene di sé i giornali dell'indomani».Facciamo nostra una frase del filosofo inglese Edmund Burke: «La migliore premessa della vittoria del male è l'inerzia degli uomini buoni».Vogliamo vedere al governo gente capace. A fronte di manifesti e appelli per salvare la cultura, davanti a firme di tantissimi intellettuali che scendono in campo, da parte dei governi non si dà alcuna risposta (tranne promesse false se si è sotto elezioni). Non basta più firmare appelli, dobbiamo trovare il modo di pretendere, di assediare, di non arrenderci finché non ci saranno date risposte concrete. Vogliamo vedere questa rivoluzione, questo ritorno alla libertà, al pensiero, all'uomo.
Ecco #DimmiLaVerità del 3 settembre 2025. L'europarlamentare Silvia Sardone, vicesegretario della Lega, ci parla dello sgombero del Leoncavallo e dei fallimenti di Ursula von del Leyen.