Una delle classi di investimento più interessanti degli ultimi trimestri è stata quella delle obbligazioni corporate che hanno decisamente beneficiato di un contesto economico sostanzialmente stabile, di un’inflazione che pare tendenzialmente sotto controllo e di una politica monetaria che sembra destinata a essere allentata con benefici effetti sul costo del credito e quindi sulla capacità delle aziende di migliorare la propria posizione e solidità finanziaria.
Una delle classi di investimento più interessanti degli ultimi trimestri è stata quella delle obbligazioni corporate che hanno decisamente beneficiato di un contesto economico sostanzialmente stabile, di un’inflazione che pare tendenzialmente sotto controllo e di una politica monetaria che sembra destinata a essere allentata con benefici effetti sul costo del credito e quindi sulla capacità delle aziende di migliorare la propria posizione e solidità finanziaria.Come noto, la politica monetaria delle banche centrali, con Federal Reserve e Banca centrale europea in testa, gioca un ruolo cruciale nel determinare l’andamento della congiuntura economica così come quello degli asset di investimento.Negli ultimi trimestri in particolare l’attenzione dei mercati si è concentrata sulle possibili tempistiche di taglio dei tassi, tanto attese quanto rimandate. A giugno, per la prima volta nella storia, la Bce ha operato un primo taglio in totale autonomia facendo da apripista all’avvio di una politica monetaria espansiva dopo anni di rialzi e di successiva stabilità. Ora che i tempi sembrano maturi anche negli Stati Uniti, e così come ha sottolineato lo stesso governatore della Fed, Jerome Powell, i mercati obbligazionari mondiali hanno accolto con sollievo questa notizia che sembra preannunciare imminenti nuovi tagli a partire dal prossimo Federal Open Market Committee di settembre, l’organismo della Federal Reserve che si occupa della politica monetaria del Paese.Sia i titoli governativi, sia i titoli corporate, sia i titoli high yield hanno visto salire le proprie quotazioni e ridurre di conseguenza i propri rendimenti permettendo ai loro possessori di beneficiare di un apprezzamento dei loro investimenti. A differenza dei titoli governativi, o sovrani, che vengono emessi dagli Stati nazionali, le obbligazioni corporate, chiamate anche aziendali o societarie rappresentano quella categoria di titoli di debito emessa da società private, che possono essere banche o altre aziende operanti pressoché in tutti i settori economici. Spesso queste obbligazioni hanno offerto ai sottoscrittori rendimenti mediamente superiori a quelli dei titoli governativi proprio in funzione del maggiore livello di rischio che si corre, a parità di rating, acquistando il debito di un’azienda o di uno stato.Una delle classi di investimento più interessanti degli ultimi trimestri è stata quella delle obbligazioni corporate che hanno decisamente beneficiato di un contesto economico sostanzialmente stabile, di un’inflazione che pare tendenzialmente sotto controllo e di una politica monetaria che sembra destinata a essere allentata con benefici effetti sul costo del credito e quindi sulla capacità delle aziende di migliorare la propria posizione e solidità finanziaria. Tra i parametri per leggere quanto sia in salute il mercato obbligazionario corporate c’è il livello medio di rendimento offerto dalle obbligazioni. Ma ancora più importante è il differenziale di rendimento offerto da questi bond rispetto ai titoli sovrani omologhi.Secondo gli ultimi dati disponibili in Europa questo spread di rendimento è oggi pari a 110 punti base, ovvero in media le obbligazioni societarie investment grade (ovvero con rating superiori a BBB-) rendono l’1,1% in più dei titoli di Stato, mentre un anno fa il differenziale era pari a 147, ovvero l’1,47%. Il calo di questo spread si accentua se guardiamo alle obbligazioni cosiddette high yield: qui lo spread di credito oggi si trova intorno ai 358 punti base, che significa un 3,58% in più di rendimento, mentre un anno fa era 430 punti base. I cali più ampi si sono verificati nei confronti delle obbligazioni ad alto rischio e questo non stupisce perché in un contesto in cui la politica monetaria allenta le proprie briglie, spesso i maggiori beneficiari sono proprio quelle aziende che hanno un elevato livello di indebitamento.«Nell’ultimo anno le obbligazioni corporate hanno dato ampie soddisfazioni agli investitori con rendimenti intorno fra il 5 e l’8% e sono stati privilegiati nei portafogli dei nostri clienti della consulenza personalizzata rispetto ai governativi», spiega alla Verità, Barbara Giani, responsabile obbligazionario SoldiExpert Scf. «In un contesto, dunque, di allentamento quale quello che si verificherà probabilmente nei prossimi trimestri, sempre che i livelli di inflazione rimangano sotto controllo, le obbligazioni corporate potrebbero ancora beneficiare di questo restringimento degli spread, anche se da un punto di vista più ampio, siamo comunque su livelli già abbastanza bassi guardando all’andamento degli ultimi dieci anni», dice l’esperta.Anche negli Usa le obbligazioni corporate stanno beneficiando di un contesto favorevole con numeri paragonabili a quelli europei in termini di differenziali di rendimento. Occorre però ricordare che per quanto riguarda le obbligazioni, essendo la possibilità di guadagno limitata al rendimento a scadenza di un titolo, può essere molto rischioso acquistare bond in una valuta diversa dalla propria perché non raramente il movimento del cambio può compromettere, a volte in modo anche drastico, il rendimento intrinseco del titolo. Lasciarsi quindi attrarre, ad esempio, da bond americani che magari rendono poco di più di quelli europei espone l’investitore al rischio che il dollaro perda valore nei confronti dell’euro più di quanto abbia reso il titolo americano scelto.
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