2025-06-26
Dubbi Aiea sui siti nucleari dell’Iran. Ma il tycoon insiste: «Li ho distrutti»
Il presidente Usa: «I nostri raid come quelli di Hiroshima: hanno messo fine alla guerra». E il suo inviato per il Medio Oriente Witkoff annuncia colloqui con i persiani: «Vogliamo un accordo di pace a lungo termine».All’indomani dell’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Iran, tutte le parti coinvolte nel conflitto, Stati Uniti inclusi, cantano vittoria, reclamando di aver raggiunto traguardi importanti. Israele sostiene infatti di aver rimosso la minaccia dell’annientamento nucleare. Lo stesso primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato che «questa vittoria durerà per generazioni», specificando: «Abbiamo rimosso due minacce esistenziali immediate contro di noi: la minaccia di distruzione da parte di bombe nucleari e la minaccia di un annientamento da parte di 20.000 missili balistici».Dall’altra parte della barricata, per il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, Teheran ha raggiunto «una grande vittoria», visto che è riuscita a penetrare con la rappresaglia le difese israeliane. E si tratta di «una vittoria per tutti» anche per l’artefice del cessate il fuoco, ovvero il presidente americano, Donald Trump. Che dall’Aja ha paragonato il risultato raggiunto dai raid statunitensi alla fine della Seconda guerra mondiale: «Non voglio usare l’esempio di Hiroshima, non voglio usare l’esempio di Nagasaki, ma è stata essenzialmente la stessa cosa». Come le bombe atomiche del 1945 «hanno posto fine a quella guerra», gli attacchi americani contro Teheran «hanno terminato questa guerra» tra Iran e Israele. E rivolto alla stampa, Trump ha paragonato i due Paesi «a due bambini» che litigano «nel cortile», termini con cui aveva già descritto Mosca e Kiev. E quindi ha proseguito: «Lasciali litigare per 2-3 minuti, poi è facile fermarli». Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, in piena fase idilliaca con il tycoon, ha scherzato quindi aggiungendo: «E poi il papà», ovvero Trump, «a volte deve usare un linguaggio forte per farli smettere». Siparietti a parte, il tycoon ha ribadito che i bombardamenti statunitensi hanno annientato il programma nucleare iraniano, dicendosi più che fiducioso che Teheran non riproverà a ricostruire la sua capacità nucleare. Riferendosi all’Iran, ha infatti detto: «L’ultima cosa che vuole ora è arricchire qualcosa. Vuole riprendersi». Ma sono stati diversi i media che sono intervenuti per contraddire i traguardi di Trump. Stando a quanto comunicato da Reuters, una valutazione preliminare condotta dall’agenzia di intelligence americana, Defense intelligence agency, ha smentito il successo americano. Una delle fonti avrebbe rivelato che il programma nucleare di Teheran non sarebbe stato distrutto, ma solamente ritardato di qualche mese. Nel rapporto emerge che i raid statunitensi non avrebbero eliminato gli edifici sotterranei, non distruggendo dunque le scorte di uranio arricchito. Dettagli simili sono trapelati anche dal New York Times e dalla Cnn. Ma a non essere così convinto della «vittoria» di Trump, è anche il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi. Che ha avvisato che l’uranio arricchito potrebbe essere stato spostato dopo i primi raid israeliani. Ha ricordato dunque che l’Iran, il 13 giugno, ha informato l’Aiea che avrebbe adottato «misure speciali» per proteggere i materiali nucleari. Nel frattempo, il Parlamento iraniano ha votato proprio la sospensione della collaborazione con l’Aiea. Trump, interpellato dai giornalisti all’Aja sulla questione, ha accusato in prima battuta la Cnn e il New York Times di essersi «alleati nel tentativo di sminuire uno degli attacchi militari di maggior successo della storia». E ha aggiunto che «l’intelligence è stata molto inconcludente», ribadendo che l’attacco americano «è stato un annientamento». Sulla stessa linea, anche il segretario di Stato americano, Marco Rubio, e il segretario alla Difesa, Pete Hegseth. Per il primo, chi ha diffuso il report dell’intelligence, lo avrebbe travisato, asserendo: «Questo è il loro gioco». Il secondo ha spiegato che «era un rapporto top secret e preliminare», insinuando che sotto ci sia «una motivazione politica». E quindi Hegseth ha reso noto che l’Fbi sta svolgendo indagini sulla presunta fuga di notizie.E nel tentativo di ristabilire l’ordine, il presidente americano ha condiviso, durante la conferenza stampa al termine del summit della Nato, una lettera della Commissione per l’energia atomica di Israele, in cui si sostiene che «il devastante attacco statunitense a Fordow ha distrutto le infrastrutture critiche del sito e reso l’impianto di arricchimento totalmente inutilizzabile», oltre a ritenere «che gli attacchi americani contro gli impianti nucleari iraniani abbiano ostacolato la capacità dell’Iran di sviluppare armi nucleari per molti anni a venire». Inoltre, a confermare che «gli impianti nucleari» iraniani sono stati «gravemente danneggiati» è stata per la prima volta la Repubblica islamica. A ufficializzarlo è stato il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei ad Al Jazeera. Ma, con tutte le parti convinte di aver vinto, l’equilibrio raggiunto permette quantomeno di sedersi al tavolo dei negoziati. L’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha già reso noto che i colloqui tra Washington e Teheran sono stati «promettenti». «Ci stiamo già parlando» ha raccontato, «non solo direttamente ma anche tramite interlocutori», con la speranza di avere «un accordo di pace a lungo termine che fa risorgere l’Iran». Lo stesso presidente iraniano, Pezeshkian, durante una telefonata con il principe ereditario saudita, Muhammad bin Salman, ha annunciato: «L’Iran è pronto a risolvere i problemi con gli Stati Uniti, sulla base del quadro internazionale».
Il Tempio di Esculapio, all’interno del parco di Villa Borghese (IStock)
John Lennon e la cover del libro di Daniel Rachel (Getty Images)
Gianrico Carofiglio (Ansa)