
Sul social proliferano pagine blasfeme, antisemite, o piene di insulti a Salvini e ai suoi elettori. Attivi, nonostante le segnalazioni, pure i profili dei trafficanti di esseri umani. Si oscura solo chi è di destra.La legge di Facebook? Non è uguale per tutti. Per Casapound, in procinto di contestare il nuovo governo, è scattata la censura perché sul social non deve esserci «spazio per l'odio». Ma sarebbe meglio dire «per certi tipi di odio», considerato che per le offese indirizzate a Matteo Salvini, la blasfemia, gli annunci dei trafficanti di uomini o delle giovani prostitute cinesi, lo spazio sul social più utilizzato al mondo, non manca mai. Come non manca per chi odia i pedoni e i ciclisti e propone di sterminarli tutti investendoli con l'auto. Ma partiamo dai fatti. All'inizio della settimana scorsa, proprio nel giorno in cui avevano deciso di scendere in piazza contro il nuovo governo Pd-Movimento 5 stelle che stava per chiedere la fiducia alla Camera, attivisti, dirigenti e leader dei due movimenti di destra italiani, Casapound e Forza Nuova, si sono trovati senza accesso ai loro profili Facebook e Instagram. Pagine chiuse, all'improvviso inaccessibili, senza una precisa motivazione. Esattamente come era successo nel maggio scorso, a ridosso delle elezioni politiche europee, quando Fb aveva chiuso 23 pagine italiane, la maggior parte orientate a sostegno di M5s e Lega. All'epoca la decisione era arrivata dopo un'accurata indagine dell'Ong Avaaz che aveva segnalato le pagine sgradite. Sgradite a chi? Ai soliti noti. Una inchiesta pubblicata sul Guardian on line già nel 2015 aveva messo in evidenza i legami tra Move on, l'organizzazione che ha creato e sostiene la Ong Avaaz e la fondazione di George Soros, attivo anche in questo caso come finanziatore. Nel mirino erano finiti i profili di alcuni esponenti del movimento di destra e, esattamente come oggi, Facebook aveva spiegato che «le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia».Come per esempio hanno fatto gli odiatori dell'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, postando i video con la sua effige data alle fiamme, o augurandogli di suicidarsi a breve. È il caso del caporedattore di Rai Radio 1, Fabio Sanfilippo, con l'ormai noto post che recitava: «Ti sei impiccato da solo e questo è evidente. Io ne sono felice. [...] Con la vita che ti eri abituato a fare, tempo sei mesi e ti spari nemico mio…». Per lui è arrivato un provvedimento disciplinare dall'azienda, ma da Facebok la censura non è partita. La sua pagina è anzi molto attiva e sempre aggiornata. E anche l'insospettabile pagina «Attimi di riflessione insieme a Iliail» non teme il bavaglio, nonostante tra i messaggi più leggeri diretti all'ex ministro troneggi un bel «verme satanico!! [...] Taci, Giuda maledetto Dio ti deve incenerire!!». Questo non è odio?Per bestemmie e offese al religioso sentire, sul social di Mark Zuckerberg più che spazi sembrano esserci vere e proprie praterie. Come per la Confraternita dei frati bestemmiatori, che ha coniato la pagina «Don Pio Cristiddio», dove la Sacra Famiglia viene descritta come «Jesun Whore-ass figlio di Myriam e Yosef, una baldracca e un ubriacone di Nazareth che cercano di affogare il figlio affetto da disturbi mentali (crede di parlare con Dio e di compiere miracoli). Il bambino però sopravvive e crescendo cresce anche il suo desiderio di vendetta. Armato e pericoloso uccide tutti i bigotti». O come l'Armata dei bestemmiatori, che ha come mission «creare una vera armata di bestemmiatori e rompiamo il cazzo a tutto Facebook!». Ma niente censura.Abbondano pagine dai messaggi potenzialmente pericolosi, indirizzati alle categorie più deboli. Ma Facebook ha deciso di risparmiarle. Che dire, per esempio, del profilo «Io odio i ciclisti di merda»? Un elenco di improperi e minacce a chi viaggia sulle due ruote che nel messaggio di apertura, rivolgendosi ai diretti interessati esordisce così: «Ciclisti di merda. Segnalate quanto volete. Ma non siete e non sarete mai una categoria protetta, vi odiamo noi, vi odiate voi e vi odia pure la community di Facebook. Andate a fare in culo drogati», per proseguire con un bel «Sterminiamo questa razza inferiore di rompicoglioni che non comprendono il concetto di filaindianasulladestra e che intralciano i veri padroni della strada nelle loro corse». E poi c'è la pagina carica di violenza verbale dedicata ai pedoni: «Odio profondo verso i pedoni che camminano per strada come oche in cortile» è il nome del profilo, mentre il motto è «Siamo 1400!!! Vai che li mettiamo tutti sottoooo!!!». Censura? Nemmeno l'ombra. Anzi, Facebook, ben felice di attrarre nella sua rete nuovi potenziali e irosi utenti suggerisce, attraverso i suoi algoritmi, nella colonnina del «potrebbero interessarti» altre pagine che augurano la morte al prossimo, tipo «Odio i poveri» o le decine di profili dai contenuti antisemiti. Secondo una recente ricerca dell'Osservatorio antisemitismo «sono aumentati i profili personali e i gruppi su Facebook che contengono contenuti altamente antisemiti: 210 profili con immagini e scritti altamente offensivi, condivisioni di barzellette estremamente ciniche, banalizzazione della shoah o forme di strumentalizzazione dell'immagine di Anna Frank». Insomma, a parte le idee oscurate di chi critica pesantemente da destra il nuovo governo, sul social più amato dagli italiani, si trova proprio di tutto. Comprese le pagine che rimandano a siti di appuntamento con giovanissime ragazze cinesi pronte a massaggi speciali (con tanto di indirizzo del centro massaggi in provincia di Modena) o i profili dedicati agli annunci delle escort.Anche la tratta degli esseri umani è evidentemente una pratica tollerata da chi vaglia le pagine social. Come dimenticare la frenetica attività dei profili di aspiranti scafisti che propongono viaggi illegali dalle coste libiche verso l'Italia con tanto di foto di gommoni, barchini e prezzari della traversata? Ancora attivissimo, nonostante le segnalazioni è per esempio, l'aspirante traghettatore Morad Zu Wara (dal nome di Zuwara, la città della Libia da cui si registra il maggior numero di partenze), una vera star del settore che si definisce «imprenditore con l'aiuto di Dio» e su Fb conta migliaia di amici ai quali, a più riprese, e senza paura di essere bannato ha comunicato le modalità dei viaggi. «Quest'anno per i viaggi utilizzeremo mezzi più veloci. Nel prezzo sono comprese tutte le attrezzature per la navigazione incluse quelle per il salvataggio, come telefono Gps, il salvagente e la strumentazione di bordo per la navigazione» e per questo «riscontrerete un piccolo aumento», specificava, recentemente, in uno dei post di istruzioni, lasciando il numero di cellulare e sostenendo di poter «comunicare con Medici senza frontiere, che è a bordo di una chiatta italiana».
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
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