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Paolo Crepet: «Accusare i social è un alibi per i genitori»
Paolo Crepet (Imagoeconomica)
Lo psichiatra e scrittore: «Gli smartphone sono elettrodomestici, servono a fare cose, ma se mia figlia tredicenne esce vestita come se ne avesse 26, sono io che non la sto educando. Tutta questa ansia dei giovani sembra a scoppio ritardato, è che temono di impegnarsi».
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L'andazzo di questi tempi è fallimentare perché sostituisce l'educazione con il compiacimento. Anche il voto ai diciottenni al Senato è uno zuccherino. Serve invece una vera istruzione, come i conservatori aperti a tutti.
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